Degli oricalchi ai queruli clangori
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Questo testo fa parte della raccolta Giuseppe Battista
XXXVI
NEL PARTIR DA NAPOLI
durante i tumulti del 1647-48
Degli oricalchi ai queruli clangori
schiva gli ozi notturni ancor Cleante,
e d’Elicona i popoli canori
fuga a barbaro ciel bronzo tonante.
Io pur diparto, e cerco i miei ristori
della madre natia nel grembo amante.
Se non ebbe di me gli anni migliori,
vo’ che m’abbracci almen, vecchio anelante.
Qui, tutti in Lete i miei pensieri immersi,
col nume di Permesso e di Libetro
darò lingua alla lira e metro ai versi.
Felice me se dalle stelle impetro
che le mie luci chiuda ov’io le apersi,
che dov’ebbi la cuna abbia il feretro!