Ecce Homo/Gloria ed eternità

Gloria ed eternità

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Friedrich Nietzsche - Ecce Homo (1888)
Traduzione dal tedesco di Aldo Oberdorfer (1922)
Gloria ed eternità
Perchè sono una fatalità Indice
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Gloria ed eternità.


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1.



Da quanto tempo già siedi
    sulla tua triste fortuna?
    Bada, finirai per covarmi
    un uovo,
    un uovo di basilisco,
    dal tuo lungo dolore.


Perchè Zarathustra se ne va di soppiatto lungo il monte?


Diffidente, triste, ulcerato,
    da lungo tempo egli spia;
    ma, d'improvviso, un lampo
    abbagliante, terribile, un colpo
    saliente dagli abissi del cielo:
    — si scuotono le viscere stesse
    del monte.

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Dove l’odio e il fulmine
    divennero una cosa sola, una maledizione:
    sui monti, abita ora l’ira di Zarathustra;
    simile a una nuvola foriera d’uragano egli va ora per la sua
                                                                     strada.


Cui rimane ancora qualche cosa a coprirsi, si nasconda.
    E voialtri, a letto, voi deboli!
    Ora i tuoni rumoreggiano sulle vôlte,
    Ora trema tutto ciò ch’è muro e travatura,
    Ora balenano lampi e verità gialle come lo zolfo:
    Zarathustra impreca....



2.



Questa moneta con cui
    tutto il mondo ripaga,
    — la gloria
    io la tocco con i guanti,
    io la calpesto con schifo.


Chi vuol esser pagato?
    La gente venale
    Chi è in vendita piglia
    con grasse mani
    tutto quell'universale tintinnio di metalli falsi, ch'è la gloria!

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Vuoi comperarli?
    Sono tutti da vendere.
    Ma offri molto!
    fa sonare la borsa piena!
    altrimenti li rendi più forti,
    altrimenti fortifichi la loro virtù!



Sono tutti virtuosi.
    Gloria e virtù: due parole che vanno d’accordo.
    Finchè durerà, il mondo
    ripagherà una virtù fatta di chiacchiere
    con una gloria fatta di strepito;
    il mondo vive di questo strepito.....



Verso i virtuosi
    voglio essere debitore,
    debitore di tutti i grandi debiti!
    Davanti a tutti i risonatori della gloria
    la mia ambizione diventa un verme
    in mezzo a costoro mi viene la voglia
    d’essere il più umile.



Questa moneta con cui
    tutto il mondo ripaga
    — la gloria —
    io la tocco con i guanti
    io la calpesto con schifo.

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3.



Silenzio!
    Delle cose Grandi — io le vedo! —
    si deve tacere
    o parlare grandiosamente:
    parla grandiosamente, mia sapienza estasiata!
    Guarda nell’alto:
    mari di luce vi ondeggiano;
    o notte, o silenzio, o rumore sommesso come la morte!...


Io vedo un segno:
    dall’estreme lontananze
    una costellazione scende lenta, splendente,
    verso di me.



4.



Sublime costellazione dell’Essere!
    Tavola di visioni eterne!
    Tu vieni a me?
    Ciò che nessuno ha veduto,
    — la tua muta beltà —
    che? non sfugge ai miei sguardi?

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Emblema della necessità!
    Tavola di visioni eterne!
    — ma tu lo sai,
    ciò che tutti odiano
    ciò che io solo amo:
    che tu sei eterna,
    che tu sei necessaria!
    Il mio amore s’accende
    eternamente soltanto della Necessità.


Emblema della necessità!
    Sublime costellazione dell’essere
    — che nessun desiderio raggiunge,
    che nessun «No» contamina,
    eterno «Sì» dell’Essere!
    Eternamente io sono la tua affermazione,
    perchè io t’amo, o Eternità!