E crollar le gran torri, e le colonne
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Gio. Pietro Zanotti
IX1
E crollar le gran torri, e le colonne
Scuotersi, e infrante al suo cader le porte;
E i Sacerdoti di color di morte
Gemere; e l’alte Vergini, e le Donne
5Squallide scapigliate e scinte in gonne,
Co’ pargoletti infra dure ritorte,
Ir dietro al Vincitor superbo e forte,
Mirasti, e ne piangesti empia Sionne.
E il Ciel d’un guardo invan pregasti allora
10Desolata Città su i dolor tuoi,
Sola sedendo a tai rovine sopra.
Ma dì: fra tanti guai pensasti ancora
A un Dio confitto in Croce, a tanti suoi
Strazi, che sol de le tue man son’opra?
Note
- ↑ A Gerusalemme distrutta da Tito.