Dracula/V
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CAPITOLO V.
Lettera di miss Mina Murray a miss Lucy Westenra.
9 maggio.
- Mia cara Lucy.
Perdonami d’aver tardato tanto a scriverti, ma sono oppressa dal lavoro. La vita d’un’istitutrice è molto presa. Non vedo il momento di ritrovarmi teco sulle rive del mare. Per far piacere a Jonathan, ho stenografato molto in questi ultimi tempi; potrò essergli molto utile quando saremo sposati. Mi scrive talvolta delle lettere stenografate per abituarmi e so che egli stenografa le sue note di viaggio. Anch’io voglio tenere un giornale in caratteri stenografici, sarà un esercizio eccellente.
Jonathan non m’ha inviato che poche righe brevi; sta bene e tornerà fra una settimana. Mi tarda l’ora di rivederlo! Quante cose avrà da raccontarmi! Ho una gran voglia di esplorare con lui quei paesi lontani quando saremo sposati. Ma ecco la campana delle dieci. Arrivederci, mia cara.
La tua affezionata Mina.
P. S. — Dammi tue notizie. Che cosa ti succede? Ho udito certe voci circa un bel signore dalla capigliatura ricciuta!
Lucy Westenra a Mina Murray,
17 Chatanstreet.
Mercoledì.
- Mia cara Mina,
Che cosa ti racconterò? Londra è piacevolissima in questo momento. Andiamo alle esposizioni di pittura e passeggiamo nel parco.
Non almanaccare con la tua mente: il signore dalla capigliatura ricciuta non è altri che mister Arturo Holmwood. Viene di frequente a trovarci e se l’intende benissimo con la mamma.
Feci ultimamente conoscenza con un giovinotto che sarebbe proprio l’affar tuo, se tu non fossi già fidanzata con Jonathan. È un partito eccellente. Bello. Di buona famiglia. E, inoltre, un dottore d’avvenire. Non ha che ventinove anni e dirige già un grande asilo d’alienati. Il signor Holmwood ce l’ha presentato, ed è venuto a farci visita. La sua calma ammirevole deve agire fortemente sui malati. Vi guarda dritto in viso come se volesse leggervi nel pensiero. Pretende che io sia un curioso studio psicologico.
Non ti descriverò le mode; tu sai che io non sono gran che civetta. Per lo meno, è Arturo che lo dice. To’, il mio segreto mi sfugge; ma già, fin dall’infanzia, non abbiamo mai potuto nascondere nulla l’una all’altra. Oh! Mina, tu hai indovinato, io l’amo. Non si è dichiarato ancora ma sono certa che condivide i miei sentimenti.
Lo amo, lo amo e mi fa bene il dirlo a te.
Arrivederci, Mina, dimmi che cosa ne pensi.
Ti abbraccio con tutto il cuore.
La tua amica Lucy.
Lucy a Mina.
24 maggio.
- Mia cara Mina,
Grazie mille volte della tua lettera così affettuosa.
Lo crederesti? Io che sto per avere venti anni al mese di settembre e che mai fino ad oggi fui chiesta in matrimonio, ho avuto tre richieste contemporanee in una sola giornata.
Tre alla volta! Te lo immagini, Mina? Sono tanto felice che non so da che parte cominciare.
Il primo pretendente si è presentato al momento di colazione, te ne ho già parlato: è il dottore John Seward, il direttore dell’asilo d’alienati. Pareva calmissimo ma, in fondo, era nervoso. Nella sua emozione, si è seduto sul suo cappello a cilindro e s’è messo a giuocare con una lancetta, il che m’ha impressionato. Mi ha detto subito che mi conosceva poco, certo, ma che io gli ero già necessaria. E siccome mi sono messa a piangere, si è accusato d’essere un bruto e ha fatto l’atto d’alzarsi. L’ho trattenuto e allora mi ha chiesto se credevo di poterlo amare un giorno. Dissi di no, colla testa. Allora replicò che non voleva essere indiscreto ma desiderava sapere se ne amassi un altro. Ho sentito che dovevo dirgli la verità...
Allora, gravemente, mi ha prese le mani, augurandomi di essere felice. «Se avete bisogno di un amico, mi ha detto, pensate a me.»
Ah! Mina! è piacevole l’essere chiesta in matrimonio, ma è triste assai spezzare il cuore d’un uomo!
Le lagrime m’acciecano, riprenderò fra poco questa lettera.
Nella serata.
Arturo è uscito or ora. Sono molto felice. Ma procediamo per ordine.
Il numero due è venuto dopo colazione. È un seducente americano del Texas. È giovanissimo: non si direbbe mai che ha viaggiato tanto.
Mister Quincy Morris mi trova sola. Mi siede accanto sul divano, mi prende la mano e intavola subito il soggetto:
— Miss Lucy, dice gravemente, io non sono degno di sciogliere i lacci delle vostre scarpette, ma se voi cercate un uomo che ne sia degno, potete aspettare un pezzo. In mancanza di meglio, non vi contentereste dell’imperfetto compagno che sarei io?
Questo discorsetto m’impressionò meno della confessione del povero dottore. Gli risposi ridendo che non avevo bisogno d’un compagno. Allora si turbò e mi fece una dichiarazione in regola. Lì per lì fui disorientata; egli se n’accorse:
— Lucy, siete una ragazza onesta — mi disse; — se il vostro cuore è già preso, ditemelo francamente, non vi seccherò altro e resterò il vostro amico devoto.
Mia cara Mina, indovini la mia emozione. Quest’uomo è generoso davvero.
Sono rotta dalle emozioni e più tardi ti racconterò la mia felicità.
La tua Lucy.
P. S. Non fa mestieri dirti il nome del numero tre, l’hai già indovinato. E poi tutto ciò è accaduto così rapidamente... Egli entrò nella stanza; mi prese fra le braccia e mi baciò.
Sono pazza dalla gioia; che ho fatto mai per meritarmela? Aggiungo che il dottor Seward e Quincy Morris rimangono amici miei e d’Arturo.