Donne ch'avete intelletto d'amore

Dante Alighieri

XIII secolo Indice:The Oxford book of Italian verse.djvu Poesie Duecento Donne ch'avete intelletto d'amore Intestazione 21 gennaio 2024 100% Poesie

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D
ONNE, ch’avete intelletto d’amore,

Io vo’ con voi della mia donna dire;
               Non perch’io creda sue laude finire,
               Ma ragionar per isfogar la mente.
               5Io dico che, pensando il suo valore,
               Amor sì dolce mi si fa sentire,
               Che, s’io allora non perdessi ardire,
               Farei parlando innamorar la gente.
               Ed io non vo’ parlar sì altamente,
               10Che divenissi per temenza vile;
               Ma tratterò del suo stato gentile
               A rispetto di lei leggeramente,
               Donne e donzelle amorose, con vui,
               Chè non è cosa da parlarne altrui.
          15Angelo chiama in divino intelletto,
               E dice: ‘ Sire, nel mondo si vede
               Meraviglia nell’atto, che procede
               Da un’anima, che fin quassù risplende. ’
               Lo cielo, che non have altro difetto
               20Che d’aver lei, al suo Signor la chiede
               E ciascun santo ne grida mercede.
               Sola pietà nostra parte difende;
               Che parla Iddio, che di madonna intende:
               ‘ Diletti miei, or sofferite in pace,
               25Che vostra speme sia quanto mi piace
               Là, ov’è alcun che perder lei s’attende,
               E che dirà nell’Inferno a’ malnati:
               “Io vidi la speranza de’ beati.” ’
          Madonna è desiata in sommo cielo:
               30Or vo’ di sua virtù farvi sapere.

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               Dico: ‘ Qual vuol gentil donna parere
               Vada con lei; chè quando va per via,
               Gitta ne’ cor villani Amore un gelo,
               Per che ogni lor pensiero agghiaccia e père.
               35E qual soffrisse di starla a vedere
               Diverria nobil cosa, o si morría:
               E quando trova alcun che degno sia
               Di veder lei, quei prova sua virtute;
               Chè gli avvien ciò che gli dona salute,
               40E sì l’umilia, che ogni offesa obblia.
               Ancor le ha Dio per maggior grazia dato.
               Che non può mal finir chi le ha parlato. ’
          Dice di lei Amor: ‘ Cosa mortale
               Come esser può sì adorna e sì pura? ’
               45Poi la riguarda, e fra sè stesso giura
               Che Dio ne intende di far cosa nuova.
               Color di perla quasi informa, quale
               Conviene a donna aver, non fuor misura:
               Ella è quanto di ben può far natura;
               50Per esempio di lei beltà si prova.
               Degli occhi suoi, come ch’ella gli muova,
               Escono spirti d’amore infiammati,
               Che fieron gli occhi a qual, che allor gli guati,
               E passan sì che ’l cor ciascun ritrova.
               55Voi le vedete Amor pinto nel riso,
               Ove non puote alcun mirarla fiso.
          Canzone, io so che tu girai parlando
               A donne assai, quando t’avrò avanzata:
               Or t’ammonisco, perch’io t’ho allevata
               60Per figliuola d’Amor giovane e piana,
               Che là ove giugni, tu dichi pregando:
               ‘ Insegnatemi gir; ch’io son mandata
               A quella, di cui loda io sono ornata. ’

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               E se non vogli andar, siccome vana,
               65Non ristare ove sia gente villana:
               Ingegnati, se puoi, d’esser palese
               Solo con donna o con uomo cortese,
               Che ti merranno per la via tostana.
               Tu troverai Amor con esso lei;
               70Raccomandami a lui come tu dèi.