Donne, di nuovo el mio cor s'è smarrito
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E non posso pensar dove sie ito.
Era tanto gentil questo mio core,
Che ad un cenno solea tornar volando;
5Perch’i’ ’l pascevo d’un disio d’amore:
Ma una donna l’allettò cantando;
Pur poi lo venne tanto tribolando,
Che s’è sdegnato e da lei s’è fuggito.
Donne, di nuovo . . .
10Questo mio core avea sommo diletto
Di star sempre fra voi, donne leggiadre:
Però, fanciulle, io ho di voi sospetto,
Ch’i’ non dubito già di vostra madre;
Ma voi solete de’ cuori esser ladre,
15Per quant’io n’ho, fanciulle mie, sentito.
Donne, di nuovo . . .
Se pur voi lo sapessi governare,
I’ direi: ‘ Donne, fra voi si rimanga ’:
Ma voi lo fate di fame stentare,
20Sì ch’e’ s’impicca e dibatte alla stanga;
Onde convien che poi tutto s’infranga:
E, s’egli stride, mai non è udito.
Donne, di nuovo . . .
Poi di parole e sguardi lo pascete,
25Ch’, a dire il vero, è un cattivo pasto;
Di fatti a beccatelle lo tenete:
Tanto che mezzo me l’avete guasto.
Datel quà, ladre: e se ci fia contrasto,
Alla corte d’Amor tutte vi cito.
30Donne, di nuovo . . .