Donna, negli occhi vostri
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Tanta e sì chiara ardea
Maravigliosa, altera luce onesta,
Ch’agevolmente uom ravvisar potea
5Quanta parte di cielo in voi si chiude,
E seco dir: ‘ Non mortal cosa è questa.’
Ora si manifesta
Quell’eccelsa virtude
Nel bel consiglio che vi guida ai chiostri;
10Ma perchè i sensi nostri
Son ciechi incontro al vero,
Non lesse uman pensiero
Ciò che dicean que’ santi lumi accesi.
Io gli vidi e gl’intesi,
15Merce di chi innalzommi, e dirò cose
Note a me solo, ed al vulgo ignaro ascose.
Quando piacque a Natura
Di far sue prove estreme
Nell’ordir di vostr’alma il casto ammanto,
20Ella ed Amor si consigliaro insieme,
Sì’ come in opra di comune onore,
Maravigliando pur di poter tanto.
Crescea il lavoro intanto
Di lor speme maggiore,
25E col lavoro al par crescea la cura,
Fin che l’alta fattura
Piacque all’anima altera,
La qual pronta e leggera
Di mano a Dio, lui ringraziando, uscía,
30E raccogliea per via,
Di questa spera discendendo in quella,
Ciò ch’arde di più puro in ogni stella.
Tosto che vide il mondo
L’angelica sembianza
35Che avea l’anima bella entro il bel velo:
‘ Ecco,’ gridò, ‘ la gloria e la speranza
Dell’età nostra: ecco la bella immago
Sì lungamente meditata in cielo.’
E in ciò dire ogni stelo
40Si fea più verde e vago,
E l’aer più sereno e più giocondo.
Felice il suol cui ’l pondo
Premea del bel piè bianco
O del giovenil fianco,
45O percotea lo sfavillar degli occhi;
Ch’ivi i fior visti o tocchi
Intendean lor bellezza, e che que’ rai
Movean più d’alto che dal sole assai.
Stavasi vostra mente
50Paga intanto e serena,
D’alto mirando in noi la sua virtute;
Vedea quanta dolcezza e quanta pena
Destasse in ogni petto a lei rivolto,
Ed udía sospiri e tronche voci e mute;
55E per nostra salute
Crescea grazie al bel volto,
Ora inchinando il chiaro sguardo ardente,
Ora soavemente
Rivolgendolo fiso
60Contro dell’altrui viso,
Quasi col dir: ‘ Mirate, alme, mirate
In me che sia beltate,
Chè per guida di voi scelta son’io,
Ed a ben seguirmi condurrovvi in Dio.’
65Qual’io mi fessi allora,
Quando il leggiadro aspetto
Pien di sua luce agli occhi miei s’offrío,
Amor, tu ’l sai, che il debile intelletto
Al piacer confortando, in lei mi festi
70Veder ciò che vedem tu solo ed io,
Ed additasti al cor mio
In quai modi celesti
Costei l’alme solleva e le innamora:
Ma più d’Amore ancora
75Ben voi stesse il sapete,
Luci beate e liete,
Ch’io vidi or sovra me volgendo altere
Guardar vostro potere,
Or di pietate in dolce atto far mostra,
80Senza discender dalla gloria vostra.
O lenta, e male avvezza
In alto a spiegar l’ale,
Umana vista! o sensi infermi e tardi!
Quanto sopra del vostro esser mortale
85Alzar poteavi ben inteso un solo
Di que’ soavi innamorati sguardi!
Ma il gran piacer codardi
Vi fece al nobil volo,
Che avvicinar poteavi a tanta altezza;
90Chè nè altrove bellezza
Maggior sperar poteste,
Folli, e tra voi diceste,
Quella mirando allor presente e nova:
‘ Qui di posar ne giova,
95Senza seguir la scorta del bel raggio ’:
Qual chi per buon soggiorno oblia il viaggio.
Vedete or come accesa
D’alme faville e nove
Costei corre a compir l’alto disegno!
100Vedi, Amor, quanta in lei dolcezza piove,
Qual si fa il Paradiso, e qual ne resta
II basso mondo, che di lei fu indegno!
Vedi il beato regno
Qual luogo alto le appresta,
105E in lei dal cielo ogni pupilla intesa
Confortarla all’impresa;
Odi gli spirti casti
Gridarle: ‘ Assai tardasti;
Ascendi, o fra di noi tanto aspettata,
110Felice alma ben nata.’
Si volge ella a dir pur ch’altri la siegua,
Poi si mesce fra i lampi e si dilegua.
Canzon, se d’ardir troppo alcun ti sgrida,
Digli che a te non creda,
115Ma venga infinchè puote egli, e la veda.