Doni del ciel, gratuiti tesori
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Questo testo fa parte della raccolta Giacomo Lubrano
VIII
LE BEVANDE AGGHIACCIATE
Doni del ciel, gratuiti tesori
cadono giú le nevi, e in bianca mole
si rapprendon penose, onde la prole
lattin poi sciolte a rustici lavori.
E pure il lusso l’offre in tazze d’ori
per estri a Bacco e fomiti a le gole,
e benché arrabbi ingiurïato il sole,
mira tremar l’está, freddi gli ardori.
Ebri Epuloni, o voi che in laute cene
fate brillar voluttuoso il verno,
ne’ di canicolari entro le vene,
tempo verrá che nel profondo Averno
impetrar non potrete, arsi da pene,
un’istantanea stilla al foco eterno.