Dizionario Latino-Italiano (Georges, Calonghi)/Z
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Traduzione dal tedesco di Ferruccio Calonghi (1896)
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Z
Z, z, lettera che compare solo nelle pavole straniere, Ζ (ζῆτα), chiamata dai Latini zethum; ora == ds; ora == s duro, donde nacque l’ortografia oscillante fra Smyrna e Zmyrna, smaragdus e zmaragdus, e la forma Ζάκυνδος venne trascritta con Saguntum.
Zăcynthŏs, e Zăcynthŭs, i, f. (Ζάκυνθος), Zacinto, isola fertile del mar Jonio; oggi Zante. — Deriv.: Zăcynthĭus, a, um (Ζακύνθιος), di Zacinto.
Zăleucus, i, m. (Ζάλευκος), Zaleuco, celebre legislatore dei Locresi in Italia (verso il 650 a. Cr.).
Zăma, ae, f. (Ζάμα), Zama, città della Numidia, tre giornate a S.O. di Cartagine, residenza abituale del re Giuba, che vi teneva il suo tesoro ed il suo harem; celebre particolarmente per la sconfitta che Scipione inflisse ad Annibale il 202 av. Cr.; oggi Zowarin. — Deriv.: Zămenses, ĭum, m., gli abitanti di Zama.
Zanclē, ēs, f. (Ζάγκλη), Zancle, nome antico della città di Messana (oggi Messina) in Sicilia, dovuto alla sua forma di falce (presso i Siciliani ζάγκλον), Ov. met. 14, 5 e 15, 290. — Deriv.: A) Zanclaeus, a, um (Ζαγκλαῖος), di Zancle, arena, cioè la Sicilia, Ov.: Charybdis, Ov. B) (poet.) Zanclēĭus, a, um, di Zancle, saxa, Ov.
zēlŏty̆pus, a, um (ζηλότυπος), geloso; sost., un geloso, Quint. ed a.
Zēno ovv. Zēnōn, ōnis, f. (Ζήνον), Zenone, I) filosofo greco, nativo di Cizio (nell’isola di Cipro), fondatore della scuola stoica, insegnò ad Atene (attorno al 300 av. Cr.) nello Stoa, e a tarda età si tolse la vita colla fame. II) filosofo greco della scuola eleatica, nativo di Elea, inventore della dialettica e maestro di Pericle. III) filosofo greco della scuola epicurea, maestro di Cicerone e di Attico.
Zēnŏbĭa, ae, f., I) Zenobia, figlia di Mitridate, re dell’Armenia. II) moglie di Odenato, ve di Palmira, la quale, dopo la morte del marito, tenne il regno pel figlio minorenne.
Zĕphy̆rītis, tĭdis, f. (Ζεφυρῖτις), la Zefiritide, cioè Arsinoe, figlia di Listimaco, prima moglie di Tolomeo Filadelfo, dopo la sua morte onorata come Venus Zephyrithis, Catull. 66, 57.
Zĕphy̆rĭum, ĭi, n. (Ζεφύριον), Zefirio, nome di parecchi luoghi, i più noti dei quali sono: I) un castello sulle coste della Cilicia, 120 stadi a S.O. di Tarso. II) un promontorio sulla costa orientale del Bruzzio, sulla punta S.O. dell’Italia; oggi Capo di Bruzzano.
zĕphy̆rus, i, m. (ζέφυρος), vento d’occidente, zefiro, da noi dolce e tiepido, apportatore della primavera e scioglitore delle nevi; latino puro favonius, Sen. nat. qu. 5, 16, 5. Hor. carm. 3, 1, 24: per indicare il principio della primavera, Verg. ge. 1, 44: poet. == vento in genere, Verg. Aen. 4, 562: personif., Verg. Aen. 1, 131.
Zērynthus, i, f. (Ζήρυνθος), Zerinto, città colla grotta di Ecate, in Tracia, presso Eno. — Deriv.: Zērynthĭus, a, um (Ζηρύνθιος), di Zerinto.
Zētēs, ae, m. (Ζήτης), Zete, l’alato fratello di Calai e figlio di Borea; uno degli Argonauti.
Zēthus, i, m. (Ζῆθος), Zeto, figlio di Giove e fratello di Anfione.
Zeuxis, xĭdis (xĭdos}, acc. xin e xim, m. (Ζεῦξις), Zeusi, celebre pittore greco, nativo di Eraclea.
zingĭbĕr, bĕris, n. (ζιγγίβερις), zenzero, Cels. ed a.
zmărāgdus, i, m., V. smaragdus.
Zmyrna, ae, f., V. Smyrna.
Zōĭlus, i, m. (Ζώϊλος), Zoilo, critico e grammatico severo, il quale criticò i poemi omerici im modo sofistico e maligno (chiamato quindi Ὅμερομάστιξ, Homeromastix); appell., critico sofistico, maligno, criticonzolo, Ov. rem. 366.
zōna, ae, f. (ζώνη), cintura, I) propr.: a) cintura di castità delle donne, Ov.: zonam solvere, Catull.: zona recincta, Ov.: simbolo della verginità, quindi zona casta, Ov. b) cintura degli uomini, partic. per riporvi il denaro, Liv. ed a.: qui zonam perdidit, che ha perso la borsa, che è al verde, Hor. II) trasl.: A) cinto di Orione, costellazione, Ov. fast. 6, 787. B) zonae, zone, quelle 5 fasce che dividono la terra a seconda del clima, cioè due frigidae, glaciali, tra il polo ed i circoli polari, una torrida ovv. usta, torrida, fra i due tropici, e due temperatae, temperate, fra i due circoli polari ed i due tropici, V. Verg. ge. 1, 283. Ov. met. 1, 45 e sgg. e 2, 131. Mela 1, 1, 2 (1, § 4).
zōnārĭus, ĭi, m. (zona), che fabbrica cinture, Cic. Flacc. 17.
zōnŭla, ae, f. (dimin. di zona), piccola cintura, Catull. 61, 53.
Zōpy̆rus, i, m. (Ζώπυρος), I) Zopiro, celebre fisiognomo ai tempi di Socrate. II) nobile Persiano, insigne per essersi da se stesso mutilato e aver così aiutato Dario ad espugnare Babilonia. III) retore.
Zōrŏastrēs, is, acc. en, m. (Ζωροάστρης), Zoroastro, legislavore dell’impero medo-battriano, circa 70 anni prima di Ciro, autore di scritti religiosi, che si conservano ancor ora sotto il nome di Zend Avesta.
Zōstēr, ēris, m. (ζωστήρ), promontorio con città e porto nell’Attica, sul golfo Saronico; oggi Capo Karvura.
zōthēca, ae, f. (ζωθήκη), gabinetto, alcova per dormirvi di giorno (contr. dormitorium, per la notte), Plin. ep 2, 17, 21.
zōthēcŭla, ae, f. (dimin. di zotheca), piccolo gabinetto, alcova (V. zotheca), Plin. ep 5, 6, 38.