Discussione:La spigolatrice di Sapri

Ultimo commento: 2 anni fa, lasciato da Genera123 in merito all'argomento Errore nel terzo verso

"Finchè"? (v. 47) modifica

Non credo corretta la forma "finchè", scritta con l'accento grave. Peraltro, mi sembra che nella maggior parte delle versioni della "Spigolatrice" si trovi la forma "fin che". Commento non firmato di 78.123.33.80 (discussioni) .

La fonte indicata nella tabella qui sopra [1] riporta "Finchè", quindi non si tratta di un errore di trascrizione in quanto il testo su Wikisource riporta fedelmente la fonte cartacea.
Se conosci altre fonti cartacee disponibili online segnalacele e aggiungeremo la trascrizione su Wikisource. Grazie per la segnalazione, ciao, --Accurimbono (disc) 13:51, 26 set 2010 (CEST)Rispondi

Errore nel terzo verso modifica

Al terzo verso, non è sbagliato "Me ne andava..."? Sarebbe da correggere con "Me ne andavo...". Commento non firmato di 87.16.2.248 (discussioni) , in data 21:09, 11 mar 2011.

Leggendo dalla fonte indicata qua sopra si può tranquillamente affermare che Non è sbagliato. - εΔω 21:25, 11 mar 2011 (CET)Rispondi
Veramente per ogni fonte che riporta andavA ce ne sono altrettante che riportano andavO. --Genera123 (disc.) 10:30, 11 ago 2021 (CEST)Rispondi
Caro @Genera123, il punto è spiegato nel post sotto a questo: siamo tutti consci che l'edizione da cui è tratto il testo qui presente contiene degli errori, ma non è il nostro obiettivo creare una "edizione perfetta" (ci chiamiamo Wikisource, riportiamo fonti), ma ricopiare fedelmente le fonti che abbiamo trascritto. Nulla impedisce di affiancare una seconda trascrizione purché come questa, faccia riferimento alla digitalizzazione di un testo cartaceo. Se conosci una di queste edizioni di miglior pregio indicacela, poi quando avremo caricato le pagine da trascrivere dacci una mano a riportarle. - εΔω 19:27, 11 ago 2021 (CEST)Rispondi

Capisco, grazie per il chiarimento! --Genera123 (disc.) 08:46, 23 ago 2021 (CEST)Rispondi

Verso 16 modifica

Il verso 16: "Tutti aveano una lagrima ed un sorriso" non è un endecasillabo, e quindi probabilmente non è corretto, benché anche la fonte lo riporti così. Io propongo di eliminare la "d" eufonica ("ed un sorriso"), per avere "Tutti aveano una lagrima e un sorriso", endecasillabo.Commento non firmato di GiovinSaffico (discussioni) , in data 16:16, 2 lug 2011.

Che dire, non ti do torto, infatti abbiamo un errore simile persino nel ritornello, dove "E son morti" deve certamente essere un quinario e sono morti.
Questo non toglie che se comncediamo a chiunque di divinare correzioni rischiamo di vanificare lo scopo di questo progetto: forniamo fonti, non edizioni critiche. Sebbene concordi con te che la correzione da te proposta sia la più sensata, poniamo che arrivi il primo bulletto di turno a contestare che la correzione dovrebbe essere tutti aveano una lagrima, un sorriso con ardito asindeto... insomma, se vogliamo evitare discussioni accademiche tra utenti che dietro il nickname possono improvvisarsi filologi o frequentatori di forum, talk show ecc. ecc., noi stiamo contenti al quia... perpetueremo un errore, ma non corrompiamo la fonte.
P.S. Questa è la migliore fonte che abbiamo trovato in rete. Siamo ancora in cerca di una edizione digitalizzata di Pubblico Dominio che riporti un versione migliore di questa. Se la trovi segnalacela! - εΔω 16:55, 2 lug 2011 (CEST)Rispondi
Sulla pagina "Luigi Mercantini" e su quella "Carlo Pisacane" (paragrafo 1.6) di Wikipedia si riporta (senza dividere il distico): "Eran trecento, eran giovan e forti e sono morti...": già qui ci sarebbe da decidere. Ora non trovo edizioni disponibili che dimostrino la lezione migliore, ma basta ricercare su Google Libri "tutti aveano una lagrima e un sorriso" per constatare che sono numerose le edizioni che presentano l'endecasillabo, e non lo sgorbio dodecasillabo. [2] Commento non firmato di GiovinSaffico (discussioni) , in data 16:41, 2 lug 2011.
Provo a rispiegare. Guarda che non ho dubbi sulla bontà della tua lectio (il link da te riportato presenta un ventaglio di testi che invita a riflettere sulle varianti avean-aveano o lagrima-lacrima, però andremmo off-topic), ma non intendo legittimare me per primo, te, o chiunque altro a far divergere il testo rispetto alla fonte se questa è perfettamente confrontabile a video con l'originale cartaceo digitalizzato. La maniera per ovviare a quello che per me come per chiunque ha qualche nozione di metrica è un errore rimane
  • Trovare una fonte migliore e ugualmente disponibile
  • Pubblicare questo testo in qualche altro sito e correggerlo e non qua.
Se qualche nostro testo non presenta la scansione del cartaceo per confronto (si tratta dei primi testi caricati) allora si può anche discutere, e qualche volta tu stesso hai compiuto aggiustamenti che abbiamo considerato leciti, ma non in questo caso, dove l'errore è già nella fonte e non c'è dubbio che sia scritto così. Noi forniamo materiali con una licenza che ne permette il massimo sfruttamento, sta a chi li vuole sfruttare ripubblicarli e aggiustarli a suo piacimento altrove, noi stiamo alla fonte.
Torno a concludere con un appello alla qualità della fonte. Le edizioni moderne non sono riproducibili con scansioni delle pagine, mentre quelle riproducibili non sono sempre qualitativamente le migliori. Finché non giungeremo a risolvere questa dicotomia le nostre pubblicazioni cercheranno il miglior compromesso, cioè la miglior edizione già di Pubblico Dominio. - εΔω 18:57, 2 lug 2011 (CEST)Rispondi

Quindi si dovrebbe accettare una lezione manifestamente errata solo perché questa è riportata da un libretto di antiquariato, le cui pagine sono state fotocopiate e messe in Internet? Comprendo che un'eventuale modifica del testo, che non obbedisca passiva all'originale cartaceo, può sembrare un atto di bullismo qualora non sia giustificata; ma in questo caso pare molto più ingiustificato copiare un palese errore e imporlo conoscendo perfettamente che di errore si tratta. E' una semplice "d", ma rovina la musicalità del verso, ed è quindi molto più grave dei possibili errori che si avrebbero modificando il testo dell'originale cartaceo (quali: "Tutti avean una lagrima", "lacrima" e non "lagrima", etc.). L'osservanza estrema e l'estremo rispetto per l'originale porterebbe altrimenti anche ad accettare e copiare un palese errore di stampa (quale, a esempio, "costuzione" per "costruzione"? Se no, perché in questo caso dovrebbe? Commento non firmato di GiovinSaffico (discussioni) , in data 15:48, 3 lug 2011.

Come detto da Edo sopra, l'obiettivo di questo progetto non è la musicalità, ma essere fedeli alle fonti. Ti invito a leggere le convenzioni di trascrizione, che sono state discusse dalla comunità, si trovano qui.
Come già detto sopra, l'unico modo per avere un'edizione migliore è trovare una scansione "migliore" e trascrivere anche quella. Per un testo è possibile, anzi è auspicabile, avere più edizioni, e che ogni trascrizione sia aderente all'edizione che si vuole riprodurre fedelmente. Ad altri le correzioni e le edizioni critiche. --Accurimbono (disc) 09:52, 4 lug 2011 (CEST)Rispondi
>Caro GiovinSaffico, per quanto stupido possa sembrare, preferiamo non creare un precedente (per quanto razionale) per mantenere un metodo di lavoro che reputiamo corretto. se trovassimo un'altra fonte, ppotremmo sostituire o aggiungerla a quella corrente: se avessimo intenzione di caricare qui da noi quel testo potremmo permetterci la modifica, ma non ora che quella scansione rimane in un sito esterno. Come dire, una tua richiesta razionalissima si sta scontrando con una procedura (nostra) che preferiamo mantenere "orotodossa". Confido però che a breve potremmo imoprtare l'intero tomo delle poesie e riuscire a gestire al meglio la cosa. Tu e il tuo amore per logos siete peròò assolutamente i benvenuti, spero proprio tu trovi qualche testo meno problematico su cui lavorare, ci farebbe piacere poter avere fra di noi qualcuno con le tue competenze. Aubrey McFato 18:27, 4 lug 2011 (CEST)Rispondi
Ritorna alla pagina "La spigolatrice di Sapri".