Discussione:La riforma dell'Alcorano

Ultimo commento: 9 mesi fa, lasciato da Accurimbono in merito all'argomento Impensabili connessioni tra Italia e Cecenia

Impensabili connessioni tra Italia e Cecenia modifica

Caro Accurimbono,

alla ricerca di chi sia il Seich Mansur indicato nel frontespizio della riforma dell'Alcorano Google mi suggerisce che si tratti di Shaykh Mansur Ushurma, figura archetipica dell'indipendenza cecena, il quale potrebbe addirittura essere una seconda identità di Giambattista Boetti... l'attribuzione del libro sembra essere un caso molto intrigante. Se mastichi tedesco o se conosci qualcuno che lo capisca bene prova a leggere qui. - εΔω 01:46, 17 dic 2016 (CET)Rispondi

Ciao @OrbiliusMagister, grazie per l'interessamento.
Mi stavo chiedendo anche io la storia di questo libro. Decisamente interessante. Avevo già individuato Shaykh Mansur Ushurma e l'avevo linkato nel frontespizio col template W.
Non so se hai visto l'attribuzione fatta da SBN a Autore:Filippo Buonarroti.
Il tedesco non lo mastico purtroppo, appena possibile provo a chiedere a Google Translator. --Accurimbono (disc) 18:08, 17 dic 2016 (CET)Rispondi
Secondo DBI sempra proprio che si tratti di BOETTI:
 
«Ripartito da Costantinopoli con la carovana di un ricco mercante persiano, il B. raggiunse Erzurum, attraversò la Persia e quindi si fermò nuovamente ad 'Amādīyah.

Qui si rinchiuse per più di tre mesi in una casa presa in affitto, assorto, come poi volle la leggenda, in profonde meditazioni. Uscito dalla clausura cominciò a predicare alla plebe di 'Amādīyah un suo nuovo verbo, un immaginoso miscuglio di cristianesimo e di islamismo, di deismo e di utopismo illuministico. L'idea fondamentale del B. è quella di una grande riforma religiosa che investa ad un tempo l'Islam e il mondo cristiano, poiché entrambi, per la corruzione e l'impostura dei sacerdoti, hanno smarrito i valori fondamentali della fede. Occorre ripristinare, proclama il B. nella sua predicazione, il culto interiore di un Dio unico e indivisibile: la trinità divina, le forme esteriori del culto, l'idea di un premio o di un castigo eterno, il battesimo e la circoncisione, il sacerdozio sono oggetto della violenta polemica del Boetti. Cristo non è che un uomo, il Paradiso non è che l'assenza eterna del dolore: queste le altre verità della nuova fede. Alle quali si aggiungono precise norme morali: leciti sono la fornicazione, l'incesto, il suicidio; delitti gravissimi la preghiera e l'adulterio, l'omicidio, il furto senza estrema necessità, i voti religiosi, il tradimento. Infine un programma sociale semplice, ma esauriente: i codardi, i poltroni, gli avari debbono essere privati delle ricchezze e mandati a lavorare nei campi.

Con questo bagaglio ideologico, con la conoscenza sicura di lingue e dialetti orientali. con il fascino di una eloquenza immaginosa e di una personalità dalle mille risorse, il B. mosse alla conquista del suo effimero impero. Il nuovo credo doveva infatti essere imposto nel modo più risoluto, massacrando coloro che non lo avessero accettato. Non mancarono certamente i seguaci al "profeta Manṣū'r", il profeta vittorioso, come subito fu denominato il Boetti. I primi furono reclutati ad 'Amādīyah, dove il khān della città si fece egli stesso propagatore del nuovo verbo ed esaltatore del profeta. Novantasette furono, secondo le fonti, i primi seguaci del B.: con questi l'antico domenicano mosse alla conquista dell'impero turco.»
Incredibile! Cosa facciamo adesso? --Accurimbono (disc) 18:19, 17 dic 2016 (CET)Rispondi
Ho letto le prime tre pagine del libro: l'identificazione è immediata. Non possiamo dire che il personaggio storico Shaykh Mansur Ushurma sia Boetti, ma certo il personaggio che scrive il lbro e si spaccia per lui è il Boetti. Per me basta e avanza. Mettiamo come autore Boetti e poniamo come suo pseudonimo Sheic Mansur. - εΔω 08:41, 18 dic 2016 (CET)Rispondi
@OrbiliusMagister
Perfetto. Propongo di spostare questa discussione nella pagina discussione del testo e dell'autore.
Rimane da capire il ruolo di Autore:Filippo Buonarroti. --Accurimbono (disc) 09:19, 18 dic 2016 (CET)Rispondi
Riporto da [1]:
 
«scheda di Cuaz, M., L'Indice 1992, n.11

Preceduto da una serie di false corrispondenze da Costantinopoli, pubblicate sulla "Gazzetta Universale" di Firenze, usciva anonimo, nel 1786, prudentemente presentato come traduzione dall'arabo, il singolare opuscolo dello sceicco Mansur, "La riforma dell'Alcorano e le profezie dell'aggiornante, dell'illuminato e del vigilante profeta seich Mansur". Alcuni lettori del tempo avevano già colto i riferimenti a un mondo assai più vicino di quello delle montagne del Caucaso, teatro della rivolta dei ceceni e degli ingusci guidati dallo sceicco Mansur contro le armate di Caterina II. Il misterioso riformatore caucasico aveva parlato troppo esplicitamente di degenerazione della chiesa islamica, di uguaglianza tra gli uomini e di emancipazione della donna, di abolizione della proprietà privata e di comunione dei beni, di cosmopolitismo e di tolleranza religiosa, con echi testuali troppo evidenti delle opere di Mably, di Morelly, di Helvétius e di Rousseau, perché l'opuscolo potesse apparire un'innocente "traduzione dall'arabo". "La riforma dell'Alcorano" invitava tutti i popoli alla rivoluzione, a rivendicare "i giusti diritti alla libertà", annunciava una rivoluzione imminente che in nome delle leggi di natura avrebbe travolto le chiese, i despoti e le aristocrazie.

Nel 1986, Franco Venturi, sulle pagine della "Rivista Storica Italiana" (XCVIII, pp. 47-77), aveva riproposto l'opuscolo all'attenzione degli studiosi suggerendone la paternità del giovane Filippo Buonarroti, a quel tempo redattore della "Gazzetta Universale" impegnato a costruire, guardando anche alla lontana rivolta dei montanari del Caucaso, un "laboratorio per la scoperta della felicità". Oggi, il massimo studioso italiano del Settecento, che va completando il suo grande affresco internazionale sulla crisi dell'antico regime, e il biografo di Filippo Buonarroti, studioso della cultura giacobina e rivoluzionaria italiana, Alessandro Galante Garrone, si sono uniti per rileggere e ripubblicare un testo che raccoglie l'eredità dell'illuminismo radicale e utopista francese per costruire i materiali di una cultura rivoluzionaria. Venturi, dopo aver collocato la rivolta di Mansur all'interno dei secolari conflitti fra le popolazioni caucasiche e l'imperialismo russo (con molti riferimenti al più moderno imperialismo sovietico e ai più recenti drammi delle popolazioni caucasiche), ricostruisce gli echi italiani della lontana rivoluzione che precede di pochi anni la caduta della Bastiglia. Consegna quindi il testo della "Riforma dell'Alcorano" alla raffinata lettura di Galante Garrone che ricostruisce l'evoluzione culturale del giovane Buonarroti, da lettore di Mably e degli utopisti francesi a teorico del babuvismo, percorso all'interno del quale trovano una persuasiva collocazione le false corrispondenze della "Gazzetta Universale" e la finta traduzione dell'opuscolo di Mansur. Nella Toscana di Pietro Leopoldo e di Scipione de Ricci, nel segreto della tipografia di Anton Giuseppe Pagani, Mansur diventava lo schermo attraverso il quale il giovane rivoluzionario toscano poteva parlare liberamente. E oggi, come insegnano gli ultimi volumi del Settecento riformatore di Venturi, anche una lontana rivolta di montanari del Caucaso, letta e reinterpretata attraverso le gazzette settecentesche, può aiutare a comprendere nella sua dimensione internazionale la crisi dell'antico regime e la nascita del radicalismo rivoluzionario europeo.»
@OrbiliusMagister forse dobbiamo riconsiderare l'attribuzione? --Accurimbono (disc) 16:16, 12 lug 2023 (CEST)Rispondi
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