Diario del principe Agostino Chigi Albani/Anno 1845
Questo testo è completo. |
◄ | Anno 1844 | Anno 1846 | ► |
1845
GENNAIO
Lunedì 6. — In questi giorni si parla molto di un Editto pubblicato colle stampe (del quale sono venute delle copie a Roma) dal Card. Caggiano Vescovo di Sinigaglia sul buon costume, in cui si prescrive, fra le altre strane disposizioni, sotto pena di scomunica, che i fidanzati non possono far più di tre visite alle loro promesse spose, senza effettuare il matrimonio, che debbano restituirsi i regali fatti, sotto pena di venir questi confiscati, per erogarsi in benefizio dei poveri; e che siccome il disordine regna principalmente fra i contadini, in caso di contravvenzione, quelli addetti ai beni della Mensa saranno espulsi, e di quelli addetti ad altri possidenti se ne procurerà l’espulsione (!!).
MARZO
Lunedì 17. — Questa sera è arrivato il Conte dell’Aquila fratello del Re di Napoli colla moglie, nata principessa del Brasile, e sono andati ad alloggiare come hanno potuto, insieme col Re ed alla Regina, in alcune camere, che questi e quelli hanno stentato a trovare (attesa l’affluenza dei forestieri in questi giorni, e la necessaria prevenzione) alla locanda della Gran Brettagna al Babbuino e alla casa dirimpetto.
Mercoledì 26, — Questa mattina doveva eseguirsi una corsa inglese sulla tenuta di Redicicoli fuori di porta Pia; ma nell’atto che vi si era radunata quantità di persone, e fatti dei preparativi, vi sono andati degli agenti di polizia, che hanno annunziata la proibizione della corsa, con gran disappunto di tutti gl’intervenuti.1 Questa mattina è partito il Re di Napoli colla Regina di ritorno a Napoli e seco è partito il Conte di Trapani, suo fratello che da 7 anni a questa parte stava in educazione nel collegio dei Nobili dai Gesuiti, e che da piccolo mostrava inclinazione per lo stato ecclesiastico, quale coll’andar del tempo è interamente svanita. Questa mattina sono andato in legno con Checco a vedere due pavimenti di Musaico ritrovati ultimamente in una vigna fuori di porta S. Lorenzo, appartenente ad un tal Brancadori, e che non mi sono sembrati di un grande interesse.
APRILE
Mercoledì 2. — Ieri è giunto da Parigi M°. Rossi2 destinato (si dice) a dirigere gli affari dell’ambasciata di Francia in occasione della imminente partenza dell’ambasciatore, che è nello stato il più deplorabile di salute.
Venerdì 11. — Questa mattina M°. Rossi (il quale si qualifica Envoyé extraordinarie et Ministre plenipotentiaire appellé a gèrèr l’Ambassade de France) è andato a presentare al Papa le credenziali.
MAGGIO
Sabato 3. — Questa mattina il Papa à fatto a S. Maria Maggiore la funzione di benedire la nuova campana grande di quella Basilica, che deve sostituirsi all’antica che si ruppe r anno scorso.
Lunedì 12. — Oggi dopo pranzo nella Protomoteca di Campidoglio si è tenuta una solenne adunanza d’Arcadia per l’inaugurazione del busto di Vittoria Colonna, che ivi è stato collocato. Il principe e principessa Torlonia, nata Colonna, vi sono intervenuti, ed il Cav. Visconti ha recitata la prosa. Io non vi sono andato.
LUGLIO
Mercoledì 2. — Oggi è uscito un Editto dal Tesoriere con cui vengono ribassati i dazi d’introduzione di molti generi esteri, massimamente sui panni castorini, e si vieta l’introduzione nei posti franchi degli oggetti di vestiario lavorato. Si dice che l’oggetto di questa riforma sia stato di diminuire il controbando: anche sui dazi del zucchero e caffè si fa una diminuzione, come pure sui dazi d’estrazione degli stracci e del tartaro.
Giovedì 17. — In una causa pendente al tribunale dell’ A.-C. tra il Cav. Pietro Ercole Visconti Commissario dell’Antichità e Segretario dell’Accademia di Archeologia, e gli associati di un’opera che egli sta pubblicando sulle famiglie nobili romane; avendo un tal Gennarelli, accademico anch’esso, pubblicato colle stampe due voti nei quali ha molto malmenato e ridicolizzato il Visconti; il Presidente dell’accademia D. Pietro Odescalchi ha creduto avanzare ricorso al Card. Camerlengo, protettore della medesima, e domandarne riparazione, come di ingiurie al Corpo. In seguito di che il Cardinale ha diretto un biglietto al Gennarelli, nel quale, in termini molto severi, gli s’intima di dover scrivere lettere di scusa al Presidente ed al Visconti, dentro un mese, dovendo le lettere suddette rimanere negli atti dell’accademia, e non adempiendo a questa ingiunzione si dichiara verrà dalla medesima espulso, ed intanto dovrà astenersi dall’intervenirvi. Ciò ha suscitato gran rumore fra gli accademici, sostenendosi fra loro che il Presidente non fosse autorizzato ad avanzare il ricorso di suo arbitrio; e si minacciano rinunzie ecct. ecct. assicurandosi che il Principe Borghese, uno dei soci, l’abbia già date.
Lunedì 31. — Vari soci dell’accademia archeologica, e segnatamente quelli componenti il consiglio dei censori, sottoscrissero una protesta contro il rapporto fatto dal Presidente Odescalcbi al Card. Camerlengo sull’affare di Visconti e Gennarelli, senza loro saputa, onde ne venne poi il dispaccio comminatorio del Cardinale, e la rimisero al Presidente stesso onde la comunicasse all’accademia, che doveva radunarsi venerdì scorso; il che dal Presidente non fu eseguito: onde l’affare resta sempre nello stato di fermento. Corre qualche voce che alcuni Cardinali abbiano intrapreso tentare la conciliazione.
AGOSTO
Sabato 23. — Ieri nella sezione politica del tribunale della Consulta si è giudicata la causa dell’avv. Galletti di Bologna e di vari altri implicati negli ultimi torbidi di quella provincia, ed il primo è stato condannato alla pena della detenzione a vita e gli altri a pene proporzionatamente minori.
Martedì 26. — Nella notte scorsa è stato arrestato e condotto a Castel S. Angelo il negoziante di droghe Bartolomeo Galletti, che è passato sin qui per uno dei più belli ed eleganti giovani (volgarmente Paini) di Roma; non si sa bene se il motivo del suo arresto sia polìtico, o di altro genere.
Mercoledì 2;. — L’arresto di Galletti è stato ordinato dal tribunale del Vicariato per oggetto di sua competenza.
Domenina 31. — Si assicura che tutti i detenuti politici, che sin qui si custodivano nella fortezza di Civita Castellana, siano stati trasportati a Roma, e ciò in seguito della scoperta di un complotto tra i soldati di quella guarnigione, tendente a favorire l’evasione dei detenuti medesimi.
SETTEMBRE
Domenica 7. — Avendo la moglie di Galletti partorito nei giorni scorsi, ed avendo dovuto subire un’operazione, in seguito di che trovasi (per quanto si assicura) in qualche pericolo: il suddetto Galletti è stato abilitato a ritornare temporaneamente a casa sotto la custodia di un piantone per assistere la moglie.
Venerdì 12. — È stata spedita in fretta della truppa di fanteria con alcuni dragoni ad Albano, e qualche altra forza su vari posti del litorale dalla parte di Fiumicino e di Civitavecchia, sembrando che vi possa essere timore di qualche sbarco di rivoluzionari, sulle nostre spiaggie.
Venerdì 19. — Verso sera con spedizione venuta da Civita Castellana si è saputo che i detenuti in quella fortezza in numero (per quanto dicesi) di sopra ai 40, essendo riusciti ad impadronirsi delle chiavi delle prigioni tentarono di evadere dal forte; quel tentativo replicarono per 2 volte inutilmente per la resistenza della truppa che dovè far fuoco sopra di loro.
Giovedì 25. — Col corrriere di Bologna arrivato questa mattina si è avuta la ben triste notizia, che martedì verso sera seguì una rivoluzione a Rimini, e che i rivoltosi erano rimasti padroni della città dopo avere disarmata la poca truppa pontificia, che vi era, uccisi alcuni carabinieri e liberati i detenuti. Siccome al corriere i rivoltosi stessi nel suo passaggio per Rimìni tolsero tutti i plichi diretti ad autorità governative, non sì hanno sinora che pochissimi ed imperfetti dettagli sul fatto. Pare che qualche numero dei suddetti si fosse diretto a S. Leo per liberare anche i detenuti di quel forte.
Sabato 27. — Il corriere dì Bologna oggi è venuto, per la via di Toscana. Sin ora non si sa che la rivoluzione dì Rimini si sia propagata ad altri paesi dì quelle provincia ma pur troppo se ne sta in timore.
Domenica 28. — Una staffetta giunta nella notte scorsa ha recato la notizia che mercoledì passato scoppiò la rivolta a Ravenna, che i rivoltosi assalirono replicatamente la caserma, ma dopo una lotta molto ostinata (in cui fu necessario far uso del cannone) furono respinti e fugati, con molta loro perdita, dalla truppa svizzera. Si dice che i carabinieri vi abbiano perduto degli uomini nella zuffa, e pochi gli svizzeri. In seguito di ciò si ha motivo di credere che i rivoltosi dì Rimini informati dai fuggitivi dell’accaduto a Ravenna, possano aver abbandonato il paese, e si dice che la staffetta abbia potuto venire liberamente per la via di Rimini.
Lunedì 29. — Questa mattina con sorpresa si è saputo che ’ tutte le notizie di ieri sull’accaduto a Ravenna non hanno alcun fondamento, e che niente colà sin’ora è accaduto. Le nuove di ieri provenivano da Pesaro, fondate su voci ivi sparse. La fuga dei rivoltosi da Rimini si conferma pienamente. Il corriere di Bologna però è venuto anche oggi per la via di Toscana.
Martedì 30. — Niente sì è saputo dalla provincia di Romagna. La Diligenza è passata senza ostacoli.
OTTOBRE
Venerdì 21. — Si è pubblicato colle stampe il decreto che pone all’indice dei libri proibiti un’opera dell’ab. Lanci, professore in Sapienza di lingua araba e scrittore della biblioteca Vaticana, intitolata «Paralipomeni all’illustrazione della S. Scrittura per monumenti Fenici - Assiri - Egiziani» condannata dal S. Uffizio e stampata all’estero, e l’Autore per quanto si assicura è stato privato della cattedra e dell’impiego alla Vaticana. Egli è assente da qualche tempo e si crede in Francia.
NOVEMBRE
Martedì 11. — Questa mattina sono stati condotti per la città in un carretto alcuni condannati alla galera per furti ecc. Sono passati anche per il corso sotto casa nostra.
DICEMBRE
Giovedì 4. — È arrivato oggi il Cardinal Gizzi Legato di Forlì. La voce comune si è che egli abbia rinunciata la Legazione, e che (la sua rinunzia) sia stata accettata. Quanto alla causa della rinunzia chi dice sia lo stato della salute (che realmente è infelice), chi la dice proveniente da disgusti intervenuti fra lui e la Segreteria di Stato intorno all’occasione degli ultimi avvenimenti di Rimini.
Lunedì 8. — Questa sera due uomini addetti al servizio della Villa Borghese, nel ritornare con una donna alla loro abitazione nel casino detto della Croce presso il Cancello verso Porta Pinciana, sono stati assaliti da 7 malviventi, che, dopo averli serviti tutti tre con colpi di coltello, sono andati al casino ed hanno portato via tutto quel poco, che in esso era in danaro e in robba di qualche valore. La donna è morta poco dopo, gli uomini sono stati trasportati all’ospedale, e si dice che le ferite non siano mortali.
Sabato 13. — Questa mattina circa le 5 di Francia è arrivato l’imperatore di Russia, proveniente da Napoli, ed è andato ad alloggiare al palazzo Giustiniani ove abita il suo ministro M. Bouteneff. Circa le 11 antimeridiane è andato a visitare il Papa, che lo ha ricevuto col solito trattamento della doppia anticamera ecc. L’abboccamento a cui sono stati presenti il Card. Acton ed il Ministro Bouteneff, ha durato un’ora e un quarto. La gravità estrema delle vertenze attualmente pendenti tra le 2 parti sugli affari di Religione in Polonia, eccitano un’immensa curiosità sul tenore di questa conferenza, che per la sua lunghezza non si può credere limitata a soli complimenti, e di cui pare da ambe le parti si apprendesse in antecedenza r importanza. Gli scrutatori delle fisionomie pretendono di aver rimarcato nelle medesime indizi piuttosto di soddisfazione. Dio faccia che i prognostici non siano fallaci.
Domenica 14. — Questa mattina l’Imperatore di Russia è andato a vedere tutta la fabbrica di S. Pietro, inclusivamente la Cupola ed è salito sin dentro la Palla ed ha accettato un piccolo dejunèr preparatogli, di cui però poco o nulla ha gustato; ma ha bevuto alla salute del S. Padre.
Lunedì 15. — L’Imperatore di Russia è tornato oggi al Vaticano per vedere ciò che non aveva veduto sin qui. Egli ed il Conte di Nesselrode, suo ministro per gli affari esteri, si assicura abbiano avuta qualche conferenza col Card. Lambruschini Segretario di Stato. Io oggi ho veduto l’Imperatore in carrozzella al Pincio ove va ogni giorno.
Martedi 16. — L’Imperatore di Russia oggi è andato a S. Paolo, a S. Giovanni, a S. Maria Maggiore, a qualche studio di artista, e ad una esposizione di quadri fatta espressamente in questa occasione sul solito locale del Popolo.
Mercoledì 17. — Questa mattina l’Imperatore è tornato a vedere il Papa per congedo, e vi si è trattenuto circa 3 quarti d’ora, presentì gli stessi due soggetti della prima volta. A tutti è sembrato di rimarcare molta freddezza. Ieri sera fu a vedere il Museo Vaticano a lume di torcie. Ieri arrivò il Principe Alberto dì Prussia, fratello dell’Imperatrice, da Napoli, nel tempo che l’Imperatore stava al palazzo lateranense.
Giovedì 18. — Mezz’ora dopo la mezzanotte scorsa è partito l’Imperatore di Russia alla volta di Firenze, per la via di Siena. Durante il suo soggiorno in Roma non ha veduto altri cardinali, oltre Lambruschini, che Bernetti (quale conobbe in Russia all’epoca della sua incoronazione) e Mezzofanti per il suo straordinario talento poliglotto.
Note
- ↑ Vedi nota della pag. 167.
- ↑ È questi il celebre Pellegrino Rossi.