Dialoghetti sulle materie correnti nell'anno 1831/Dialogo primo/Parte prima
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Dialogo primo
Parte prima
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DIALOGO PRIMO.
PARTE PRIMA.
L’EUROPA, LA GIUSTIZIA E L’ITALIA.
- L’Europa
- Manco male che anche questa è passata. Corpo dell’orizzonte! Dopo ventisei anni di strepito e di trambusto era tempo di pigliare un poco di fiato. La rivoluzione è domata; la republica ha finito colla tirannia come era da aspettarsi; e quel bricconcello di Corso che mangiava i miei regni uno dopo l’altro, come confetti, ha dovuto metterli fuori, e se ne è andato a digerire la scomunica, e a trastullarsi con le ostriche, e coi gabbiani. Adesso il riposo della terra dovrebbe essere assicurato, ma tuttavia non odo grandi allegrie per il mondo. Voglio informarmi un poco, e domanderò al primo che passi. Oh, ecco là la Giustizia che si diverte con uno scacciamosche. Signora Giustizia, sentite una parola.
- La Giustiza
- Cosa desiderate, madonna Europa?
- L’Europa
- Vorrei sapere come vanno le bisogne del mondo, e cosa si fa per rimettere le ossa al suo posto. Voi, che siete di gabinetto, sarete informata di tutto.
- La Giustiza
- V’ingannate, madonna Europa, io non sono di gabinetto, e perciò, mentre gli altri consigliano, io vado scacciando le mosche.
- L’Europa
- Cosa mi dite mai! E chi presiede al consiglio in vece vostra?
- La Giustizia
- Già si sa; la Politica.
- L’Europa
- Ma, secondo tutte le regole, la Politica non deve mai scompagnarsi dalla giustizia e dalla religione, e una volta si praticava così.
- La Giustizia
- Parlandoci sinceramente non so se negli affari grandi si sia mai praticato; ma comunque fosse una volta, adesso non è così. Noi per verità siamo bene accolte ed accarezzate nel cuore dei principi, ma dicono che i principi nei gabinetti contano poco, e quando gli affari si portano al gabinetto, la Politica fa tutto, e la giustizia e la religione restano di fuori a prendere il fresco.
- L’Europa
- Questa cosa mi dispiace, perchè della Politica mi fido poco. Quella saccente pretende di saper tutto, ma in sostanza quando va sola cammina come un’asina zoppa, e altre volte mi ha fatto rompere il collo. Come potrebbe farsi per avere informazione di qualche cosa?
- La Giustizia
- Ecco l’Italia che ha sbrigato le sue faccende, essa potrà darvi qualche notizia. Madamigella Italia, vi chiama vostra madre.
- L’Italia
- Mammina Europa, cosa bramate da me?
- L’Europa
- Raccontatemi un poco come si vanno accomodando le cose di questa terra.
- L’Italia
- Mammina mia, già sapete che al mondo io conto poco, e perciò delle cose degli altri sono poco informata. Quanto a me non ci è stato male, e poteva andar peggio.
- L’Europa
- Dunque un poco di male ci è stato?
- L’Italia
- Piccole cose; parvità di materia.
- L’Europa
- Forse non sono tornate in piedi le republiche di Venezia e di Genova?
- L’Italia
- Eh, di questo non mi lamento. Questi stati non avevano padroni, o piuttosto ne avevano troppi, e forse per i popoli sarà meglio avere un padrone solo. Inoltre, mammina mia, la riunione della Venezia e della Liguria ad altri regni potenti era necessaria per il vostro equilibrio, e i vostri figliuoli hanno gran cura di mettervi i contrappesi, acciocchè non dobbiate camminare sciancata.
- L’Europa
- Sono obbligata alla carità dei miei figli, ma non vorrei che per tenermi in equilibrio mandassero sciancata la Giustizia. Tuttavia passiamola per Genova e Venezia, e ragioniamo del resto. Il Papa ha riavuto il suo stato?
- L’Italia
- Sì, lo ha riavuto.
- L’Europa
- Tutto?
- L’Italia
- Sì, tutto, meno un campetto di là dal Po.
- L’Europa
- Via, per un campetto.....
- L’Italia
- Un campetto con trentamila abitanti.
- L’Europa
- Canchero! Questo è un principato, non è un campetto. E perchè glielo hanno levato?
- L’Italia
- Per attondare i dominii.
- L’Europa
- Cosa ci entra il tondo e il quadro sul mio e sul tuo? Sta a vedere che da oggi in poi la giustizia e il diritto di proprietà dipenderanno dalla squadra, dal torno e dal compasso. E Avignone lo ha riavuto?
- L’Italia
- Di questo, mammina mia, non si parla. Avignone con tutte le sue dipendenze non torna più.
- L’Europa
- E lo dite con questa disinvoltura? Un dominio della Santa Sede in cui sono ottanta terre o città, e due o trecento mila abitanti non torna più? Per qual motivo non le viene restituito?
- L’Italia
- Per usare una galanteria e una buona grazia alla Francia.
- L’Europa
- Oh, questa è bella davvero! Non basta che il diritto di proprietà venga sottomesso alla ragione del tondo, e si devono perdere gli stati ancora per complimento? E poi questi miei figliuoli, i quali dispongono delle mie membra hanno forse molte obbligazioni alla Francia per farle un regaluccio di provincia come si dona ad una bella ragazza un mazzetto di gelsomini? Cosa ne dite, madonna Giustizia?
- La Giustizia
- Sapete bene che io non m’intendo troppo di cerimonie, di equilibrio e di rotondità. Poche parole e chiare. Unicuique suum.
- L’Europa
- E al duca di Parma gli hanno restituito il suo ducato?
- L’Italia
- Lo riavrà di qui a settant’anni.
- L’Europa
- Buono; quando non potrà vederlo, perchè i sorci gli avranno mangiato gli occhi. Anche questo sarà per cerimonia?
- L’Italia
- Appunto così, mammina mia; giacchè i vostri ragazzi sono bene educati, e sanno come si ha da trattare con le signore.
- L’Europa
- E dei beni ecclesiastici cosa si è fatto?
- L’Italia
- Chi ha avuto ha avuto, e carte a monte.
- L’Europa
- Spiegatevi un poco meglio, perchè non v’intendo bene.
- L’Italia
- Chi li ha presi se li gode, e felicissima notte.
- L’Europa
- Ma la scomunica in bulla coenae?
- L’Italia
- Già si sa; chi bolla sbolla. Volevate forse che andassero tutti all’inferno?
- L’Europa
- Dio mi guardi daquesto desiderio infernale; ma non ci è assoluzione dal peccato se non si restituisce il rubato.
- L’Italia
- Questa volta però il Papa ha dovuto fare di più; ha dovuto assolvere dal peccato, e lasciare che ognuno si goda il rubato.
- L’Europa
- E perchè tanta indulgenza coi scomunicati e coi ladri?
- L’Italia
- Per non far peggio mammina: per non lasciare troppe persone scontente; riunire gli animi, e consolidare la pace del mondo. Eh, voi non v’intendete di certe cose, ma per la pace si è fatto altro che questo. Tutti i ribelli hanno avuto le loro pensioni, e si sono cercati con la lanterna per fare a ciascheduno un regalo. Di più essi hanno i migliori impieghi nei governi, comandano nelle armate, e insomma non ci è nessuna distinzione di meriti e di persone, con che tutti gli uomini formeranno una sola famiglia e vivranno da veri fratelli.
- L’Europa
- Questo, figliuola mia, mi pare un pensare da forsennati. Con tali modi si disgustano i buoni, si dà coraggio ai malvagi, si confondono le idee del giusto e dell’ingiusto, e così il mondo non diverrà una famiglia di buoni fratelli, ma una spelonca di assassini, ovvero una tana di lupi.
- L’Italia
- La Politica non dice così, e quella è una gran donna. La sa lunga, e vede da lontano.
- L’Europa
- Già da quella sgualdrina mi aspettavo qualche gran precipizio.
- L’Italia
- Ma che; volevate che si facesse tutto un sanguinaccio?
- La Giustizia
Ragazzaccia stordita. Noi non vogliamo sanguinacci, ma per bene di tua madre e di tutto il mondo vorremmo che si facessero le debite distinzioni, che l’onestà e la cattiveria tornassero a chiamarsi col proprio nome, e che i birbanti contenti di conservare la testa sul collo, restassero almeno mortificati, e non potessero tornare a sculacciarti come hanno fatto finora. Ma và pur là che starai fresca, e la Politica ti ha accomodato per le feste.
- L’Europa
- Almeno il Papa avrà ricuperato i beni della Chiesa che non erano venduti?
- L’Italia
- Ha ricuperato certi scarti, ma il meglio è restato all’Appannaggio del vicerè d’Italia.
- L’Europa
- Come ci entra l’Appannaggio del vicerè, quando non ci è più il vicerè? Quando uno perde l’impiego non può conservare il salario.
- L’Italia
- In questo non ci ho veduto chiaro, ma si è fatta una certa capriola, e i beni del vicereame sono passati al principe Bellabriglia.
- L’Europa
- Dunque il figliastro del Corso s’impappa una minestra di quattro o cinque milioni di scudi?
- L’Italia
- Come si aveva da fare? anche in questo ci entrava la civiltà, e se non si voleva pensare a lui, bisognava almeno pensare alla moglie. Povera donna; si aveva da lasciare in camicia?
- L’Europa
- Chi lo avesse detto a san Pietro che il suo mantello dovesse servire per fare i sottanini alle signore?
- L’Italia
- Io non so più di questo, e penso di andare per le mie faccende. Volete altro da me?
- L’Europa
- Ascoltate un’altra parola. Cos’è quella sporcizia che tenete attaccata al petto?
- L’Italia
- Questo è l’ordine della Corona di ferro instituito da Napoleone il grande per decorare i suoi benemeriti.
- L’Europa
- E bene; adesso l’avere meritato i favori di quel furbaccio deve piuttosto umiliare che insuperbire, e quell’ordine si porterà per castigo, come Giudei portano uno straccio giallo sopra il cappello. Perchè dunque siete condannata a disonorarvi lo stomaco con quella insegna?
- L’Italia
- Mammina mia, voi non siete informata di niente. L’ordine della Corona di ferro è diventato un ordine regio italiano; la sua decorazione si porta con tutta la convenienza, e si accorda ancora ai benemeriti del Governo presente.
- L’Europa
- Bravissimi. Dunque l’insegna di un ladro, bandito e scomunicato è stata aggregata tra le Croci di Cristo, fra le medaglie dei Santi, e le decorazioni dei re?
- L’Italia
- Politica mammina, massime liberali, è vero modo di accomodare il mondo.
- L’Europa
- Piuttosto vero modo di finire a guastare le teste, e di sfasciare ogni cosa peggio di prima. E si trovano galantuomini che non si vergognano di insozzirsi con quella immondezza?
- L’Italia
- Voi, mamma mia, credete di trovarvi ai tempi di Carlo Magno, e non avete le idee del secolo presente. Studiate un quinternetto di filosofia, fate un viaggetto nei gabinetti dei vostri regni, consultate la Politica, e imparerete a vivere nel secolo decimonono. Intanto io vado per i fatti miei. Mammina Europa, vi raccomando l’equilibrio. Madonna Giustizia, divertitevi con lo scaccia mosche.