Di quel mar la bella calma
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XXII
Sdegno di B. D. sotto l’allegoria del mare.
Di quel mar la bella calma,
Miser’alma,
Che discior ti fe’ da riva,
Tornerà, non ti diss’io,
5Ma sì rio,
Che indi uscir non saprai viva?
Ecco nembi oscuri, e venti,
Tuoni ardenti
Contra te sorgono insieme;
10Rotte son antenne e sarte,
Vinta è l’arte
Dentro il mar, che orribil freme.
Quale schermo, quale avanza
Più speranza?
15Ed in chi fondarla omai?
Voi, che scampo dar potete,
Nascondete,
Stelle inique, i vostri rai.
Su si sfoghi ogni disdegno
20In quel Legno,
Che fidossi all’altrui fede;
Lo travolga, lo disperga,
Lo sommerga
L’empio mar, lo si deprede.
25Per poc’aura di ciel puro
Fu sicuro
Di piegar le vele in porto;
Or che il vince atra procella,
Chiami quella
30Aura infida a suo conforto.