Delle funzioni riproduttive negli animali/1

1. Nozioni generali

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Prefazione 2

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§ 1. Nozioni generali.

Gli animali hanno la facoltà di rigenerare alcune porzioni de’ loro tessuti: anzi perfino alcune parti de’ loro organi. Questa facoltà, limitata ne’ quadrupedi e negli uccelli alle sole produzioni epiteliche, o cornee, va guadagnando col discendere alle classi inferiori; e già vediamo le lucerte riprodurre la coda: le salamandre ripristinar le zampe amputate (Spallanzani); gli aracnidi ed i crostacei le antenne e le gambe. Se le attinie sono convenientemente divise in due o tre parti, ciascuna di queste ha la proprietà di riprodurre il mancante; e così risultano due o tre individui da un solo. Un modo analogo anche naturale di propagazione fu indicato da Bonnet nel lombrico di terra, da O. Müller nelle najadi ed in altri vermi; ma, come verrà forse occasione di osservare in seguito, meglio studiato il fenomeno, l’analogia non va in questi casi oltre l’apparenza superficiale.

La facoltà indicata delle attinie è ancora più maravigliosa nell’idra d’acqua dolce, come dimostrano le famose esperienze di Trembley, che verso la fine del secolo scorso fecero maravigliar l’Europa. È dunque ben sicuro esservi animali che si possono moltiplicare per scissione o separazione di parti. La quistione si riduce a sapere, se e dove questo modo di propagazione è veramente naturale; ora l’osservazione, quanto alle stesse attinie, non [p. 8 modifica]meno che quanto alle idre, decide per la negativa. Pare che nella natura gli esempj di questo modo di moltiplicazione siano ristretti ad animali delle infime classi. I rizopodi, formati da una polpa omogenea, estensibile e contrattile (sarcode), senza organi permanenti di sorta, almeno visibili, dove lasciano un brano del corpo, lasciano materia per un nuovo individuo. Ehremberg asserisce che la separazione naturale di un individuo in due o più consimili ha luogo anche in molti infusorii; per esempio ne’ paramecii, nelle vorticelle, ec. Questi animali diconsi scissipari.

Le attinie e le idre si propagano in un altro modo, che servì a stabilire una certa analogia tra questi animali ed i vegetabili. Su di una parte del loro corpo spuntano, come per eccesso di nutrizione, bottoni, gemme, che a poco a poco sviluppansi in altrettanti individui simili alla madre che li sopporta; dalla quale poi si distaccano in progresso di tempo, per vivere di vita propria e indipendente e moltiplicarsi secondo l’istessa legge. Questa facoltà è comune agli altri animali della medesima classe (polipi), Fig. 1 Hydra fusca con un novello1.ne’ quali però i nuovi individui rimangono per lo più aderenti al corpo de’ progenitori, e col loro moltiplicarsi all’infinito, rendono sempre più estese e complicate le diramazioni della colonia. È spontanea e giusta la qualificazione di gemmipari adoperata per questi animali (fig. 1).

Vi hanno infine degli animali che sebbene privi affatto nel loro semplicissimo corpo di organi particolari per la riproduzione della specie, non si moltiplicano nè per separazione di parti nè per bottoni: ma invece per vera formazione interna di germi, che in alcuni casi si sviluppano nel seno stesso degli individui [p. 9 modifica]generatori: in altri casi invece sono emessi appena formati, e prima che incominci il loro sviluppo. Si ha così la generazione germipara.

Troviamo esempj di questo processo in molti infusorj, la cui struttura estremamente semplice si può ridurre a quella di una pura cellula, che ha la facoltà di produrne altre nel suo interno. Un caso particolare di questo modo di generazione ci viene offerto dalle gregarine, animaletti unicellulari che si incontrano parassiti nell’intestino di un gran numero di insetti e vermi, e la cui interessante storia fu illustrata recentemente dalle belle osservazioni de’ signori Kölliker, Frantzius e Stein. Vivono esse in gran numero di individui entro un medesimo viscere del loro ospite, ma libere le une dalle altre. Tutte quelle di una medesima specie e d’un istesso grado di sviluppo sono perfettamente fra loro identiche, nè è possibile in modo alcuno distinguerle in maschi e femmine. Tuttavia giunta l’epoca della propagazione, si accoppiano strettamente, perdono ogni indipendenza di movimento, e infine si lasciano inviluppare da una membrana che si forma attorno ad ogni coppia. Il che avvenuto non tarda a succedere in ambo gli individui una dissoluzione del corpo, nella cui sostanza si producono i germi di una nuova generazione di gregarine. Questi germi quando sono completamente formati hanno un tegumento resistente quasi di pergamena, e la forma di una spola, d’onde venne loro il nome di navicelle. Sparito col tempo il tramezzo di separazione delle cavità de’ due individui, non resta altro che il sacco sferico, inviluppo di questi, pieno delle anzidette navicelle. Questi sacchi sono quindi evacuati colle feci dell’insetto o del verme in cui furono prodotti, e rimangono così abbandonati laddove quegli insetti e quei vermi sogliono vivere e nutrirsi, finchè trangugiati da un altro di questi, trovano opportunità per svilupparsi. [p. 10 modifica]

La qui unita serie di figure spiegherà meglio di ogni ulteriore parola la storia delle gregarine (fig. 2). Fig. 2. Gregarine e formazione de’ loro germi in stadj successivi2.

Ma per quanto numerosi appajano i casi di questi varj modi di propagazione, essi devonsi considerare come pure eccezioni o particolarità, davanti la legge veramente generale che stabilisce necessarj alla generazione degli [p. 11 modifica]animali il concorso di organi appositi, ed il contatto de’ loro prodotti. Mentre per la formazione delle gemme propagatrici nei polipi o de’ germi degli infusorj non v’ha una parte designata del corpo, non v’ha organo speciale, non v’ha sesso, noi vediamo quanto sia giusta la distinzione che si fa anche volgarmente di quasi tutti gli animali in maschi e femmine; queste produttrici dell’uovo, quelli del liquido fecondatore. Vedremo in seguito che le istesse attinie, gli stessi polipi in certe determinate condizioni di sviluppo generano per uova e non più per gemme: e che all’estremo opposto della scala animale, i mammiferi, i quali generano figli vivi, non si sottraggono all’indicata legge, in quanto che questi figli vivi provengono sempre da uova sviluppatesi nell’alvo materno, piuttosto che fuori di esso, come accade nella pluralità degli animali che sono veri e genuini ovipari.

La distinzione di maschi e femmine impossibile in quegli animali che non hanno organi del sesso, e che perciò si dicono agami, non ha più luogo nemmeno in quegli altri che, presentando congiunte in un medesimo individuo le parti maschili e le femminili, sono chiamati ermafroditi od androgini.

Premesse queste cognizioni, esaminiamo singolarmente gli organi riproduttivi de’ due sessi.

Note

  1. a Individuo generatore. — b Giovane prodotto per gemma.
  2. A. Gregarina libera e vivente.
    B. Due gregarine che si congiungono.
    C. Le stesse più strettamente unite.
    D. Le stesse inviluppate in una membrana di nuova formazione, e già alterate nel loro interno.
    E. Le stesse con alterazione più avanzata.
    F. Prima formazione de’ germi o navicelle.
    G. Navicelle già formate.
    H. Scomparsa delle due vesciche incluse, rimanendo così solo e completamente formato il sacco delle navicelle.
    (Kölliker.– Zeitschrift f. wissenschaft. Zoologie. 1.a parte, 1.° fasc.)