Della tirannide (Alfieri, 1927)/Libro primo/Capitolo IX
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Capitolo Nono
Delle tirannidi antiche paragonate colle moderne.
Le cagioni stesse hanno certamente in ogni tempo e luogo, con picciolissime differenze, prodotto gli stessi effetti. Tutti i popoli corrottissimi hanno soggiaciuto ai tiranni, fra’ quali ve ne sono stati dei pessimi, dei cattivi, dei mezzani e perfino anco dei buoni. Nei moderni tempi i Caligoli, i Neroni, i Dionigi, i Falaridi ecc., rarissimi sono: e se anche vi nascono, assumono costoro fra noi una tutt’altra maschera. Ma meno feroce d’assai è anche il popolo moderno; quindi la ferocia del tiranno sta sempre in proporzione di quella dei sudditi.
Le nostre tirannidi, in oltre, differiscono dalle antiche moltissimo; ancorché di queste e di quelle la milizia sia il nervo, la ragione e la base. Né so che questa differenza ch’io sto per notare sia stata da altri osservata. Quasi tutte le antiche tirannidi, e principalmente la romana imperiale, nacquero e si corroborarono per via della forza militare stabilita senza nessunissimo rispetto su la rovina totale d’ogni preventiva forza civile e legale. All’incontro le tirannidi moderne in Europa sono cresciute e si sono corroborate per via d’un potere, militare sí e violento, ma pure fatto, per cosí dir, scaturire da quell’apparente o reale potere civile e legale che si trovava giá stabilito presso a quei popoli. Servirono a ciò di plausibil pretesto le ragioni di difesa d’uno stato contro all’altro; la conseguenza ne riuscí piú sordamente tirannica che fra gli antichi; ma ella ne è pur troppo piú funesta e durevole, perché in tutto è velata dall’ammanto ideale di una legittima civile possanza.
I romani erano educati fra il sangue; i loro crudeli spettacoli che, a tempo di repubblica, virtuosamente feroci li rendevano, al cessar d’esser liberi non li faceano cessare per ciò di essere sanguinarii. Nerone, Caligola ecc. ecc. trucidavano la madre, la moglie, i fratelli e chiunque a lor dispiacesse: ma Nerone, Caligola, e i simili a loro, morivano pur sempre di ferro. I nostri tiranni non uccidono mai apertamente i loro congiunti, rarissimamente versano senza necessitá il sangue dei sudditi, e ciò non fanno se non sotto il manto della giustizia; ma anche i tiranni nostri se ne muoiono in letto.
Non negherò che a raddolcire gli universali costumi non poco contribuisse la religione cristiana; benché da Costantino fino a Carlo VI tanti tratti di stupida ignorante e non grandiosa ferocia si possano pur leggere nelle storie di tutti quei popoli intermediari, che storia a dir vero non meritavano. Nondimeno attribuire si debbe in qualche parte il raddolcimento universale dei costumi, e una certa urbanitá nella tirannide diversamente modificata, alla influenza della cristiana religione. Il tiranno, anch’egli ignorante per lo piú e superstizioso, e sempre codardo, il tiranno anch’egli si confessa; e benché sempre vada assolto dalle oppressioni e dalle angaríe fatte ai suoi sudditi, non lo sarebbe forse poi in questi nostri tempi dell’aver trucidato apertamente la madre e i fratelli, o dell’aver messo a fuoco e a sangue una propria cittá e provincia, se non se ricomprando con enorme prezzo e con una total sommissione ai sacerdoti la disusata enormitá di un tanto misfatto.
Se sia un bene od un male che dall’essere raddolciti tanto gli universali costumi ne risultino queste nostre tirannidi assai meno feroci, ma assai piú durevoli e sicure che le antiche, ne può esser giudice chiunque vorrá paragonare gli effetti e le influenze di queste e di quelle. Quanto a me, dovendone brevissimamente parlare, direi che difficilmente può nascere ai tempi nostri un Nerone ed esercitar l’arte sua; ma che assai piú difficilmente ancora può nascere un Bruto, e in pubblico vantaggio la mano adoprare ed il senno.