Della imitazione di Cristo (Cesari)/Libro II/CAPO XII

XII. Della strada regia della santa Croce.

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Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo (XIV secolo)
Traduzione dal latino di Antonio Cesari (1815)
XII. Della strada regia della santa Croce.
Libro II - CAPO XI Libro III
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CAPO XII.


Della strada regia della santa Croce.


1. A molti questo detto par duro: Rinnega te stesso; levati in collo la tua croce, e tien dietro a Gesù. ma egli sarà più duro a sentire quelle estreme parole: Toglietevi da me, o maladetti, nel fuoco eterno. Imperciocchè coloro che adesso ascoltano, volentieri, e seguitano il detto della croce, non temeranno allora il giudizio dell’eterna condanna. Cotesto stendardo della croce apparirà in cielo, quando il Signore verrà a giudicare. Allora tutti i servi della croce, i quali nella vita si conformarono al [p. 104 modifica]Crocifisso, s’accosteranno a Cristo giudice con grande fidanza.

2. Che temi tu dunque di prender la croce, per la quale si va a regnare? Nella croce è salute, nella croce è vita, nella croce protezion da’ nemici; nella croce infondimento di superna dolcezza, nella croce vigore alla mente, gaudio allo spirito; nella croce somma di virtù, nella croce perfezione di santità. non c’è salute per l’anima, nè speranza d’eterna vita, che nella croce. Piglia dunque la croce tua, e segui Gesù, e verrai a vita eterna. Egli t’è ito davanti recandosi in dosso la croce, e in croce è morto per te: acciocchè tu ancora porti la tua, e in quella ti studi altresì di morire: essendochè se tu muoja con lui, e tu vivrai parimente con lui; e se con lui sii stato al patire, sì ne sarai nella gloria.

3. Ecco che nella croce sta tutto, e tutto nel morire è riposto: e non c’è alla vita, nè all’interna pace altra via, che quella della santa croce e della cotidiana mortificazione. Cammina per dove vuoi, cerca checchè tu vuoi, e non ti verrà trovata più alta strada di sopra, nè più sicura [p. 105 modifica]di sotto, di quella della santa croce. Disponi ed ordina tutte le cose, secondo che tu vegga meglio, o ti piaccia; nè altro però troverai, che da patir sempre alcuna cosa, voglialo, o no; e così troverai sempre la croce. poichè o avrai dolore nel corpo, o nell’anima patirai tribolazione e cordoglio.

4. Tu sarai alcuna fiata derelitto da Dio, alcuna sarai travagliato dal prossimo, e (che è più) tu sarai grave soventi volte a te stesso; nè però potrai esserne per alcuno rimedio o alleviamento liberato, nè ricreato: ma infinattanto che Dio il voglia, ti bisognerà aver pazienza. Imperciocchè volontà di Dio è, che tu impari di patire tribolazione senza consolazione, e che ti soggetti a lui interamente, e che per la tribolazione ne torni più umile. Nessuno è, che così pietoso sentimento abbia della passione di Cristo, come colui, al quale simili pene incontrò di patire. La croce adunque sempre è apparecchiata, e in ogni luogo t’aspetta. tu non la puoi cessare, dovechè tu ti corra: perchè dovunque tu vada, porti teco te stesso, e te stesso troverai [p. 106 modifica]sempre. ti volgi di sopra, ti volgi di sotto; ti volta di fuori, ti volta di dentro: in tutti cotesti luoghi ti verrà scontrato nella croce: e t’è pur bisogno, dovunque tu sii, di tenerti in pazienza, se vuoi aver pace nel cuore, e meritarti l’eterna corona.

5. Se tu porti di buon grado la croce, ella porterà te, e ti scorgerà al termine desiderato, dove cioè sarà fine al patire; benchè egli non sia per esser costì. Se forzatamente la porti, tu ti fai un peso, e vie più gravi te stesso; e nondimeno ti sarà pur forza di portarla. Se una croce tu getti via, un’altra senza dubbio ne troverai, e fia per avventura più grave.

6. Or pensi tu di poter fuggire ciò, che non ha potuto uomo del mondo? Qual è de’ Santi, che senza croce sia stato quaggiù, e senza tribolazione? Conciossiachè nè Cristo Gesù Signor nostro sia stato un’ora sola, mentrechè visse, senza dolor di passione. Era d’uopo (egli dice) che Cristo patisse, e risorgesse da morte, e così entrasse alla gloria sua. E or come cerchi tu un’altra via, anzichè questa regia, che è la via della santa croce? [p. 107 modifica]

7. Tutta quanta la vita di Cristo fu croce e martirio: e tu ti procuri riposo e allegrezza? Tu falli, tu falli, se altro cerchi che patir tribolazioni, perciocchè tutta questa vita mortale è piena di miserie, e intorno contrassegnata di croci. e quanto altri più alto avanzasi nello spirito, tanto a più gravi croci s’abbatte; poichè il dolore del suo esiglio cresce più per l’amore.

8. Nondimeno questi in sì varie maniere afflitto, non è senza alleggiamento di consolazione: perocchè grandissimo frutto sente venirgli crescendo dalla tolleranza della sua croce. Conciossiachè mentre egli a quella volontariamente sottopone se stesso, tutto il peso della tribolazione, gli è convertito in fiducia della divina consolazione; e quanto è più la carne macera per lo travaglio, tanto è più per l’interna grazia corroborato lo spirito. Ed alcuna volta dal desiderio di tribolazione e d’avversità è tanto riconfortato, per amore di conformità alla croce di Cristo, ch’ei non vorrebbe altramenti essere senza travaglio e dolore: poich’egli tanto si reputa più accetto a Dio, [p. 108 modifica]quanto più pene, e più gravi tollerar possa per lui: Or non è ciò virtù d’uomo, anzi grazia di Cristo; la quale tanto può e opera nella fragile carne, che quelle cose ch’ella naturalmente schiva ed abborre, a queste per lo fervor dello spirito si metta, ed abbiale care.

9. Non è secondo l’uomo portar la croce, ed amarla, castigar il suo corpo, e costringerlo in servitù, fuggir dagli onori, sostener di buon grado gli scherni, disprezzar se medesimo, e bramar d’essere disprezzato, qualsivoglia avversità e danno patire, e nessuna prosperità in questo mondo desiderare. Se tu guardi a te, niente di tali cose potrai da te; ma se nel Signore ti fidi, dal cielo ti verrà data fortezza, e alla tua signoria saran soggettati il mondo e la carne. Anzi nè l’inimico demonio paventerai, se tu stia guernito di fede, e della croce di Cristo marcato.

10. T’acconcia dunque, siccome buono e fedel servo di Cristo, di portar coraggiosamente la croce del tuo Signore per amor crocifisso per te. apparecchiati a tollerare molte contrarietà, e vari travagli in questa [p. 109 modifica]vita infelice: perciocchè così debbe esser per te dovunque tu sii, e così troverai nel fatto dovechè ti nasconda. È necessario che sia così: e non v’è altro modo da campare dalla tribolazione e dal dolore de’ mali, salvo il sopportar tu te medesimo. Bei coraggiosamente il calice del Signore, se ami d’essergli amico, e d’aver parte con lui. Le consolazioni rimettile a Dio; facciane egli quello che sarà più suo piacere. e tu disponti a soffrire tribolazioni, ed abbile per grandissime consolazioni: posciachè non sono condegni i patimenti di questo secolo a meritar la gloria avvenire, quando pur a sostenerli tutti potessi esser tu solo.

11. Come tu sia giunto a tale, che la tribolazione ti sia dolce e saporita per Cristo, pensa allora che tu se’ in buono stato; perciocchè hai trovato in terra il paradiso. Finchè t’è grave il patire, e di fuggirlo procacci, tanto ci starai male, e in ogni luogo ti sarà alle spalle la tribolazion che tu fuggi.

12. Se tu t’acconci a quello che dee essere, cioè a patire, e a morire, presidente il fatto tuo si [p. 110 modifica]cangerà in meglio, e potrai trovar pace. Se tu fossi rapito fino al terzo cielo con Paolo, già non sei per questo posto in sicuro di non dover patire nessuna calamità. Io (disse Gesù) gli mostrerò, quanto gli bisogni soffrire per lo mio nome. Da patire adunque ti resta, se ti piace d’amar Gesù, e di servirgli per sempre.

13. Volesse pur Dio, che tu fossi degno di patir nulla per lo nome di Gesù! quanto alta gloria te ne seguirebbe, quanto ciò sarebbe allegrezza a tutti i Santi di Dio, e quanto edificazione del prossimo! Imperciocchè tutti altamente commendano la pazienza, comechè pochi però si dispongano di voler essi patire. Tu dovresti a ragione tollerar volentieri il poco per Cristo; conciossiachè molti più gravi cose soffrano per lo mondo.

14. Vivi sicuro, che ti bisogna menar la vita morendo. e quanto altri più muore a se stesso, tanto incomincia a viver più a Dio. Nessuno è atto a comprendere le cose celesti, se non siasi sottomesso a sopportare per Cristo le avverse. Niente è a Cristo più accetto, niente più salutevole a te in questo mondo, del patir [p. 111 modifica]volentieri per Cristo. E quando bene a te fosse data la scelta, tu dovresti anzi eleggere di sofferir per Cristo travagli, di quello che d’essere ricreato di molte consolazioni: perciocchè ne saresti più simile a Cristo, e più a tutti i Santi conforme: poichè non istà il nostro merito, nè il profitto del nostro stato nelle molte dolcezze, e consolazioni; ma nel sofferire piuttosto gravi molestie e tribolazioni.

15. Se altra cosa ci fusse stata migliore, o più utile alla salute degli uomini, che il patire; Cristo in verità con le parole, e coll’esempio ce l’avrebbe mostrata. Ora egli i discepoli suoi, e tutti coloro che bramano di tener dietro a lui, apertamente conforta a portare la croce, e Fonte/commento: normalizzo dice: Se v’ha chi voglia venir dopo me, rinneghi se stesso, e prendasi la sua croce, e mi seguiti. Riletta adunque e disaminata sottilmente ogni cosa, sia questa final conclusione: Ch’egli ci bisogna per molte tribolazioni entrare nel regno di Dio. [p. 112 modifica]

Qui finiscono gli Avvertimenti, che

guidano alla vita interiore.