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capo xii. | 109 |
vita infelice: perciocchè così debbe esser per te dovunque tu sii, e così troverai nel fatto dovechè ti nasconda. È necessario che sia così: e non v’è altro modo da campare dalla tribolazione e dal dolore de’ mali, salvo il sopportar tu te medesimo. Bei coraggiosamente il calice del Signore, se ami d’essergli amico, e d’aver parte con lui. Le consolazioni rimettile a Dio; facciane egli quello che sarà più suo piacere. e tu disponti a soffrire tribolazioni, ed abbile per grandissime consolazioni: posciachè non sono condegni i patimenti di questo secolo a meritar la gloria avvenire, quando pur a sostenerli tutti potessi esser tu solo.
11. Come tu sia giunto a tale, che la tribolazione ti sia dolce e saporita per Cristo, pensa allora che tu se’ in buono stato; perciocchè hai trovato in terra il paradiso. Finchè t’è grave il patire, e di fuggirlo procacci, tanto ci starai male, e in ogni luogo ti sarà alle spalle la tribolazion che tu fuggi.
12. Se tu t’acconci a quello che dee essere, cioè a patire, e a morire, presidente il fatto tuo si cange-
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