Della imitazione di Cristo (Cesari)/Libro II/CAPO V

V. Della propria considerazione.

../CAPO IV ../CAPO VI IncludiIntestazione 20 ottobre 2016 75% Da definire

Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo (XIV secolo)
Traduzione dal latino di Antonio Cesari (1815)
V. Della propria considerazione.
Libro II - CAPO IV Libro II - CAPO VI
[p. 83 modifica]

CAPO V.


Della propria considerazione.


1. Noi non possiamo creder troppo a noi stessi; perchè spesso ci manca la grazia, e l’intendimento. Scarso lume è in noi, e questo pur prestamente perdiamo per negligenza. Soventemente ancora non pognam mente, che tanto noi siamo ciechi di dentro. Spesso ancora facciamo il male, e (che è peggio) ce ne scusiamo. Talora noi siamo da passion mossi, e cel crediam zelo. Le piccole colpe riprendiamo in altrui, e delle nostre più gravi ce ne passiamo. Troppo presto ci risentiamo, e facciamo la stima alta di ciò, che noi sostegnamo da gli altri; ma al carico che gli altri hanno da noi, non badiamo. Chi bene e con giustizia facesse le proprie ragioni, non avrebbe di che dar carico agli altri.

2. L’uomo raccolto ad ogni altra [p. 84 modifica]mette innanzi la cura di se medesimo: e chi attentamente bada a se stesso, facilmente tace degli altri. Tu non sarai raccolto mai nè divoto, se non taccia de’ fatti altrui, e non abbi l’occhio in singolar modo a te stesso. Se a te intendi e a Dio totalmente, poco ti muoverà ciò, che ti venga di fuori. Or dove sei tu, quando non sei presente a te stesso? e dappoichè sopra tutte le cose sei corso (dimenticato te stesso) qual pro ne traesti? A volere aver pace e vera unione con Dio, ti fa mestieri di gettarti tutto dietro le spalle, e te aver solamente davanti agli occhi.

3. Or tu farai molto profitto, se d’ogni temporale sollecitudine ti tenga sciolto. Molto in te scemerai per ogni piccola stima di cosa del mondo. Niente grande, niente alto, niente gradito, niente ti sia accetto, se non puramente Dio, o cosa di Dio. tieni per vanità checchè di consolazione ti venga da creatura. L’anima che ama Dio, disprezza tutte le cose che sono sotto di lui. Iddio solo eterno ed immenso, che tutto riempie, è conforto dell’anima, e vera letizia del cuore.