Della eccellenza e dignità delle donne/De la fortezza

De la fortezza

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De la iustizia De la prudenza


Non altrimenti la candida stella di Lucifero non si allontana mai dal fiammegiante carro di Febo che faccia la fortezza da la detta virtù, che già partendosi da la terra per fugire la sceleragine degli uomini, ultimamente rimase tra gli abitatori de le ville. Il che se così è, che esser altrimenti non puote, certissimo è che trapassando le donne ne la iustizia, parimente ne la fortezza sono superiori, perché quello mi pare singulare e meraviglioso effetto di fortezza vincere la cupidigia di mal fare.

E se tu vòi di questo essempi, quanti ne trovarai di fortezza d’animo più ne le donne che negli uomini? Non avemo noi di quella che immeritamente condannata da Filippo di Macedonia, con forte animo essendo menata al supplicio disse: «De sì iniusta sentenza non me appellarìa da altro che da Filippo, ma sobrio». Vedi de Cleopatra che per non esser nel triumfo condotta, sostenne voluntariamente li crudi morsi de li venenosi aspidi.

Né lasciarò di Evadne che fortemente volse, ancora viva, le sue fiamme nel funereo rogo dil morto marito Capaneo mescolare. Che dirò di colei che avendo inteso la morte del marito, essendogli ogn’altra guisa di morte negata, non dubitò li ardenti carboni divorare? E di quella altra che avendo sforzatamente la sua pudicizia perduta, con l’acuto coltello aprì ’l suo casto e disdegnoso petto?

Innumerabili saranno li essempi, se vorrò de le donne todesche e de l’altre tutte che l’antiche e moderne istorie rivolgendo se ritrovano, racontare, quali consigliatamente ora pretermetto perciò che ne la magnanimità molte se ne riserbano, quale è per questa cagione da la fortezza in questo mio libretto divisa, imperò che la magnanimità consiste circa il tentare le cose grandi e malagevole, la fortezza in vincere la doglia, il timore e le passioni de l’animo. Ma quale è maggior doglia che la morte? Quale più timore che de’ figliuoli? Quale maggior passione che la cupidità? E pur si vede più donne con forte animo esser a la morte corse, più donne avere i figliuoli exortati a non fugire di volere onoratamente morire, anzi che con vergogna vivere. E non so se oltra Bruto e Torquato d’altrui si leggia che i figliuoli a morire giamai exortasse, dove de donne molti e quasi infiniti essempi si ritrovano. E non avendo tanto mai contra la iustizia le donne quanto li uomini operato, manifesta cosa è ancora che con più fortezza vincono le malvage cupidità che ne l’umane menti talor risorgono.