Della eccellenza e dignità delle donne/De la iustizia

De la iustizia

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Della carità de la donna, speranza e fede De la fortezza


Detto de le tre teologiche virtù, seguita a dire de la iustizia, quale così tra le virtù tiene il primo luogo come faccia tra le minori stelle il risplendente Lucifero. Ma conciosia che la vera iustizia non si separa da la carità mai, la donna, che di gran lunga ne la carità avanza, consequentemente è ancora più iusta. E che questo sia vero, non dicemo noi che Dio è iustissimo perciò che de tutti i beni è donatore? E scrive Tullio che parte de la iustizia è la liberalità.

Ma perché alcuno qui se potrìa contrapormi e dir che più essempi de liberalità negli uomini si ritrovano e che tutte quante le liberalità che mai donne usassero non sarìano al parangone de le effusione e larghezze de uno Alessandro o de uno Cesare e molti altri, ad questo brevemente rispondendo dico ch’io non stimarò mai non L. Silla, non Iulio Cesare, non gli altri principi e tiranni, quando li beni de’ suoi contrari donavano a quei che le loro parti avevano seguiti, pel cui mezo s’aveano acquistata facultà di donar l’altrui ricchezze, esser stati liberali ma più tosto dannosi al mondo e robbatori, imperò che il liberale debbe il suo donare, non l’altrui.

E quantunque questa risposta sia non cattiva, ce n’è una altra ancora al mio giudicio migliore perché, parlando da cristiano, nui vedemo gli uomini le loro magnificenze usare più tosto per pompa e per acquistarsi nome de liberale che per zelo de iustizia, dove le donne più volentieri porgono a’ poveri la elemosina, più volentieri accrescono gli ornati de le chiesie, più sono misericordiose universalmente ne l’altrui bisogni, più hanno edificati spedali e altri luochi fatti a simili servigi, non per acquistarsi altra gloria al mondo che per una innata bontà ne le menti loro.

Se l’addutte ragioni ancora non sodisfano, vedi che coloro che fanno contra la iustizia li robbatori, ladri, masnadieri e amazzatori de genti, tutti quasi sono uomini e non femine; e questo aviene perché la speranza che il peccato per la loro fortezza debbia esser impunito, gli presta animo ad mal fare.

Questo considerando il filosofo disse che tra tutti gli animanti l’uomo è ottimo, ma, se fassi da le leggi alieno, è il pessimo. Vedi che il filosofo parlò cautamente, perché uomo nel parlar latino e greco importa maschio e femina. Ne la bontà adunque la femina incluse, dicendo tra tutti gli animanti l’uomo è ottimo, ne la cattività la escluse, ma se alieno fassi da le leggi, e non disse aliena.

Che la iustizia ancora sia ne le femine più che ne’ maschi, quello apertamente il dimostra che la iustizia si pinge donna e non uomo. Ed essendo questo fatto per universale consentimento di tutta gente, devesi credere non esser fatto senza ragione. Da la iustizia procedono molte altre virtù ne le quali parimente le donne trapassano, cioè innocenza, religione, pietade, amicizia, affezione, umanitade.