Della compilazione d'un codice/Conclusione

Conclusione

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CONCLUSIONE


Una gran controversia a causa della compilazione d’un codice è sorta in Alemagna, non sono molt’anni, fra due celebri giureconsulti, i Sigg. Thibaut e Savigny. Quegli chiama tutti i popoli della Germania ad essere unanimi per costituirsi un codice nazionale, e stima che la giurisprudenza abbia già tante questioni deciso, tanto progredito da compiere onorevolmente un’intrapresa i cui vantaggi sarebbero immensi.

Questi vi si oppone obiettando che un solo e medesimo codice non può convenire ai diversi popoli d’Alemagna per la molta diversità delle abitudini, dei bisogni, della situazione loro. Nè qui s’arresta, crede che il progetto d’un codice generale sia per lo meno prematuro, che potrà essere il resultato d’una più lunga esperienza, e che i più dotti giureconsulti nello stato attuale della scenza non potrebbero far che un’opera incompleta, difettosa, che non sodisfarebbe alcuno.

Non conosco gli scritti di questi due illustri antagonisti. Mi si dice che una delle più forti obiezioni del Sig. Savigny si è che un codice scritto renderebbe la giurisprudenza stazionaria. — Finchè si seguon le tracce di principj dominatori la giurisprudenza si perfeziona, poichè si livella insensibilmente ai bisogni morali dei popoli, alle circostanze, ed ai progressi dei lumi. Nè questo [p. 66 modifica]variar di forense giurisprudenza offende la sicurezza. Questo volger di cose è lento ed impercettibile. Così la legislazione sull’usura s’è gradatamente modificata. In prima il frutto del denaro era del tutto proibito, quindi si sono fatte alcune eccezioni in favor del commercio, del commercio marittimo per esempio; e mentre per regola si proibisce l’usura si permette di stipulare un frutto associandosi a qualche intrapresa: in mia parola la giurisprudenza cede a nuovi bisogni, segue le tracce della civilizzazione. Questa pieghevolezza, questa facilità necessaria per adattarsi a sì gradati cambiamenti non è propria di leggi scritte. Una legge scritta è un morto inflessibile alle modificazioni della vita; mentre un diritto che emana da sentenze e che non è scritto, è benefico dei perfezionamenti successivi della scienza e dell’esperienza. Con leggi scritte si riduce il popolo alla condizione dei Chinesi. Quando tutto è previsto, tutto fissato domina il fatalismo legale.

Che tal obiezione sia realmente del Sig. Savigny o d’un altro alla questione nulla giova. Sì fatto argomento avrebbe invero molta forza contro una legislazione immutabile, foriera necessariamente di mali e di ruina ad un popolo, ove questo dispotismo legale più non convenisse ai suoi bisogni; ma quando un’assemblea nazionale ha il poter legislativo, non è da credere che voglia restarsi in una situazione disastrosa per una timida affezione a perniciose leggi.

Questa obiezione non sarebbe applicabile al sistema indicato da Bentham per la compilazione d'un codice, avendo adottale le maggiori precauzioni onde [p. 67 modifica]perfezionarlo senza alterarne le forme. Rigetta leggi disusate, leggi non più seguite per una specie di tacito consenso fra il legislatore ed i giudici, ma che posson riprendere la loro attività in certe circostanze e che stanno come spade sospese sulla testa dei cittadini. Prescrive una viva comunicazione fra i giudici ed il supremo capo della giustizia sullo stato dei tribunali, ove si avvertono, come si vedessero, i buoni od i cattivi effetti della legge, l’aumentare o il diminuire dei delitti. Ogni parte dell’amministrazione è nel suo sistema sottoposta ad una circostanziata statistica, che somministra i più sicuri dati alla direzione dei legislatori.

Può vedersi nel trattato dei Sofismi politici come Bentham combatta quello che vuol soggiogar la posterità e rendere i viventi schiavi dei morti. Dimostra che le leggi sono fatte con una veduta di perpetuità, ma che non convien mai dichiararle perpetue.

Considerando direttamente l’obiezione, perchè avesse qualche forza, bisognerebbe provare che le leggi sono un caso di speciale eccezione, mentre tutte le arti van debitrici dei loro progressi alla propalazione di tutti i loro sistemi, alla libera discussione di tutti i loro principj. Ma la legislazione non va soggetta a differenti regole, ed il maggiore ostacolo al perfezionamento delle leggi fin ora è stata la misteriosa lor concentrazione in un piccol numero di giurecensulti avidi d’esclusivamente disporne.

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