Della architettura della pittura e della statua/Della architettura/Libro quinto – Cap. II

Libro quinto – Cap. II

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Del Portico, Antiporto, Androne, Sala, Scale, Veroni, Vani, Porte di dietro, Ripostigli segreti, et Stanze nascose: et in quello che siano differenti le Case de Principi da quelle de privati; et de gli appartati, et insieme congiunti appartamenti del Principe, et de la sua Donna.

cap. ii.


N
Oi certamente non pensiamo che il Portico, et lo Antiporto fusse fatto solamente per commodità de servi, come dice Diodoro; ma per cagione ancora de la università de Cittadini. In casa poi i luoghi da passeggiare, la Corte, lo Androne, la Sala (la qual credo io che sia chiamata cosi dal saltare, che in quella si fa nel celebrarvisi l’allegrezza delle Nozze, et de Conviti) non si appartengono a la universalità, ma più tosto a gli habitanti proprii. Le Stanze da starvi a mangiare è cosa certa, che alcune servono per i Padroni, et alcune per i servidori; le Camere da dormirvi servono per le Matrone, per le Fanciulle, per i Forestieri, et quasi per ciascuno appartatamente. De la universale divisione de le quali, per quanto s’aspettava a parlarne generalmente, ne trattammo nel primo libro de disegni: hora è necessario seguitare di dire, quante elle debbino essere, come grandi, in che siti si debbino porre, che ciascuna, secondo il bisogno, vi stia accommodatamente. Il Portico, et lo Antiporto si adornerà con la entrata. L’entrata si adorna si de la strada, verso la quale ella stà aperta, si ancora de la maiestà de l’opera, con la quale sarà finita. Le stanze poi da mangiare più adentro, et quelle dove s’hanno a riporre le robe, et simili, si debbono collocare in luoghi atti, accioche le cose, che vi si hanno a riporre, vi si mantenghino commodamente havendovi aria, venti, et Soli convenienti; et sieno accommodate secondo i bisogni, et sieno distinte di maniera, che nel conversare o de forestieri, o de gli abitanti proprii, non diminuischino a costoro la dignità, la commodità, et il diletto, et non accreschino anco a coloro il desiderio, et la sete di cosa non conveniente. Et si come il Mercato, et le Piazze ne la Città non debbono essere in luoghi riposti, o nascosti, o stretti, ma in luoghi aperti, et quasi nel mezo: cosi ne le Case ancora, la Sala, et il ricetto, et l’altre cose simili, debbono essere di maniera in luoghi commodi, che tutte le altre membra vi corrispondino sopra commodissimamente: Conciosia che in queste si debbono terminare i vani de le scale, et de veroni: In queste ancora i ricetti dove que’ di casa salutano, et riscontrano con allegrezza gli invitati a Conviti. Non debbe la casa ancora havere se non una uscita, accioche senza saputa del portinaro non possa

[p. 101 modifica]alcuno entrare, et portar fuori cosa alcuna. Guarderenci ancora che i vani de le finestre, et de gli usci, non sieno esposti nè a le commodità de ladri, nè a vicini; accioche non interrompino, vegghino, o conoschino quel che si faccia in casa, o quel che vi si porti. Edificavano gli Egittii le case private di maniera che dal lato di fuori non apparivano alcune finestre. Desidererebbe forse alcuno havere una porta di dietro, per la quale si conducessino dentro le ricolte portate o dal carro, o da le bestie, accioche la porta principale non si imbrattasse, et vi aggiugnerebbono un altro usciolino più secreto, per il quale senza saputa de la famiglia, il Padron solo potesse ricevere dentro i Cavalieri secreti, et que’ che gli portassino avvisi, et uscire fuori a sua posta, secondo che ricercano i tempi, et lo essere de le cose. Io non biasimo già questo, ma io desidero ben grandemente, che vi fussino nascondegli, et ripostigli nascosissimi, et secretissimi, et stanze da rifuggirvi copertissime, che a pena le sapesse il Padrone, ne quali luoghi per i casi sinistri si potessino riporre le vesti, gli argenti, et se e’ bisognasse per mala disaventura, egli vi si salvasse ancora se stesso. Nel sepolcro di David erano stati fatti alcuni nascondegli, per nascondervi dentro i tesori de la eredità Regia, con uno artificio tanto maraviglioso, che egli era impossibile accorgersene in modo alcuno; De l’uno de’ quali dice Iosefo, che Ircano Pontefice dopo mille trecento anni ne cavò tre milia Talenti d’oro, cioè mille ottocento migliaia di scudi per liberare la Città dallo assedio di Antioco. Oltra questo dicono che assai tempo dopo, Herode ancora ne cavò di un altro una gran quantità di oro. In queste cose adunque convengono le case de Principi con quelle de privati: Ma vi è principalmente questa differentia, cioè che l’una, et l’altra di queste hanno inanzi tratto un certo che, di lor natura propria; Conciosia che in quanto a quelle parti che si hanno ad attribuire a lo uso di molti, dette parti debbono esser et più, et maggiori; et in quanto a quelle che si hanno ad assegnare a gli usi de pochi, debbono dette parti esser più tosto alquanto più ornate, che tanto grandi. Evvi questa altra differentia ancora, che ne le case de Principi bisogna che que’ ricetti che son destinati a l’uso di pochi, habbino ancor essi del grande, cosi bene, come quelle parti, che sono destinate a l’uso di molti; conciosia che tutti i luoghi de le case de Principi s’empiono sempre di moltitudine. Ma ne le altre case private, quelle parti, c’hanno a servire a l’uso de più, gioverà porle di maniera, che le sieno non altrimenti che quelle de Principi. Et gli appartamenti sieno al tutto distinti per la Moglie, et per il Marito, et per i ministri, di modo che tutti non pure somministrino per tutto al bisogno, ma a la maiestà ancora, et non vi resulti alcuna confusione da la moltitudine di quegli di casa. Questa cosa è veramente molto difficile, et mal volentieri da potersi far sotto un solo tetto; et però a ciascuno membro si debbe dare la sua regione, et il suo sito, et il suo intero spatio del tetto, et la sua muraglia; ma debbonsi congiugnere di maniera et con le coperture, et con i veroni, che la moltitudine de servi, et di que’ di casa, mentre che s’affrettano di fare le facende, non habbino a venirvi, come chiamati di un’altra casa vicina, ma vi sieno pronti, et presti. Et i fanciulli, et le serve, et lo strepito del resto de la famiglia, che sempre cicala, siano separati da i commertii de Patroni; et cosi si separi ancora ogni men dilicata pulitezza de servi. Le stanze de Principi, dove hanno a stare a mangiare, si debbono porre in luogo dignissimo. Il porsi alto arreca seco grandezza; il vedersi come sotto a gli occhi la marina, le colline, et una regione grandissima, arreca medesimamente grandezza. Tutta la casa de la Moglie sarà separata al tutto da la casa del Principe suo marito, eccetto però che l’ultimo appartamento, et le stanze del letto matrimoniale, debbono esser comuni a l’una, et a l’altro. Uno solo portinaro serrerà, et guarderà con una porta sola amendue le lor case. Le altre cose, ne le quali queste sieno differenti da le altre, si aspettano [p. 102 modifica]più presto, come lor proprie, a le case de privati, che a quelle de Principi. Diremo adunque di quelle al luogo loro. Le case de Principi convengono ancora tra loro stesse in questo, che oltre a quelle cose che si aspettano a gli usi privati loro; Bisogna che elle habbino l’entrata sopra la via maestra, et massimo sopra il fiume, o sopra il Mare; Et in cambio di Antiporto, bisogna che habbino ricetti grandissimi, che sieno capaci a ricever le accompagnature de gli imbasciadori, o de baroni portati da carrette, o da barche, o da cavalli.