Della architettura della pittura e della statua/Della architettura/Libro decimo – Cap. XV
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Leon Battista Alberti - Della architettura della pittura e della statua (1782)
Traduzione dal latino di Cosimo Bartoli (1550)
Traduzione dal latino di Cosimo Bartoli (1550)
Libro decimo – Cap. XV
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In che modo le tarantole, le zanzare, le cimici, le mosche, i topi, le pulci, le tignuole, et simili si spenghino, et si mandin via.
cap. xv.
M
A dapoi che noi siamo caduti in questo discorso, e’ mi piace di raccontare in questo luogo alcune cose, che io ho letto appresso di Autori gravi. Egli è da desiderare che uno edificio non habbia in se molestia alcuna. Quelli del monte Oeta facevano sacrificio ad Ercole, perche egli gli haveva liberati da le zanzare, et i Meliunti perche egli haveva scacciati i bruchi da le vigne. Gli Eolii sacrificavano ad Apolline per la abbondanza de topi: Benefitio grande certamente, ma e’ non hanno già insegnato in che modo e’ facessino queste cose. Ancor che appresso di alcuni io truovo questo: Gli Assirii con un polmone abbronzato, et con la cipolla squilla ancora che penda dal cardinale dell’uscio, pensavano che si scacciassino tutti gli animali velenosi. Dice Aristotile, che tu caccerai fuor di casa tutti gli animali, che vanno col corpo per terra serpeggiando, con lo odore de la ruta: Et rinchiuderai in una pentola se tu vi metterai de la carne, la moltitudine de li vespi; et con zolfo, et con rigano salvatico, messo ne buchi de le formiche, le esterminerai. Sabino Tyro scrisse a Mecenate, che elle si levavano via se con loto di Mare, o con cenere se li rituravano i buchi. Plinio dice, che elle si mandavano via con l’herba girasole, et che questo è rimedio efficacissimo. Altri pensano che l’acqua con lacuale si sia lavati mattoni, sia loro molto inimica, messa ne loro buchi. Appresso de gli Antichi affermano questo, che fra alcune cose, et fra alcuni animali sono infra loro innate, et crudeli inimicitie dateli da la natura, talmente che sono pernitiosi l’uno a l’altro, et si danno morte. Donde avviene che la donnola per il puzzo d’una gatta abruciata, et i serpenti per l’odore del leopardo si fuggono, et dicono che se tu appiccherai una cimice al capo d’una mignatta, quando per avventura ella sarà troppo forte attaccata a qualche membro d’un corpo humano, che ella subito si spiccherà, et cadrà mal conditionata, et per il contrario per il fumo d’una mignatta abruciata si scacciano, et si cavan fuori le cimici di qual si voglia intimi refugii, che ell’habbino. Dice Solino, che chi spargerà la polvere presa de la Isola Athamo che è in Inghilterra, subito si fuggiranno tutti i serpenti. Il medesimo dicono gli Historici che fà la terra, che si piglia in molti altri luoghi, et massimo nella Isola Eubussa. Ma quella che si piglia dell’Isola Galeona de Garamanti, ammazza gli scorpioni, et i serpenti. Dice Strabone, che in Lybia per paura de li scorpioni quando gli huomini vanno a dormire, che e’ son soliti di sfregarsi i piedi, et i letti con lo aglio. In che modo e’ si ammazzino le cimici lo descrive Saferno con queste parole: Metti sotto l’acqua un Mellone di quelli, che i Latini chiamarono Cucumer anguinus, et gettala dove tu vuoi, che elle non vi si accosteranno mai; o veramente ugni il letto con fiele di Bufolo mescolato con aceto. Altri vogliono che si turino i buchi con la feccia del vino. La barba del cerro, dice Plinio, è molto nimica alli scorpioni, et contro a simili nocive bestiuole, et massimo contro à serpenti il frassino hà una possanza miracolosa. I serpenti non stanno mai su le foglie de le felci: manderannosi i serpenti via con lo ardere capelli di donne, o corna di capra, o di cerbio, o scorze di cedro, o lacrime di galbano, o di silero, o ellera verde, o ginepro; et quelli che si ungono di seme di ginepro son sempre sicuri da la inngiuria de serpenti. L’herba haxo inebbria con lo odorato gli aspidi, et s’addormentano tanto, che diventano pigri. Contro i bruchi comandano che ne gli orti si ficchi una testa di Cavalla in cima d’un palo. I platani son nimici de pippistrelli. Se tu annaffierai con acqua nella quale vi si sia cotto fiori di sambuco, tu ammazzerai tutte le mosche, ma questo si farà meglio con lo elleboro. Ammazzerannosi ancor le mosche con la cocitura de lo elleboro nero. il dente canino insieme con la coda, et co’ piedi sotterrato (come si dice) in sala, lieva via la molestia de le mosche. I ramarri non possono sopportare lo odore del zafferano: il fumo de lupini abruciati ammazza le zanzare: I topi da lo odore de lo aconito ancor che da discosto, saranno ammazzati. Oltra questo i topi, et le cimici hanno in odio i fumi del vetriolo. Le pulci tutte se ne andranno, se tu annaffierai le stanze con cocitura di colloquintida, o di calcatreppolo, ma se tu annaffierai con sangue di becco, le vi correranno à monti: scacciansi con lo odore del cavolo, et molto più con quello de lo oleandro, messi in varii luoghi vasi di acque per le stanze si spegneranno facilmente le pulci saltandovi dentro inconsideratamente. Le tignuole si manderanno via col seme de lo assentio, et de lo aneto con lo odore de la savina. Dicono che quella vesta non sarà tocca da le tignole, che sarà su le funi. Ma sia detto di queste a bastanza: Le quali forse sono state molte più che non harebbe ricerco un considerato lettore, ma perdonerammi, poi che elle non son cose fuor di proposito per rimuovere gli inconvenienti da le stanze. Ancor che contro la molestia et l’odiosa assiduità di cosi fatte, et fastidiose pesti, non sia cosa nessuna, che paia che possi giovare tanto che basti.