Della Famiglia Di Palma
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All’uso de’ quali vediamo haver assunto il Cognome di Palma dal dominio della Terra di Palma, in Terra di Lavoro, ottenuta per mercede di servigij militari, come da molte molte Famiglie Normande Illustri si è costumato; Che perciò troviamo ancora, che ne’ primi tempi gli huomini di questa Famiglia furono detti scambievolmente, hor di palma, & hor di Castiglione, havendo posseduto insierne la Terra di Palma sudetta, e la Terra di Castiglione in Calabria, similmente conceduta loro per rimuneratione de’ servitij da quei Principi, per cui guerreggiavano.
Hà fiorito questa Famiglia per huomini illustri, honorati da i Rè con cariche cosi militari, come de’Governi principali, Et anco per lo dominio di molte Terre, cioè Campogattaro, Monterone, le Franche, Laco, Baiano, Vignole, e d’un grosso Feudo con Vassalli nel Paese di Sanseverino, e d’altri Feudi ne’Territorij di Madaloni, d’Aversa, di Cardito, & altrove; e per molti stabili di Case in Napoli pure donati per mercede. Onde questa Famiglia habitò per molto tempo anco in Napoli, ed i Cavalieri di essa si trovano spesso chiamati Milites de Neapoli, essendo che nella maggior parte delle memorie i leggono gli huomini diquella honorati col titolo di Miles, Che importava l’honor di Cavaliere dell’Ordine del Cingolo Militare, di cui s’honoravano i Principi più grandi, ed anco si trovano imparentati con molte delle principali Famiglie Napolitane, per iscambievoli macrimonij.
Mà per la varietà de’tempi, e della Fortuna, e per la mutatione di tanti padroni di questo Regno, rimasta la Famiglia fu’l principio del dominio de gli Aragonesi circa gli anni 1438. con pochi huomini della suà posterità, Spogliata delle signorie de’Vassalli, ritirossi quasi del tutto in Nola, Città più vicina al feudo, che ritenne, cioè del Casale di Palma detto il Vico, e del Casale di Nola detto Vignole, con dominio di Vassalli, e di due altri Feudi uniti à quelli, che si credono rimasti nella Famiglia, perche fusse portione de’secondigeniti non incorsi nell’indignatione del Rè Carlo Primo d’Angiò, che spogliò Guglielmo di Palma del Dominio di Palma, e di quanto possedeva, per non haver aderito alle sue parti. E perciò d’indi in poi si trova questa Famiglia trà Nobili della Città di Nola, stimata sempre per una delle più antiche, & illustri di quella Nobiltà. Onde per distinguerla da tant’altre Famiglie, che in Regno si trovano del medesimo Nome, vien chiamata communemente delli Palma di Nola.
Et in segno del luogo riguardevole tenuto sempre da questa Famiglia frà detta Nobiltà, posseder si vede per Cappella di suo Padronaggio l’Altar Maggiore della Chiesa Catedrale, con sua Sepoltura, e confersce un beneficio di norabil rendita ad un Rettore di quello; E nella lapida antica della Sepoltura, prima della ruina, che seguì di quel Tempio nell’anno 1583. legevasi scolpite queste parole: Maiorum rum prisca Nobilitaris Memoria, eis, ac posteris; successores de Palma in mortuos py, in morituros providi pofuere. Ristorato poi il Tempio, e rinovato il pavimento, si leggono nella nuova lapida di marmo bianco quest’altre parole, Generi Cognometo de Palma ex Nolanis Patrtijs Spectatissimo, Normandis, Sueais, & Andegavensibus imperantibus etiam claro. Familia Superstites, in parentes sepultos, insepulta observantia, ac pietate.
Li primi Huomini dunque che troviamo detti di Palma, sono Tancredi, e Riccardo nell’ anno 1190, de’ quali si fà mentione in un breve di Papa Clemente III. conservato nell’ Archivio del Vescovado di Nola1; che in concorso di Guglielmo Conte di Caserta, e di Riccardo Conte dell’Acerra, e d’ altri Signori, e personaggi lilustri, havessero dotata la Chiesa di Santi Pietro, e Paolo in Nola, promettendo essi una certa decima d’Oglio ogni Anno.
Nell’anno poi 1222. In un’ Instromento2 di donatione, che sà Elena Sanframondo d’un territorio, in presenza del Cavalier Guglielmo di Sanframondo, e d’altri, à Gio: Martino Cositore in rimuneratione di servitij prestiti, habiamo la d. Elena essrer Vedova, e chiamarsi Signora di Palma, per essere stata moglie di Riccardo di Palma Signore del Castello di Palma, madre di Rinaldo di Palma marito di Covella di Giesualdo in quel tempo morti; Onde si chiama Ava, e Balia, e come tale dona per li suoi Nepoti pupilli Guglielmo, Roberto, Betteraimo, e Simonella di Palma; E si suppone questo Riccardo Marito d’ Elena di Sanframondo esser il medesimo sopradetto nella Memoria del 1190. e da lui siegue la disendenza di questa Famiglia de’ Signori di Palma.
Et in un’altro lnstromento3 dell’ anno 1224. la stessa Elena Signora di Palma col consenso di Guglielmo di Palma, detto di Castiglione suo Nipote, dà à Guaimario figlio di Giordano, figlio d’Angerio un territorio à megliorare, dove si vede l’ alternatione de’ Cognomi di Palma, Castiglione, come anco in altri Instromenti; Onde molti furon chiamati assolutamente poi di Castiglione, e formarono una discendenza à parte de’ Signori di Castiglione, estinta in Guglielmo di Castiglione che visse nellanno 1306. e morendo senza heredi in grado di successione, restò devoluta la Terra di Castiglione al Rè Carlo Secondo, da cui fu donata per servitij Militari ad Adinolfo d’Aquino Generale de’Balestrieri nell’anno medesimo 1306. E se bene non mancarebbero altre Memorie Illustri à questa Famiglia sotto il Cognome di Castighione, e specialmente per quel Rinaldo di Castiglione Principe d’ Antiochia, di cui fà gloriosa memoria nell’Historia della Guerra Sacra4 l’Arcivescovo di Tiro, Marito di Costanza Guiscarda vedova di Rinaldo Principe d‘Antiochia, Cugina di Balduino IV. Rè di Gerusalemme, per cui poi fù Vicario, e Governatore Generale del d. Regno - Dal qual Rinaldo che visse nel 1175. vogliono discendessero li sudetti Tancredi, e Rinaldo di cui si parla nel 1190. Ad ogni modo per non divertirmi soverchio, e fuora del mio intento, mi ristringo solo alle memorie di questa Famiglia sotto il cognome di Palma.
Seguendo dunq; à parlare di Guglielmo di Palma primo genito di Rinaldo, e di Covella di Gesualdo; egli nel 1236. Sotto l’Imperador Federico Secondo à 10. di Marzo, asseredosi Signor di Palma, hebbe ad uso de’ Signori grandi à donare al Monasterio di Santa Maria Mater Domini per suffragio dell’anima sua, de’suoi antenati, e soccessori il padronaggio ch’egli havea nella Chiesa di Santa Maria à piedi Palma, con l‘Ospedale à quella contiguo e con tutte le possessioni, e raggìoni alla medesima appartenenti, & il Vescovo di Nola Pietro vi prestò il consenso.
Di quest’istesso Guglielmo trovasi più volte fatta mentione ne’ tempi del medesimo Imperador Federico Secondo, com’uno de Baroni di Terra di Lauoro, al Giustitiere della qual Provincia nell’anno 1239 scrisse l’Imperadore ordinadogli che pagasse à Guglielmo di Palma per se, e sette Cavalli co’ quali havea militato à servitio suo, oncie diecinove, e mezza. E frà gli altri Baroni di Terra di Lauoro, à quali come à suoi confidenti furon consignati dal medesimo imperador Federico nell’anno 1239. à custodire gli Ostaggi datili da Lombardi, si legge Guglielmo di Palma, à cui fu dato in custodia Guglielmo Clerico, e nel 1247. in una scrittura Imperiale si trova questo Guglielmo esser Giustitiere per l’Imperadore.
Essendo poi morto l’Imperador Federico Secondo scommonicato, e privato dell’Imperio, e de’ suoi Regni e dominij dal Sommo Pontefice lnnocentio Papa IV. Come nimico, e persecutor di Santa Chiesa; venuto con tutto ciò il Rè Corrado figlio dell’Imperador Federico p impossessarsi del nostro Regno, dopò l’acquisto di molte Città, cercò di prender Napoli, che costantemente teneva le parti di Sata Chiesa, e non potendo prenderla per assalto, resistendo quei di dentro valorosamente per molto tempo; Finalmente per lungo assedio, e per tradimento sé n’impadronì nel fine di Settembre dell’anno. 1256. Ottenuta che l’hebbe, il Rè Corrado, per vendetta non solo smantellò tutte le sue forti mura, e le Castella, con molte Case di Cittadini Nobili, mà ancora mandò in esilio quantità di Nobili Cittadini, trà quali vi fù Riccardo Filngieri con tutta la sua Casata, e tutti quelli di Casa Griffo, e Gulielmo di Palma, perch’erano stati i principali, e Capi nel difender la Città contro di lui, come notano gl’Historici del Regno, dove li ritrovò Guglielmo, ò perche la sua Casa era in Napoli in quei tempi; ò perche alla venuta dei Rè Corrado, come averte chi scrive di quequesto fatto, molti Baroni del Regno, che tenevano parti di Santa Chiesa si ridussero in Napoli, come in luogo forte, e più sicuro. Donde appare quanto fusse ingannato chi scrisse esser questo Guglielmo d’altra Famiglia, prendendo sbaglio, perche forte lo ritrovò in Napoli; poco informato, che molti di questa Famiglia hebbero proprie case, e fecero lunga dimora in Napoli, con fondata congettura, che ella godut’ anco havesse gli honori della, sua Nobiltà nella Piazza di Nido, nel cui tenimento possedeva le sue Case.
Di questo primo Guglielmo Signor di Palma, furono figliuoli un’altro Guglielmo, Matteo Arcivescovo d’Otranto, c Federico Rettore di San Martino, per una scrittura dell’anno 1263. trovata nell’ Archivio del Monasterio di Mater Domini, per la quale appare, che à 16. d‘ Aprile sotto il Regno del Rè Manfredi. Federico Rettore della Chiesa di San Martino esistente in Palma, per parte di Matteo suo fratello Arcivescovo d’Otranto, comprò una colonna di marmo per servitio della sua Chiesa di San Martino, da Paolo venerabil Priore dell’Ospedale di Sata Maria à pie di Palma, col consenso di Guglielmo Signor di Palma suo fratello; ed in più Instrumenti del medesimo anno si fà mentione dell’ istesso Guglielmo Signor di Palma, p haver dato il consenso ad alcune alienationi fatte dà suoi vassalli di Palma.
Il medesimo Guglielmo sotto il Ré Carlo Primo, vedesi essere stato Giustitiere, cioè Presìde in Terra di Bari. Mà caduto poi in disgratia dell’istesso Rè per haner aderito alla parte contraria, fù da lui privato del dominio di Palma, e conceduto nell’anno 1269. à Filippo di Mustarolo Signor Francese; al quale ancora concedette le Case, e possessioni, che’l medesimo Guglielmo possedeva nella Città di Napali, dell’Acerra, e di Nola, e nella Terra della Candida, & altri beni posseduti anco in Aversa da Vitale Tagliacotio d’ Aversa, & Marino Capece, che con Guglielmo di Palma p l’istessa causa erano caduti nella disgratia del Rè Carlo Primo, e nel 1271. l’istesso Rè concedette al medesimo Filippo di Mustarolo, che chiama Cavaliere, e Maestro della sua Maresciallia tutti li beni del sudetto Guglielmo di Palma, che tenuti havea in Strignano delle pertinenze del Contado di Caserta, come si legge nel Privilegio della concessione fatta dal Rè Carlo primo al sudetto Filippo di Mustarolo.
Considerantes grandia, & accepta servitia, qua Nobilis Vir Philippus de Mustarolo dilectus &c, Castrum Palme situm in Iustitiartatu Terra Laboris cum homininibus ornnibus Vassallis, possessionibus, &c. quod Castrum Guglielmus de Palma proditor noster tempore quò contra nos rebellio- lionem assumpsit tenuit, & possedit; Nec domos, & possessiones quas dictis Guglielmus de Palma in Neapoli, Aversa, Nola, & Candida, &c. tenuit &c. Et redditus, &c qua Marimus Capice preditor noster tenuit, &c Philippo de Mustarolo, & heredibus eius, & donamus, tradimus, & concedimus.
Restando dunque estinta con la perdita della Terra di Palma, e d’altri Feudi, e beni la linea del primo Guglielmo primogenito figliuolo di Rinaldo; atteso ch’ il secondo Guglielmo vedendosi spogliato di tutti i suoi beni, e ridotto à stato privato, risolse finir la sua vita frà Religiosi del Convento di Santa Maria Mater Domini, del quale erano stati benefattori i suoi ascendenti, e vestì l’habito di quei Monaci dell’Ordine di Santo Basilio. Siegue, che trattiamo di Roberto, il quale come secondogenito del medesimo Rinaldo, non incorse nella disgratia del primo fratello, e rimase possessore di quattro Feodi, cioè del Casale di Vico nel territorio di Palma, e del Casale di Vignole nel territorio di Nola Feodi con Vassalli, & di due altri Feodi senza Vassalli ne’ medesimi luoghi, che si crede fossero toccati à lui per portione di secondogenito.
Di questo Roberto troviamo, che sotto l’ Imperador Federico Secondo nell’anno 1239. militasse con armi, e Cavalli; Onde ferisse l’Imperadore al Giustitiere d’Apruzzo, che pagasse à Roberto oncie d’ oro vent’otto, e mezza per paga di due mesi, per lui, per un compagno, e per diece Cavalli che con lui guerreggiava. Hebbe Roberto p Moglie Maria d’ Aquino, con la quale procreò Filippo, Pasquale, Frà Gregorio Cavalier Gierosolimitano della gran Croce, e Bagliuo della Trinità di Venosa, & Elena Monaca nel Monasterio di Santa Maria di Donna Romita di Napoli.
E prima di continuare la discendenza di Roberto per Filippo primogenito, da cui discende la linea de’ primogeniti di questa Famiglia, heredi de’ Feodi, ci sbrigaremo della discendenza di Pasquale di Palma secondogenito di Roberto. Fù egli un Cavaliere molto Illustre, e spesso impiegato da i Principi in carrichi d' honor grande. Fù Signor di Campogattaro, e Monterone in Principato, al cui Giustitiere fù ordinato dal Rè Carlo Secondo ad instanza d’esso Pasquale, che sospendesse l‘ esattione commessagli per sovventione della Camera Regia da darsi da gli huomini di Campogattaro Vassalli d’esto Pasquale per sollievo di quelli.
Nel 1286. si scrive dallo stesso Rè al medesimo Giustitiere di Principato, che non molesti Pasquale, e la sua Terra sotto pretesto, che non fusse comparso nella Città di Matera, nel tempo prefisso, avanti Roberto Conte d’Artoijs, mentr’ tr’esso Pasquale havea assistito appresso la persona del Rè per servigio di Santa Chiesa in Terra di lavoro.
Nel 1291. trovasi Pasquale destinato Capian’à Guerra con suprema auttorità in Foggia per la custodia, e fortificatione di quella Piazza.
Nel 1292. dal Conte d’Artoijs, che governava il Regno per il Rè Carlo Scondo in rimuneratione de’servitij segnalati fatti al Re Carlo suo Zio: de’quali dice cosi.
Considerantes grandia, grata, & accepta servitia, que Dominus Paschalis de Palma devotus noster dicto Regi exhibuit haEtenus, & suis haredibus ad prasens exhibet, & exhibere poteris in futurum. Attendentes etiam, quod quamquam ab codem Rege aliquam Torra remunerationem extiterit consequntus, aqua tamen suis obsequÿs non respondes, &c. Hebbe Pasquale in Feudo Nobile molti stabili, cioè le Paludi della Corte Regia nel tenimento di Madaloni, con certe rendite dovute da certe persone della stessa Terra nelle festività della Nascita, e Resurrettione del Signore, e di Sant’ Angelo, ascendenti al valore d’oncie dodeci d’oro l’anno. E ciò in escambio d’una Casa sita in Napoli nel luogo detto Domi nova, che fù di Giacomo d’Aquino, e d’una bottega nella medesima Città, e d’alcuni beni posseduti nell’Acerra, che furono del Conte della d. Città, a dal Rè Carlo conceduti à Pasquale di Palma in rimuneration de servitij, e poi resignati in mano dello stesso Rè, da cui furono restituiti à primi padroni.
Ed in undeci memorie, che si trovano di questo Pasquale, si fà sempre mentione molto honorevole di lui, e de’suoi seruitij fatti à tre Principi Carlo Primo, Carlo Secondo, & Rè Roberto, e trattato sempre con parità di titoli con Signori grandi. Morì poi Pasquale nell’anno 1301.
Hebbe Pasquale per Moglie Berarda Filigiera, con la quale procreò Unfrido, Carlo, Filippo, & Isabella morta infante; de’quali Carlo, e Filippo veggonsi nel 1317, trà gli altri Baroni, Feudatarij del Regno della Provincia di Terra d i lavoro, che dopò data la mostra in Matera avanti à Guglielmo di Dinissiaco Maresciallo del Regno, à ciò dal Rè destinato; doveano andar à militare in Calabria contro l’Esercito Aragonese. Et in un’altra scrittura asseriscono tener indivisi alcuni beni feudali in Madaloni.
Unfrido Primogenito di Pasquale succedette ne’Feudi Paterni, e fù Padre di Guglielmo Signor di Monterone, che nel 1326. era Capitano di Sorrento, e nel 1331. ottenne dal Rè, che in ogni Venerdì della settimina si potesse fare il Mercato in Monterone. E qui s’estinse la linea di Pasquale per morte di Guglielmo figliuolo d’Unfrido senza heredi nati da lui. RiRitornando hora à Filippo figliuolo primogenito di Roberto, e di Maria d’Aquino. Vedesi coslui per morte del Padre succedere al feudo sito in Palma, & in quel di Vignola; dell’anno 1284.5 ottenerne l’investitura, & assecuration de Vassalli dal Rè Carlo Primo. Fu Filippo6 Marito di Magalda Pignatella, con la quale generò Roberto, Rinaldo, Egidio, Bernardo, Mariella moglie di Pietro Tomacello, e Chiara Monaca nel Monasterio di S. Maria di Donna Romita di Napoli. Et essendo infermo nelle sue proprie Case site nella piazza di Dominova del Quartiero di Nido, testò, & insltituì detti suoi figliuoli procreati da Magalda Pignatella sua moglie; lasciando legatarie le dette sue figlie, & ordinando sepetirsi nella Chiesa di S. Domenico Maggiore de Frati Predicatori nel suo proprio Sepolcro, con l’habito dell’Ordine di detto Santo. Alla cui Chiesa, come anco ad altre molte di Napoli lasciò molti legati pij per l’ anima sua. Il che tutto appare dal testamento di Filippo fatto nell’ anno 1302. per mano di Notar Pietro Mellusio di Napoli, intervenendo per Giudice à Contratto Angelo Garbetella di Napoli, e per testimonij Marino Brancaccio, Pietro Pignatello, Guglielmo Guindazzo, Giacomo Brancaccio, Roberto Fontanarosa, Pietro Macedonio, e Nicolò Vulcano, Tutti Cavalieri Napolitani notati col titolo di Mites.
E per dire speditamente de’Secondigeniti di Filippo, Egidio fù da Carlo Duca di Calabria, e Vicario generale del Rè Roberto suo padre, fatto Giustitiere Vicario, e Procuratore di Principato in luogo di Giacomo d’Antignano7. E nel 1318.8 era Giustitiere di Filippo Principe di Taranto nel Contado dell’Acerra, ed in altre sue Terre.
Berardo fratello del sudetto Egidio fù Signor delle Franche, Consigliere9 del Rè Roberto, e Vescovo di Rapolla. E da Carlo10 Duca di Calabria, che premorì al Rè Roberto11 suo padre, lasciato esecutore del suo testamento, insieme con l’Arcivescovo di Sorrento, col Vescovo d’Aversa, con Bertrando del Balzo Conte di Monte Scagioso, Tomaso di Marzano Conte di Squillace, Buonfiglio della Guardia, e Matteo di Giovenezzo Cavalieri, e Maestri Rationali della Gran Corte, Frat’Andrea di Gagliano, e fra Lorenzo Venato di Napoli del’ Ordine de Minori, e Bartolomeo Caracciolo detto Carafa Cavaliere.
Roberto12 dunque Primogenito di Filippo per la morte del Padre, quale segoi nel 1310. nel quale anno cercò la investitura de’ feudi paterni, fù dal Duca Carlo figlio Primogenito, e Vicario del Rè Roberto nel Regno, posto in possesso di detti feudi, con l’ assicuratione de Vassalli. Fu anco Vicario per la Regina Sancia nel Regno, qual’hora il Rè Roberto andato alle guerre di Sicilia, lasciò detta Regina sua Moglie al Governo del Regno nell’anno no 1313. la qual memoria trovasi regiftrata in un’ordine fatto dal Re Roberto al Conte di Nola, & inserirò nel volume delle costitutioni del Regno con l’additioni di Pisattello, lib. 3. tit. 19. si Vassallus fol. 236. Column. 2. in fine, e dice così. Robertus, &c. Nob. Viro Romani de filÿs V rsi Comiti Nolano13 dilecto Consil. & fideli suo, &c. Roberti de Palma Militis fidelis nostri oblata culminis nostri petitio continebat, quod Ipse tenet, & possider sub tè certa bona feudalia in Nola, & pertinentÿs eius, sub servitio distincte partis minoris feudi, &t. tenet quoque, & possidet in Castro Palma, & pertinentÿs eius sub Sancia Hyerusalem, & Sicilia Regina nostra Consorte carissima, certam partem feudi conditionis eiusdem, maiorem tamen illa quam sub dominio tuo tenet, & cumpro parte iam dicta Regina iniunctum sit eidem militi, vt prò ipsa exerceat V icariatus officiu in absentia Guglielmi Scarrerÿ Militisi pro maioribus nostris servitÿs absentis in Urbe, tamen mandas eidem, vt ratione dictorum feudalium qua tenet sub tuo dominio tecum in Siciliam veniat, &c. Super quò cum duobus Dominis servire non posse se asserat provideri sibi, &c. supplicavit quo-circa, &c. mandamus, &c. cum eidem Regina dignitas, &c eorum bonornm feudalium, qua idem Miles tenet ab ipsa maior quantitas, &c. sint rationabilitèr preferende; tu cotentus recipere à Milite memorato adboamentum consuetum, &c. non impedias, vel molestes, &c, quod si secus feceris te ad hoc per opportuna remedia cohibeant, & compescant, ita, quod non impediantur eiusdem Regina servitia, &c. Datu Neap. sub paruò sigillo nostro secudum ordinationem nuper propter nostram absentiam habitam per Bartol. de Capua Anno Domini 1313. die 22. Ottobris 13. indict. Regnorum nostrorum Anno 6. &c.
Hebbe queslo Roberto di Palma per moglie Margarita Caracciola, con cui procreò Lifolo, e Carluccio.
Lifolo14 succeduto à sopradetti feodi paterni, morì fenza figIiuoli, & à lui succedette Cariuccio suo fratello, che casato con Ceccarella Capece fè Nicola, Roberto, e Giacomo.
Nicola Signor de’Sopradetti feudi morì, senza figlioli, succedendogli Roberto fuo fratello al quale per mancanza anco dc’figli, succedette l’ultimo de’fratelli Giacomo, che Casato con Lucretia di Rinaldo nobile Nolana figliola di Matteo Sign. di Visciano, e di Pignano, vi procreò Andrea Antonio.
Andrea Antonio successore ne’feudi paterni, fù marito d’Agatella Mastrilli nobile Nolana figlia di Gabriele Consi gliere del Rè Ferdinando d’Aragona, con la quale generò Gio: Felice, Margaritonno, Mariano, Giacomo, Lucretia, & lsabella.
Gio: Felice primo genito d’Andrea Antonio succedette ne’ feudi patierni, ed hebbe per moglie Cherubina de Leonardis nobile Nolana di famiglia estinta, figliuola di Camilla d’Aquino, e con essa procreò Nicolò Michele, Scipione, Ursolina, e Margherita.
Nicolò sacceduto al padre ne’feudi di Palma, e di Vignole, de’quali n’ottenne l’Investitura nell’Anno 1509. vendette quel di Vignole à Gio: Tomaso Mastrilli Presidente della Regia Camera, hebbe per moglie Angela Sassone, Famigiia che hà goduto nel Seggio di Portanova di Napoli, con la quale procreò Prospero, Camillo, Ambrogio, Luigi, GioFclice, Antonio postumo e Laudonia.
Prospero primogenito di Nicolò succedette al Padre nel feodo solo di Palma del quale nell’anno 1512. ottenne l’investitura. havendo già suo padre, come si disse, venduto quel di Vignole. Fù Prospero marito d’Elisabetta Pandone de’Duchi di Boiano, e Conti di Venafro famiglia del Seggio di Nido di Napoli, con la quale generò Gio: Vincenzo, Francesco Antonio, & Angela moglie di Filippo Villano del Seggio di Montagna di Napoli.
Gio: Vincenzo successore nel feudo di Palma si casò con Laura Mastrilli figlia di Girolamo, e di Felice Maria Cesarini, famiglia antichissima, & Illuftre Romana, e poi anche frà le nobili Nolane. Fù Laura Sorella del Consigliere Vincenzo Mastrilli, e di Pietr’Antonio Mastrilli Presidente della Reg. Camera, & hebbero per loro figliuoli Ottavio, frà Lelio Cavalier Gierosolimitano, Castellano del Castello di Sant’ Angelo in Malta, e Commendator di Sorrento. Francese’ Antonio della Compagnia di Giesù, di molta stima nella sua Religione per la rara bontà, e per lo talento negli esercitij di lettere, e ne’governi, ne’quali fù spesso impiegato; Metello, e Scipione in habito Ecclesiastico, Mutio morto Infante; Costanza, Laudonia, e Felice Monache in Nola.
Ottavio primogenito di Giovan Vincenzo successor nel feudo di Palma hebbe quattro mogli; La prima fù Vittoria Loderini famiglia d’antica, & Illustre Origine Breiciana, e poi nobile Nolana ivi estinta; con cui procreò Gio: Vincenzo. La seconda fù Cornelia Macedonio del Seggio di Porto di Napoli figlia d’Ippolita di Gennaro, de’Conti di Martorano, e di Nicotera. La terza Moglie fù Giovanna Cesarina nobile Nolana d’origine nobilissima Romana, come s’è detto; con questa procreò Nicolò, Francefc’Antonio Cavalier Gierosolimitano, Laura, che fù moglie di Troiano Mastrillo, e Beatrice morta fanciulla. La quarta moglie d’Ottavio ù-BeaBeatrice della Gatta del Seggio di Nido di Napoli sorella carnale di Carlo della Gatta Principe di Mondestarace, Soldato glorioso de’noistri tempi, Capitan Generale della Cavalleria Napolitana nello Stato di Milano, e poi Mastro di Campo Generale di tutta la Militia del Regno di Napoli.
Gio: Vincenzo primogenito d’Ottavio, e successore nel feodo di Palma hebbe per moglie Beatrice Mariconda del Seggio di Capuana di Napoli, con cui procreò Ottavio, Carlo de’Cherici Regolari Teatini, Lettor di Teologia in Napoli, & in Roma, Predicator famoso, e dalla sua Religione impiegato ne’primi governi. Giuseppe, e Lelio, detto poi Ignatio, ambedue Sacerdoti della Compagnia di Giesù di gran virtù, & ingegno, e di molt’aspettativa nelle lettere, morti nell’età giovanile, il primo nell’Impresa di Portolongone espostosi al servitio de’Soldati infermi; Il fecondo ministrando i Sacramenti à gl’infetti di peste in Benevento, dov’era Rettore del suo Colleggio; e Francesc’Antonio morto in fascie. Vittoria, e Francesca chiamate poi Maria, & Antonia Monache nel Monastero delle Cappuccine di Santa Maria in Gierusalemme di Napoli, delle quali la prima, hoggi è Abadessa di questo Santo Monasterio; Portia moglie di Don Alessandro Sifola, della cui Illustre Famiglia, à suo luogo facciamo mentione; Teresa, e Laura, ambedue di vita celibe, e costumi esemplari nella paterna Casa, e Laudomia morta Infante. A questo Gio: Vincenzo deve molto la sua posterità per haver egli con somma diligenza, e fatica cavate dalle tenebre dell’antichità buona parte delle gloriose memorie della sua Famiglia, le quali ò in originali, ò in copie autentiche raccolte dal Real Archivio della Zecca, & da altri famosi Archivij, & antichi Registri, ò da publici protocolli, si conservano hoggi dal sudetto Ottavio primogenito di questo Gio: Vincenzo.
Il detto Ottavio, che hoggi vive, nato dalli sudetti Gio: Vincenzo, e Beatrice Mariconda, havendo atteso allo studio delle leggi, ha servito al Rè Nostro Signore con carica di Regio Auditore in diverse Provincie, & in quella di Catanzaro per Avocato Fiscale, poi fatto Giudice criminale della Gran Corte della Vicaria, e Commissario Generale di Campagna con amplissima potestà in Regno, & ultimamente honorato da S. M. con Toga perpetua, serve al prefente la piazza di Avvocato Fiscale della detta Gran Corte, fù casato primieramente con Don Isabella Suarda figlia di Paolo, e di Donna Vittoria di Sangro, con cui fè Beatrice morta Infante, doppò la quale seguendo un altro parto, ma immaturo, fù caggione della morte di sua madre. Indi si casò Ottavio la seconda volta con D. Giovanna di Guevara de’Duchi di Bovino del Seggio di Nido di Napoli, con la quale hà procreato Giouan’Vincenzo, Antonio, Xaverio, Giuseppe, un’altra tra Beatrice, Caterina, Laura, & Anna.
Nicolò l’altro figluolo d’Ottavio Seniore, e della sua terza moglie Giovanna Cesarina, fù dottorato nell’una e l’altra legge; però cintafi poi la spada, & armato Cavaliere dell’Ordine di Calatrava, prese per moglie D. Dianora Solis Castelblanco, d’Illustre Famiglia Spagnuola, figlia di D. Giovanni, e nipote di D. Stefano dignissimo Prelato, e Vescovo di Sarno, e di D. Pietro Sorgente Maggiore nella Provincia di Lucera; e con questa sua moglie Nicolò fù padre di D. Giovanna maritata con D. Thomaso di Guevara di Nido della Famiglia sudetta; Donna Anna detta poi Maria Gioseppe, e D. Laura ambedue Monache l’una in San Girolamo di Napoli, l’altra nel Collegio delle Monache in Nola.
Si che di questa Famiglia hoggi vivono solo i descendenti, di Gio: Felice, da cui la linea de'primogeniti successori nel Feudo di Palma sono Ottavio Avvocato Fiscale di Vicaria, & i suoi figliuoli; e Nicolò Cavaliere dell'habito di Calatrava, secondo genito d’Ottavio Seniore senza figliuoli maschi, per linea poi de’secondi geniti di Gio: Felice, vivono Antonio, Fabio marito di D. Caterina Sances de’Marchesi di Gagliati, e di Grottola del Seggio di Montagna di Napoli, e D. Giulio, e D. Antonio lor figliuoli, e per un‘altra linea pure de’secondi geniti di Giovan Felice, vive Francesco di Palma figlio di Mario senza figliuoli, e non altri.
Vi furono di più altri Cavalieri di questa Famiglia, i quali per non essersi potuti rintrecciare nell’arbore formato se ne farà in questo luogo mentione à parte cioè.
Bertrando di Palma Signor di Baiano nel 1269.15 era Straticò di Messina, qual carico è di governo supremo in quella Cittià per parte del Rè; e l'istesso crediamo che sia, chiamato col nome di Berteraimo e Beltrado, se pur non sono diversi nel 1276.16 e nel 1272.17 Giustitiere in Basilicata p lo Rè Carlo I.
Rogiero di Palma Signor de’Feudi in Nola nel 1269.18
Raone di Palma Signor de’Feodi in Aversa nel 1291.
Andrea di Palma Signor de Feodi in Alisi nel 1311.19
Stefano di Palma possessor de Feodi in Madaloni nel 1318.20 chiamato con altri Baroni, e feudatarij di Terra di Lavoro, e Contado di Molise à militar con armi, e Cavalli in Calabria sotto gli Aragonesi.
Mazziotto di Palma Signore de Feodi in Madaloni nel 1318.
Giovannino di Palma nel 1321.21 Vicario Regio nella Città d’lsernia, & in più governi dal Rè Roberto impiegato, Padre d’Andrea secondo di questo nome, che fù professor di lettere, e premorì al Padre, il qual Giovannino fù nipote carnale d’un Arcivescovo di Milano, come si legge in un sepolcro d’Andrea figlio del 1319. nella Chiesa di S. Franceco di Nola. Fran Francesco di Palma nel medesimo Anno 1321.22 Signor di Feudi in Nola, & in Campasano Casale della medesima Città.
Bernardo di Palma nel 1327.23 Giurisperito Consigliere, e Familiare Regio, e nel 1327. Giudice insierne con Martuccio Isalla di Napoli, Delegato à conoscere molti interessi della Città di Scala.
Roberto di Palma nel 1335. successore di Mazzeo suo padre feudatario in Madaloni, per un feudo, che riconosceva dalla Regia Corte del valore annuo d’oncie d'oro 40. fù convenuto da Simona di Palma sua sorella, acciòche la dovesse dotar di paraggio; morto poi il sudetto Roberto senza legitimi successori, e devoluto il feudo al Fisco, fù nel 1348.24 conceduto á Pandolfo Crispano di Napoli Maestro Rationale della Gran Corte.
Francesco di Palma licentiato nell’una, e l’altra legge nel 1343.25 teneva procura, e titolo di Vicario Generale nel nostro Regno per parte d’Uberto Delfino di Vienna Consanguineo della Regina Giovanna Prima
Candino di Palma militò con Armi, e Cavalli per il Ré Roberto, e visse fin’a i tempi della Regina Giovanna Prima nel 1346.26
Conchino di Palma con Armi, e Cavalli militò per la Regina Giovanna prima contro del Conte di Fondi nel 1346.27
Guarniero di Palma Cavaliere dell’ordine del Cingolo militare Capitano in Melfi, Venosa, ed altreTerre per la Regina Giovanna Seconda nel 1348.28
Giovanello di Palma nel 1390.29 Castellano del Castello di Rufano, e quest’istesso Giovannello forse sarà quello, che per servitij prestiti alla Regina Giovanna Seconda n’hebbe da quella nel 1420.30 in rimuneraitione tutt’i beni mobili, e stabili, burgensatici, e feudali, in qualsivoglia luogo siti, e posti, che furono di Guglielmo di San Barbato della Terra di Sanseverino di Masello di Laureto; e due Territorij, uno nominato Prestinio l'altro lo Fosso, che furno di Lionetto Sanseverino; devoluti alla Regia Corte per haver quelli aderito alle parti del Duca d’Angiò, notorio nemico d’essa Regina, come appare dal privilegio autentico cavato dall’Archivio della Zecca.
Terina di Palma intrinseca Familiare, e domestica Damigella della Regina Giovanna Seconda, in rimuneratione della grata, e fedel servitù fatta da lei à detta Regina, n’hebbe in dono due case site in Napoli franche, e libere d’ogni peso per se, e suoi heredi nell’Anno 1423.31
D'altri molti Cavalieri di questa Famiglia non solo sotto il Cognome di Castiglione, mà anco fotto il Cognome di Palma s’è tralasciato di fare special mentione, per non portare troppo in lungo questo discorso; bastando al nostro intento to le memorie già addotte per far conoscere, che questa Famiglia è stata molto gloriosa ne’suoi Antenati; e benche negli ultimi tempi fusse diminuita d’huomini, e di fortuna; sempre però hà conservato il preggio della sua nobiltà riguardevole in qualunque tempo, e stato.
L’armi, ò Insegne di questa Famiglia usate anticamente furono d’un Campo diviso; in cui nella parte inferiore, che occupava due terzi del Campo, eran sei sbarre azurre, e d’oro alternatamente traversate dalla sinistra alla destra, e nella parte superiore in Campo azurro sorgeva un Leon d’oro fin al petto, con le branche distese, e faccia volta alla sinistra e coda rivolta in dentro; come si vede in un sepolcro antico d’Andrea di Palma degli anni 1319. nella chiesa di San Fracesco in Nola; poi in luogo del Leone con occasione del Dominio di Palma, vi fù posto un ramuscello di Palma in mezzo à due rose vermiglie; pigliandolo dall Insegne del medefimo Castello di Palma, che sono tré rami di Palma annodati insierne; trasferendo sul cimiero il Leon d’oro con un’altro ramuscello di Palma nelle branche, per l’istessa raggione della Signoria di Palma.
Note
- ↑ Instromento del 1190. nell'Arch. del Vescovo di Nola.
- ↑ Ex Intrum. autent. apud Ottavium de Palma iuniorem, & familia primogenitum.
- ↑ Ex Instrum, au tent. apud. cundc.
- ↑ Guglielmo Arcivescovo di Tira nell'Historia della guerra sacra.
- ↑ 1284. lit. C. fol. 25.
- ↑ Ex testam. Philippi autentico apud Octavium de Palma iuniorem
- ↑ 1426. lit. B. fol. 296.
- ↑ 1318. lit. E. fol. 46
- ↑ 1322. lit. A. fol. 2.
- ↑ 1326. fol. 114.
- ↑ 1338. lit. M. fol.
- ↑ 1313. fol. 109.
- ↑ 1313. fol. 109
- ↑ Ex capitul. matrim. autent. apud Octavium de Palma iunior
- ↑ 1269. lit. B. fol. 32.
- ↑ 1276. arca D. fascic. 32.
- ↑ 1272. lit. B. fol. 234.
- ↑ 1269. fasc. 44. fol. 171. àt..
- ↑ 1311. lit. O. fol. 42.
- ↑ 1318. lit. B. fol. 96. àt. ibid.
- ↑ 1321. lit. A. fol. 135.
- ↑ 1321. fasc. 92. fol. 161. àt.
- ↑ 1327. lit. D. fol. 2. àt.
- ↑ 1348. lit. A. fol. 124.
- ↑ 1343. lit. A. fol. 82.
- ↑ 1346. lit. R. fol. 67.
- ↑ 1346. lit. A. fol. 67.
- ↑ 1348. lit. B. fol. 124.
- ↑ 1390. lit. B. fol. 129.
- ↑ 1420. fol. 324. àt.
- ↑ 1423. fol. 374.