Dell'oreficeria antica/Parte seconda/Torque
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VII.
torque.
È la torqua (torques) un ornamento di oro formato o da un filo incavato a linee spirali a foggia di vite, oppure da un fascio di fili sottili rintorti a spira sopra un altro filo che li sostiene, ed in ambo i casi presenta la forma quasi di una cordicella fatta per cerchiare il collo: termina sempre o con due uncinetti di svariate forme, o con due semplici collarine . Della torqua fecero uso come segno di distinzione i Persiani, i Galli ed altre nazioni asiatiche e boreali. Essa era chiamata Torc dai Brettoni e dagli antichi Irlandesi. Virgilio, descrivendo un ornamento che portavano i giovani Troiani, dice:
- In pectore summo,
- Flexilis obtorti per collum circulus aurii.
I Romani dopo aver combattuto coi Celti conferivano a chi più si fosse coperto di gloria nelle battaglie quest’ornamento, onde il nome di Torquato che assunsero molti Romani; e spesso rinvengonsi tombe di guerrieri romani su cui è scritto il numero delle torque guadagnate da essi nelle vittorie riportate sugli eserciti dei Celti e dei popoli orientali; ma tutto questo non deve far credere che i Romani avessero dai Galli tale ornamento. Se la statua del Gallo morente che ora si conserva nel museo Capitolino ci fa testimonianza che la torqua fu ornamento nazionale dei Galli, troviamo che era già ab antico segno di distinzione così in Oriente come in Occidente; e gli Etruschi altresì la usarono come si vede in molte opere in plastica tra quelle che ci sono pervenute; e ciò è provato in più special modo dalla figura semigiacente di bronzo scavata nella necropoli di Perugia, che rappresenta un personaggio etrusco avente al collo una perfetta torqua, e da ciò credo si possa asserire che la torqua passò dagli Etruschi ai Romani come distintivo di onore, qual cosa mi sembra comprovata dalla frase latina ricevuta per tradizione e adottata ancora da’ moderni, i quali chiamano Eques Torquatus colui che fu insignito del collare dei presenti ordini cavallereschi.