Dell'oreficeria antica/Parte seconda/Fibule
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VIII.
fibule.
Gli antichi Italiani, i Greci e gli Orientali univano insieme le due parti della clamide con un ago fissato a una specie di semicerchio rigonfio e terminante in un lungo uncinetto che tien costretta la punta dell’ago: tale è quell’ornamento che si disse fibula, e che dette origine alla moderna fibbia. Generalmente si usarono di bronzo, di argento e di oro; le donne romane se ne servivano per l’amictus e indutus, gli uomini sol per l’amictus. Alcune volte le donne le portavano sulle due spalle, ma per l’ordinario se ne portava una sola: spesso le matrone ne aveano una filiera giù per le maniche della tunica per maggior ricchezza e leggiadria. La fibula in progresso di tempo fu altresì posta a fermare e sorreggere la tunica sopra il ginocchio. Le borchie tonde spillate vennero dopo le già descritte, ma i Romani dettero a tutte il nome comune di fibula. Presso gli Etruschi la fibula fu ornamento usatissimo poichè se ne trovano di ogni forma e di svariate dimensioni: avevano essi borchie tonde con un cilindretto vuoto al centro, le quali forse erano cucite sulle vesti: avevano le fibule arcuate, ed avevano fibule borchiate rotonde di cui alcuni belli esempi si ammirano nei pubblici cimeli. I Celti ebbero una fibula diversa, di foggia particolare, anch’essa con l’arco e l’uncinetto, e che sappiamo usata ab antico in Francia, in Scozia ed in Irlanda. Tale ornamento riunendo le due parti della tunica o del manto, ed aggruppando così in un punto solo il drappo, era cagione che da quel punto scendesse con somma eleganza un partito di pieghe sempre abbondevoli, maestose e varie, onde tanto si ammirano le antiche sculture.