Dell'Oreficeria rispetto alla legislazione/XII
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XII.
Rispetto alle verghe d’oro e d’argento è opportuno rammentare che i metalli preziosi non s’incontrano sempre in natura nello stato di purità, che anzi o in seno della terra o sulla sua superficie si combinano con corpi differenti in proporzioni molto varie. Nel ridurli a moneta o ad oggetti di ornamento o per qualunque uso, vi si mette una certa quantità di lega la quale varia secondo i paesi e le diverse leggi. Per convincersene basta gettare uno sguardo sul seguente quadro dimostrante le diverse bontà legali dell’oro e dell’argento nella sola Italia, presentato non ha molto dal ministero al parlamento del Regno.
Provincie. | Oro. | Argento. | Marchio. | Osservazioni. |
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Antiche provincie. | 1⁰ 840 | 1° 950 | Obbligatorio. | Legge 12 Luglio 1824 e manifesto camerale. |
2⁰ 750 | 2° 850 | " " | 15 Ottobre 1825. | |
Lombardia | 1° 920 | 1° 950 | " " | Legge Italica. |
2° 840 | 2° 800 | " " | 25 Decembre 1810. | |
3° 750 | " " | " " | " | |
Modena. | 1° 916 | 1° 916 | " " | Leggi 12 Luglio e 6 Ottobre 1818. |
2° 750 | 2° 833 | " " | " | |
Parma e Piacenza. | 1° 833 | 1° 917 | " " | Legge 28 Settembre 1821. |
2° 750 | 2° 792 | " " | " | |
Romagne, Umbria Marche. | 1° 916 | 1° 924 | " " | Leggi 7 Gennaio 1815 e 25 Luglio 1817. |
2° 750 | 2° 847 | " " | " | |
Toscana. | unico | unico | Facoltativo. | Decreto 21 Luglio 1832. |
750 | 792 | " " | " | |
Provincie meridion. | 1° 916 ½ | 1° 916 ½ | Obbligatorio. | Legge 17 Decembre 1808. |
2° 833 ½ | 2° 833 ½ | " " | " | |
3° 750 | " " | " " | " | |
4° 666 ½ | " " | " " | Decreto 5 Aprile 1809. | |
5° 583 ½ | " " | " " | Decreto 15 Decem. 1823. | |
6° 500 | " " | " " | " |
Adunque, la prima quistione da risolvere innanzi di comprare oggetti preziosi, è qual sia il grado di purezza di tale o tal altro di essi. Trattandosi di materia grezza o di lavori fuor d’uso, a volerli rendere omogenei prima si riducono in verghe, poi con un’operazione chimica si specifica la quantità del metallo puro ivi contenuto: cotesta operazione si dice saggio. Il saggio dell’oro vien fatto col semplice fregare il pezzo sopra la pietra di paragone e quindi osservare se la traccia metallica, la quale vi rimane segnata, abbia il medesimo colore che un’altra vicina, fatta con metallo puro. V’è anche quello che chiamasi saggio alla tocca e consiste nel toccare la traccia metallica, la quale fu segnata nella pietra, con una goccia di certo acido che corrode il metallo eterogeneo, onde la traccia diviene smorta più o manco secondo l’abbondanza del metallo eterogeneo: tale operazione può essere eseguita agevolmente dagli stessi commercianti. Il predetto metodo dà un risultato più sicuro quando vi si applichi il provino che è «un’arnese composto di più stecchine di rame, infilate all’un de’ capi a modo delle bacchette di ventaglio, libere dall’altro capo, e ivi terminato in altrettante corte laminette d’oro, ciascuna di un determinato titolo, segnato con corrispondente numero improntato su ciascuna stecchina. Fatta sulla pietra di paragone una traccia metallica col pezzo d’oro d’ignoto titolo, se ne fa allato un altra simile con quello delle laminette del provino, il cui noto titolo parrà più approssimarsi a quello che si cerca: coperte quindi le due tracce con una goccia di acido nitrico, se ambedue appariscono all’occhio svanite in ugual grado, ciò indicherà che la quantità relativa della lega nei due ori è la medesima, e perciò ambedue sono di ugual titolo: se succede altrimenti, allora si tenta un’altra stecchina, poi un’altra, sino a che si sia ottenuto l’intento. Raro è che un esperto orefice non colga il giusto segno alla prima, o al più alla seconda prova.»