Del veltro allegorico di Dante/IV.
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IV. Guido di Carpigna del Miratoio era colui, che Dante lodò come dei piú gentili di quella etá (Purg. XIV, 98): suo fratello Ugone sedè sovente dei consiglieri di Rimini. Ma non così nel 1250 ebbe questa chiamato per podestá Malatesta di Verrucchio, i conti Faggiolani di Carpigna e tutt’i loro congiunti, riparati nelle loro fortezze imperiali, si serbarono alla vendetta. E giá in quel tempo, in cui veniva meno Federigo II (1250), nasceva di Ranieri della Faggiola Uguccione, che la sorte avea destinato a rilevar l’imperio in Italia. — Nel 1258 la sua famiglia comprò alcune terre dai conti di Montedoglio: perciò alcuno credè che Ranieri della Faggiola fosse di questi: nondimeno egli è piú facile il supporlo nipote o figliuolo di uno fra coloro che possedevano la Faggiola pochi anni dianzi. Ed in veritá quel castello compreso nel feudo imperiale di Carpigna direttamente dipendea dall’imperio: niuno senza la concessione dell’imperatore avrebbe potuto alienarlo e in altra guisa disporne. I conti di Carpigna, se anco avessero lor consentito le leggi dell’investitura feudale, non avrebbero voluto smembrare lo stato e concedere a straniero padrone l'una delle rocche loro piú forti, nell’atto che ritenevano il dominio di Monte Copiolo e di Monte Cerignone. L’amicizia dei Faggiolani coi conti di Carpigna e di Monte Feltro toglie che si credesse, avere il primo Ranieri per forza di armi conquistato la Faggiola: e poiché la terra dei Faggiolani facea parte del feudo stesso di Carpigna, poiché le due famiglie furono ghibelline, giova il pensare che alcun titolo d’ereditá ovvero di appannaggio assegnò ad un Ranieri di Carpigna la fortezza della Faggiola. Poscia si accrebbe insieme, declinò insieme la prosperitá dei conti di Carpigna e dei Faggiolani: comuni furono alle loro case i nomi, le divise, le insegne.