Del veltro allegorico di Dante/III.

III.

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II. IV.

[p. 11 modifica]III. Fra la Marecchia ed il Foglia nel Monte Feltro è posto il feudo imperiale della contea di Carpigna: i signori di questa si appellarono dai loro castelli, gli uni propriamente di Carpigna, gli altri di Gattaia e di Miratoio, alcuni di Pietrarubbia, e gli ultimi di Montecopiolo divenuti conti di Monte Feltro e poi duchi di Urbino. Congiunti cogli Ubaldini metaurensi, o coi signori di Montauto e di Montedoglio, correvano la Toscana: e tosto ricovrati nelle rocche imposte alle feltrie loro montagne, portavano guerra in Romagna. Brevi e deboli paci mettevano fine alle incursioni: una di esse paci erasi giá fermata nel 27 settembre 1228 fra la cittá di Rimini e i conti Ranieri, Taddeo e Buonconte di Carpigna: i quali venuti nella pubblica sala del comune gli giurarono fede, secondo i costumi, e gli si diedero in accomandigia, e furono descritti nel libro dei cittadini perpetui: dovessero dimorare a Rimini solo in tempo di guerra: non esser tenuti a voltar le armi contro l’imperio: non potesse il comune far suoi cittadini gli uomini di Carpigna senza il piacere dei conti. A tali patti seguì l’effetto: e si numerarono trentatre terre della contea: fra le quali Monte Cerignone Monte Copiolo ed il castello della Faggiola con la sua corte o giurisdizione. I conti di Gattaia e di Miratoio, che aveano su quelle terre dritti comuni a tutta la famiglia di Carpigna, nel 2 settembre 1232 confermarono l’atto: e vennero agli stessi accordi con Rimini sulle altre terre di ragione lor propria, salvo sempre la loro fede all’imperio. Erano essi Ranieri e i suoi figli Guido ed Ugone. Ai nostri giorni si domanda Faggiola il monte che sostiene le rovine di un’antica fortezza, la quale dicesi Torre-Faggiola: di questa parlarono i trattati del 1228 e 1232; qui ebbero culla i Faggiolani: qui fu educato alle armi Uguccione. Dalla vetta del monte guardando in fondo [p. 12 modifica] alla valle si vede il Conca, e sovra esso il ponte di Monte Cerignone: levando gli occhi, Monte Copiolo apparisce sul giogo vicino: torreggiano a settentrione la sommitá feltria di San Leo, a mezzogiorno quella di Macerata Feltria. E se nol vietassero i brevi Appennini di monte Tassi, ad oriente saluteresti Rimini e il mare. Dal 1228 fino a noi non è cambiato l’aspetto dei luoghi: ma oggi sono muti e deserti: e solo sopravvive la fama in bocca degli uomini del Monte Feltro, che un giorno in quei luoghi possente guerriero imperava.