Dalle dita al calcolatore/X/3
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3. Gli Aztechi
Al tempo della conquista (1521) si stima che Città del Messico conti oltre un milione di abitanti, senza considerare quelli che vivono in una cinquantina di paesi assiepati intorno alla laguna. I discendenti degli Aztechi, i Nahuatl, vivono oggi nel Messico meridionale, presso le coste del Pacifico; sono circa mezzo milione. Hanno perduto tutte le loro peculiarità etniche fuorché l’antica lingua.
La società azteca è teocratica e centralizzata. La vita di ogni individuo viene programmata fin dalla nascita. Perfino l’attribuzione del nome avviene dopo un’attenta indagine astrologica. L’istruzione, per i pochi che possono usufruirne, è molto accurata. I giovani nobili frequentano scuole annesse ai templi e vi ricevono una formazione che spazia dalle scienze alle arti. La formazione religiosa svolge un ruolo fondamentale. Le conoscenze scientifiche vengono trasmesse oralmente. I giovani destinati al sacerdozio devono essere molto esperti nella scrittura e nella conoscenza dei testi sacri e dei riti. La scrittura azteca è un misto di ideogrammi e di segni fonetici.
Notevoli sono le testimonianze della cultura azteca; un posto di rilievo spetta ai 17 manoscritti originali, fra cui 4 pre-colombiani. Sono redatti su tela, su pelle di cervo o su fogli di carta fatti con le fibre della corteccia di alcune piante. Il significato degli ideogrammi riportati sui manoscritti viene spesso chiarito da scrit te in spagnolo aggiunte dai conquistadores.
Gli Aztechi hanno un duplice calendario come i Maya; le sole differenze si riferiscono ai nomi dei giorni e alle figure usate per rappresentarli. La nume razione scritta per uso contabile, come si può dedurre dal Codex Mendoza, è vigesimale e fondata sul principio additivo.