Dalle dita al calcolatore/VIII/2
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2. La sete di bottino
Alla morte di Maometto (571-632), per sei mesi si compiono varie carneficine, allo scopo di sottomettere le tribù dell’Arabia. Dal 633 cominciano le scorrerie verso nord, est e ovest. In due decenni gli eserciti arabi conquistano la Palestina, la Siria, l’Egitto, la Cirenaica, la Tunisia (Ifriquyah), l’Iraq, l’Iran, l’Afghanistan e il Pakistan. Occupata Cipro, gli Arabi tentano inutilmente per un paio di secoli la conquista di Costantinopoli. Riescono però a farle pagare un pesante tributo per diversi anni. I paesi conquistati con la forza vengono saccheggiati e il bottino è enorme; quelli che si assoggettano spontaneamente devono pagare un tributo. Ebrei e Cristiani sono espulsi dall’Arabia; nei territori conquistati sono invece tollerati, purché paghino. Sono infatti nelle loro mani i commerci e le banche. In più d’una occasione i Cristiani vengono chiamati ai vertici dell’apparato amministrativo.
Prima che sia trascorso un secolo dalla morte di Maometto, gli Arabi consolidano le precedenti conquiste, e occupano vasti territori a est del Mar Caspio (Khorasan, Coresmia o Khuwarizm, Buchara, Samarcanda) fino ai confini con la Cina. A ovest conquistano l’Algeria, il Marocco (Maghreb), la Spagna (fuorché le Asturie e i Paesi Baschi) e la Settimania (Francia meridionale); di qui, spingendosi verso nord, oltrepassano Bordeaux e giungono a Poitiers dove sono respinti dai Franchi; in seguito Carlo Magno conquista la Francia meridionale e scaccia gli Arabi dalla Spagna nord-orientale. Più tardi, le conquiste arabe si estendono alla Cappadocia e alla Sicilia (827-878); nel corso del IX secolo gli Arabi appoggiano i vari prìncipi dell’Italia meridionale nelle loro guerre, ma compiono anche saccheggi in Puglia, nelle Marche, in Campania, nel Lazio e perfino a ridosso delle mura di Roma: le basiliche di San Pietro e San Paolo. Molti mercenari saraceni combattono agli ordini di prìncipi italiani. Alcune tribù saracene si stanziano lungo il Garigliano. Inoltre, fra il 1224 e il 1226, Federico II trasferisce a Lucera (Puglia) un folto gruppo di Saraceni di Sicilia fomentatori di rivolte. Il dominio arabo in Sicilia è infatti venuto meno nella seconda metà dell’XI secolo, per opera di Roberto il Guiscardo e di Ruggero d’Altavilla.