Dalle dita al calcolatore/VII/3

3. Potere religioso e nuove religioni

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[p. 116 modifica]3. Potere religioso e nuove religioni

Il potere religioso, in mano ai brahmani, controlla anche l’attività dei re. Si diffondono le idee di inferno e di cielo e la pratica della cremazione. La benevolenza degli dei si acquisisce con sacrifici tanto costosi (anche intere greggi) e protratti nel tempo, quanto inefficaci. Ciò provoca riflessioni. I saggi, con i loro allievi, si ritirano nelle foreste (700 a.C.) per elaborare teorie religiose adeguate alle nuove realtà. Fra questi saggi va annoverato Siddhartha Gautama detto il Buddha (“risvegliato”), nato a Kapilavastu nel 563 a.C. E un principe della tribù Sakya che, come molte altre stanziate ai piedi dell’Himalaya, rientra nell’orbita politica dei dominatori arii; il versamento di un cospicuo tributo garantisce alla tribù una certa autonomia. Giunto all’età di 30 anni, disgustato dagli intrighi e dalle follie della vita di corte, il principe Siddhartha abbandona ogni agio e si fa eremita nelle foreste del Kosala e del Magadha, sotto la protezione del re Bimbisara; muore nel 480 a.C.

Un altro principe, Vardhamana Mahavira (540-468 a.C.), nato presso Patna, intorno ai trent’anni abbandona la vita di corte e per 10 anni aderisce a una setta di asceti nudisti. Alla morte del maestro fonda la setta dei Jaina, che persegue l’autocontrollo, l’autotortura e la morte per fame, unico modo per liberare l’anima dalla trappola della materia. Decide di morire di inedia e dopo tredici anni di tentativi ci riesce. I jainisti fanno voto di non violenza; i più rigorosi vanno in [p. 117 modifica]giro con maschere che coprono la bocca e il naso per evitare di provocare la morte di eventuali microrganismi inalati; per lo stesso motivo spolverano le superfici prima di sedersi. Si forma una comunità monastica, coadiuvata da una comunità laica. I laici, per il timore di cagionare la morte di qualsiasi essere, si rifiutano di praticare l’agricoltura e scelgono di dedicarsi, con successo, al commercio e all’attività bancaria. Ancora oggi i jainisti gestiscono le più importanti attività mercantili dell’India.