Dalle dita al calcolatore/VII/2
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | VII - 1 | VII - 3 | ► |
2. Gli Indoeuropei
Con il termine Indoeuropei sono designati alcuni popoli che hanno, alle origini, patria e lingua comuni. La patria è situata nelle regioni fra il Mar Nero ed il Mar Caspio. Il ceppo linguistico, detto indoeuropeo, è quello che sta alla radice dei linguaggi italici, greci, germanici, celtici, iranici, indoarii (fra cui l’hindi). A seguito di eventi naturali sfavorevoli o forse per il sopraggiungere di altri popoli, intorno al 2000 a.C. gli Indoeuropei lasciano la loro terra d’origine e si spingono verso ovest e verso sud-est con tutte le loro cose e il loro bestiame. Vivono da nomadi, non conoscono la scrittura, né sono esperti nelle tecniche e nelle arti che caratterizzano una civiltà. Sono armati con asce di bronzo, lunghi archi e frecce. Usano i cavalli come cavalcatura e come animali da tiro. I gruppi diretti a sud-est si stanziano in parte in Iran (terra degli Arii); altri, verso il 1500 a.C., valicano i passi afghani e si riversano lentamente nella grande valle dell’Indo fino a giungere verso il 1000 a.C. nella piana gangetica, imponendo ovunque la loro lingua, il sanscrito.
I linguisti hanno individuato due grandi gruppi di lingue indoeuropee: quello occidentale (in Europa) è identificato con la parola Centum (Kentum); quello orientale con la parola avestica Satem (in India: Sata); la caratterizzazione è dovuta alle due diverse forme assunte dal suono iniziale della parola che indica Cento. Ovviamente, il momento dell’identità non è limitato a tali parole; riguarda tutto il vocabolario, e anche la sintassi. Per esempio, non sfugge la somiglianza fra Regem e Rajan (re) oppure fra Vir e Vira (uomo valoroso).