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2. gli indoeuropei | 115 |
La civiltà dell’Indo cessa bruscamente verso il 1700. Si è pensato per lungo tempo a un’invasione devastante, attribuita agli Arii. Ricerche recenti fanno pensare invece all’azione concomitante di più calamità naturali. Probabilmente una serie di terremoti di estrema violenza provoca non solo il crollo degli edifici, ma anche delle dighe e delle opere di regolazione del flusso delle acque; immense e violente inondazioni completano, con ogni probabilità, la distruzione.
2. Gli Indoeuropei
Con il termine Indoeuropei sono designati alcuni popoli che hanno, alle origini, patria e lingua comuni. La patria è situata nelle regioni fra il Mar Nero ed il Mar Caspio. Il ceppo linguistico, detto indoeuropeo, è quello che sta alla radice dei linguaggi italici, greci, germanici, celtici, iranici, indoarii (fra cui l’hindi). A seguito di eventi naturali sfavorevoli o forse per il sopraggiungere di altri popoli, intorno al 2000 a.C. gli Indoeuropei lasciano la loro terra d’origine e si spingono verso ovest e verso sud-est con tutte le loro cose e il loro bestiame. Vivono da nomadi, non conoscono la scrittura, né sono esperti nelle tecniche e nelle arti che caratterizzano una civiltà. Sono armati con asce di bronzo, lunghi archi e frecce. Usano i cavalli come cavalcatura e come animali da tiro. I gruppi diretti a sud-est si stanziano in parte in Iran (terra degli Arii); altri, verso il 1500 a.C., valicano i passi afghani e si riversano lentamente nella grande valle dell’Indo fino a giungere verso il 1000 a.C. nella piana gangetica, imponendo ovunque la loro lingua, il sanscrito.
I linguisti hanno individuato due grandi gruppi di lingue indoeuropee: quello occidentale (in Europa) è identificato con la parola Centum (Kentum); quello orientale con la parola avestica Satem (in India: Sata); la caratterizzazione è dovuta alle due diverse forme