Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi/Libro terzo/18
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Il Cardinale, abbandonato dai Bianchi, è dileggiato dai Neri e da essi tenuto a bada con finti negoziati di pace, finché vien rimosso dalla legazione. Discordie di Parte ghibellina in Arezzo (ultimi del 1307 - 1308).
I Neri, beffando il Cardinale, cercorono per più vie vituperarlo, mostrando volerli ubbidire. E ritornati in Firenze, vi mandorono ambasciadori messer Betto Brunelleschi e messer Geri Spini; i quali il faceano volgere e girare a lor modo, traendo da lui grazie, e pareano i signori della sua corte. E tanto li feciono mandare a’ Signori un frate Ubertino, e tanti modi e tante cagioni trovavano e opponeano da un punto a un altro, che aspettorono i nuovi Signori, che speravano fussono loro più favorevoli.
Alcuni diceano che il Legato tenea i Neri giusti uomini, e fermamente dicea agli amici che pace sarebbe. Non fu mai femmina da ruffiani incantata e poi vituperata, come costui da quelli due cavallieri: e del più giovane fu detto, che più sottilmente seguitava l’opera, tenendo il Cardinale a parole, seguendo trattati di pace: nel quale buon pezzo dimororono, per lo parlare che facea.
Infine, per infamia data in Corte al Cardinale, fu rimosso dalla legazione; e con poco onore, andò a Roma.
I savi uomini s’avidono che gl’inbasciadori stavano in Arezo per mettere scandolo tra gli Aretini. E Uguccione da Faggiuola co’ Magalotti e con molti nobili seminorono tanta discordia in Arezo, che come nimici stavano i potenti Ghibellini; ma pur poi s’atutorono.