Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi/Libro primo/15
Questo testo è completo. |
◄ | Libro primo - 14 | Libro primo - 16 | ► |
Consiglio de’ Grandi in Sa’ Jacopo (1294 - 1295).
I Grandi feciono loro consiglio in San Iacopo Oltrarno, e quivi per tutti si disse che Giano fusse morto. Poi si raunorono uno per casa, e fu il dicitore messer Berto Frescobaldi, e disse, "come i cani del popolo aveano tolti loro gli onori e gli ufici; e non osavano entrare in palagio: i loro piati non possono sollicitare: se battiamo uno nostro fante, siamo disfatti. E pertanto, signori, io consiglio che noi usciamo di questa servitù. Prendiam l’arme, e corriamo sulla piaza: uccidiamo amici e nimici, di popolo, quanti noi ne troviamo, sì che già mai noi né nostri figlioli non siamo da loro soggiogati".
Appresso si levò messer Baldo della Tosa, e disse: "Signori, il consiglio del savio cavaliere è buono, se non fosse di troppo rischio; perché, se nostro pensiero venisse manco, noi saremo tutti morti: ma vinciàgli prima con ingegno, e scomuniàgli con parole piatose, dicendo: I Ghibellini ci torranno la terra, e loro e noi cacceranno, e che per Dio non lascino salire i Ghibellini in signoria: e così scomunati, conciànli per modo che mai più non si rilievino". Il consiglio del cavaliere piacque a tutti; e ordinorono due per contrada, che avessono a corrompere e scomunare il popolo, e a infamare Giano, e tutti i potenti del popolo scostassono da lui per le ragion dette.