Cosmorama Pittorico/Anno II - n. 15/Virtù di alcune donne cipriote e genovesi
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Nel 1570, Mustafà mosse per prendere ai Veneziani l’isola di Cipro: fu ne’ Turchi la più feroce barbarie, fu invece negl’isolani devoti alla repubblica veneta, un grande coraggio e prodigi di virtù: le donne di Nicosia e di Famogosta si posero coi soldati a difendere la loro città, ma fu invano. Nicosia cadde, e perirono in un sol dì per le mani dei turchi 10,000 italiani; altri furono fatti prigionieri e imbarcati per condursi in Asia. Fra questi sgraziati vi ebbe una gentildonna, la quale dolendosi altamente, non già della servitù, ma del disonore a cui era prossima, mentre era condotta ad Alessandria, pensò di morire altamente; addocchiò nella nave dov’era la munizione, ed animosamente vi diede fuoco: la nave all’impeto della polvere scoppiò, e la donna perì co’ suoi oppressori.
Forse è troppo disperato questo coraggio della animosa Cipriotta: poterono prestare invece più utile servigio alla loro patria, Genova, due vedove generose, Anna e Veronica Spinola. Allorchè pericolava la loro città nel 1672, in una guerra che le movea contro la Savoja, e si stava facendo provvigioni per difenderla, la prima portò in dono ai padri 2,000 scudi d’oro, e l’altra fece a proprie spese una leva di soldati.