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cosmorama pittorico. 115
LE STELLE FILANTI.

Mentre i romanzieri stanno occupandosi della luna, gli astronomi si occupano di qualche cosa di meglio. Eglino stanno osservando e determinando le leggi astronomiche delle periodiche apparizioni delle così dette stelle filanti.

Le stelle filanti differiscono dalle stelle cadenti in questo, che le prime compajono sull’orizzonte a modo di tante lucide gemme che fanno, a guisa dei bolidi, un celerissimo volo e scompajono senza spegnersi, mentre le stelle cadenti o fuochi fatui, cadono per lo più a modo di corpi gravi, e giunti presso alla terra si dissipano disfacendosi. Le Stelle cadenti sono fortuite accensioni che avvengono nell’atmosfera e le stelle filanti son veri globi che appajono e scompajono a modo delle comete, eseguendo un periodico viaggio che si potrà forse col calcolo determinare.

È stato osservato, dice Arago, che dai dodici ai tredici novembre, compajono quasi tutti gli anni vere pioggie di stelle filanti, che ora si veggono in una parte ed ora nell’altra del nostro globo. Dalle nove della sera del 12 sino all’alba del 13 novembre dell’anno 1833 fu veduta lungo le coste orientali dell’America settentrionale del golfo del Messico sino ad Halifax, una di queste pioggie di stelle filanti. Esse occupavano tanta parte di cielo che non si potevano enumerate che in via di approssimazione. Un astronomo di Boston si provò a contarle sul far del mattino, quando s’eran fatte minori di numero, e ne noverò 650 in 15 minuti e in una zona circoscritta al decimo dall’orizzonte coperto da queste stelle. E fatto un computo comparativo, egli calcolò il numero di 34,640 stelle filanti per ogni ora, e 240,000 almeno per tutte le ore in cui durò il fenomeno.

Questi asteroidi, per servirci dell’espressione già usata da Herschell partirono da un solo punto del cielo, dalla costellazione del Leone, e poi si allargavano a pioggia e s’allontanavano con una celerità apparente di trentasei miglia per ogni minuto secondo. La direzione di queste stelle pareva diametralmente opposta al movimento di traslazione della terra nella sua orbita.

Questa pioggia di stelle non è cosa nuova. Nella stessa notte del 12 al 13 novembre un’apparizione simile fu veduta nel 1799 in America da Humbold, nella Groelandia dai fratelli Moravi ed in Germania da quasi tutti gli astronomi. Nell’anno 1803 da un’ora dopo mezza notte sino alle tre, le stelle filanti si fecero vedere nella Virginia e nel Massachussets in tanto numero che parevano razzi d’artificio. Nell’anno 1777 Messier racconta di aver veduta passare sul disco solare un numero grandissimo di
globetti neri che egli prese per asteroidi che passavano fra noi ed il sole. Nella notte del 12 al 15 novembre 1831, il comandante del brick il Loiret M. Berard, vide navigando nel grande Oceano, un numero considerevole di stelle filanti di una grande dimensione. Uno di questi asteroidi apparve al zenith e fece un gran giro dall’est all’ovest lasciando una striscia di luce tanto larga, quanto mezzo il diametro della luna, e presentando i settemplici colori dell’iride. La sua traccia durò dieci minuti.

Nella notte del 13 novembre 1835 una stella filante fu veduta a Lilla in Francia; essa brillava più del pianeta di Giove e lasciò sulla sua via una pioggia di faville come un razzo artificiale. Queste periodiche apparizioni ci rilevano un nuovo mondo planetario, che a confronto del gran sistema de’ pianeti può dirsi un vero mondo microscopico, che è pur meritevole di tutta l’osservazione dei dotti. Noi diamo pubblicità a questa preziosa scoperta delle stelle filanti, perchè si abbia cura ne’ varj punti abitati, di esplorare ogni anno nella notte del 12 al 13 novembre l’apparizione di questo celeste fenomeno per istudiarlo ed illustrarlo. Varrà meglio il badare a queste stelle che piovon luce, di quello che tener dietro alla luna dal cui disco ischeletrito ora non piovono che menzogne.


VIRTÙ DI ALCUNE DONNE CIPRIOTE E GENOVESI.

Nel 1570, Mustafà mosse per prendere ai Veneziani l’isola di Cipro: fu ne’ Turchi la più feroce barbarie, fu invece negl’isolani devoti alla repubblica veneta, un grande coraggio e prodigi di virtù: le donne di Nicosia e di Famogosta si posero coi soldati a difendere la loro città, ma fu invano. Nicosia cadde, e perirono in un sol dì per le mani dei turchi 10,000 italiani; altri furono fatti prigionieri e imbarcati per condursi in Asia. Fra questi sgraziati vi ebbe una gentildonna, la quale dolendosi altamente, non già della servitù, ma del disonore a cui era prossima, mentre era condotta ad Alessandria, pensò di morire altamente; addocchiò nella nave dov’era la munizione, ed animosamente vi diede fuoco: la nave all’impeto della polvere scoppiò, e la donna perì co’ suoi oppressori.

Forse è troppo disperato questo coraggio della animosa Cipriotta: poterono prestare invece più utile servigio alla loro patria, Genova, due vedove generose, Anna e Veronica Spinola. Allorchè pericolava la loro città nel 1672, in una guerra che le movea contro la Savoja, e si stava facendo provvigioni per difenderla, la prima portò in dono ai padri 2,000 scudi d’oro, e l’altra fece a proprie spese una leva di soldati.