Cosmo, qual disdegnando aure terrene
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XII
A COSMO
GRAN DUCA DI TOSCANA
Quando morì Ferdinando suo padre.
Cosmo, qual disdegnando aure terrene,
Aquila spiega al ciel piume possenti,
E tolta al guardo dell’inferme genti,
4Cerca del Sol le fiamme auree serene:
Tal sollevando il tuo gran Padre il volo
Per eccelsa magion d’alti splendori,
Quinci è sparito, e tra’ più folti orrori
8Lascia all’Italia inconsolabil duolo;
A te non pur sul volto onda di pianto,
Ma largo campo, ove affrettando il piede,
Sul fior degli anni hai da mostrarti erede
12Del sempre chiaro ed immortal suo vanto.
Dolce ad udir; che se ’l Cesareo petto
Commosser d’Alessandro i pregi eterni,
Esser ti dee per li trofei paterni
16Ogni sferza d’onor sommo diletto.
Or sorgo franco: desïabil strada
È gir colà dove la gloria splende;
Se forza di virtù nol ci difende,
20Scettro non è che alla perfin non cada.
Adunque fremi, e volgi irato il tergo,
Se canta Circe insidïosa e rea;
Ma fa che prezzi, e teco fermi Astrea,
24Nume, che già sull’Arno ha sacro albergo.
Scotesi Libia, e rasserena il ciglio
Spento l’Eroe, che calpestò suoi regni;
Ne folle sa, che da’ tuoi nobil Legni
28Aspettar dee via più mortal periglio.
Non fregino di gemme i bei sembianti,
Succinte d’ôr le Paretonie spose1,
Che fra’ tuoi Duci han di mirar dogliose
32Stretti in catena i giovanetti amanti.
Vedransi l’onde, e d’Ellesponto i porti
Tremare al grido de’ tuoi fier Campioni,
E l’Asia udrà di Ferdinando i tuoni
36Nella tua destra rimbombar più forti.
Nè meco oggi vaneggio; i furor suoi
Fallace Apollo non mi volve in seno:
Cosmo, tue glorie fian veraci appieno:
40Chi non sa che da Eroi nascano Eroi?
- ↑ Paretonio, antico porto di mare nella Cirenaica. I poeti
latini, e qui imitandoli il Chiabrera, Paretonj dicevano gli
Egizj, ed in genere gli Africani.