Corano/Capitolo XXXIV

Capitolo XXXIV

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Maometto - Corano (650)
Traduzione dall'arabo di Vincenzo Calza (1847)
Capitolo XXXIV
Capitolo XXXIII Capitolo XXXV

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CAPITOL0 XXXIV.

saba.1

Dato alla Mecca. 54 Versetti.

In nome di Dio clemente e misericordioso.

1.  Lodi a Dio, cui appartiene tutto ciò ch’è nei cieli, e sulla terra. Gli partengono anche le lodi nell’altro mondo; egli è il Savio, l’Istrutto.

2.  Sa che cosa entra in terra, e che cosa ne sorte, ciò che scende dal cielo, e ciò che vi sale. Egli compatisce, ed è indulgente.

3.  Gl’increduli dicono: L’ora non verrà. Rispondi: Certamente che verrà; lo giuro per il Signore che conosce le cose nascoste; nulla sfugge alla sua conoscenza, e neppure il peso d’un atomo. Non v’è ne’ cieli, nè sulla terra alcuna cosa, piccola o grande, che non sia registrata nel Libro evidente,

4.  Affinchè Dio ricompensi quei ch’hanno creduto, e praticate le buone opere. Il perdono ed una sussistenza generosa sarà loro accordato.

5.  Quei che si studiano d’indebolire i nostri segni riceveranno il gastigo d’un supplizio doloroso.

6.  Quei ch’hanno ricevuto la scienza vedono bene che il Libro che t’è stato mandato dall’alto dal tuo Signore è la verità; che conduce nel sentiere del Possente, e del Glorioso.

7.  Gl’increduli dicono (a quei che incontrano): Volete che vi mostriamo l’uomo che vi predice che quando sarete stati lacerati, e corrosi in ogni senso, sarete quindi rivestiti d’una nuova forma?

8.  O egli ha inventato una menzogna contro Dio, o è indemoniato. Di’ piut[p. 217 modifica]

tosto Quei che non credono alla vita futura saranno nel supplizio, e smarriti senza fine.

9.  Non veggon essi ciò che loro sta innanzi, e dietro? il cielo, e la terra? Se noi volessimo, potremmo farli inghiottire dalla terra, o far cadere sui loro capi un pezzo di cielo. In ciò v’è un segno per ogn’uomo capace di convertirsi.

10.  Abbiamo accordato a Davidde un dono che veniva da noi (l’abilità di cantare). Dicemmo: O montagne! o augelli! immischiatevi nei suoi canti. Abbiamo reso soffice il ferro nelle di lui mani: Fanne delle gonne complete, ed osserva bene la proporzione delle maglie. Fatelo bene, poichè veggo le vostre azioni.

11.  Rendemmo soggetto il vento a Salomone. Soffiava un mese la mattina ed un mese la sera. Facemmo scorrere per lui una fontana di rame. I genj lavoravano sotto i suoi occhi col permesso del Signore, e chiunque si dipartiva da’ nostri ordini era dannato al supplizio del fuoco ardente.

12.  Eseguivano per lui tutti i lavori che voleva, palazzi, statue2, piatti larghi come vasche e caldaje solidamente sostenute. O famiglia di Davidde! ringraziaci. Ah! che vi sono pochi uomini riconoscenti fra i miei servi!

13.  E quando decretammo ch’ei morisse, fu un rettile della terra che per il primo lo fe noto a tutti: egli aveva roso il bastone (che sosteneva cadavere), è quando questo cadde, i genj riconobbero che, se avessero penetrato il mistero, non sarebbero restati così lungo tempo in questa pena d’avvilimento3.

14.  Gli abitanti di Saba avevano, nel paese ch’abitavano, un segno (d’avvertimento): due giardini a dritta, ed a sinistra4. Noi dicemmo loro: Mangiate il cibo che vi dà il vostro Signore; ringraziatelo; avete una contrada deliziosa, ed un Signore indulgente.

45.  Ma essi si distolsero (dalla verità). Mandammo contr’essi l’inondazione degli argini5, e cangiammo i loro due giardini con due altri che producevano frutti amari, tamarindi, ed alcuni frutti del piccolo loto.

16.  Così noi li compensammo della loro credulità. Così ricompensiamo gl’ingrati.

17.  Stabilimmo fra loro e le città ch’abbiam benedette, delle città floride; stabilimmo in mezzo a questo paese una strada, e dicemmo: Viaggiate in essa con sicurezza giorno e notte.

18.  Ma essi dissero: Signore, poni una più gran distanza fra le nostre strade. Agirono ingiustamente verso loro medesimi. Li rendemmo la favola delle [p. 218 modifica]

nazioni, e li disperdemmo da ogni parte. Vi è in ciò un avvertimento per ciascun uomo che sa soffrire, e ch’è riconoscente.

19.  Ehlis riconobbe che li aveva ben giudicati. Tutti l’hanno seguito, meno alcuni credenti.

20.  E pure non aveva alcun potere sovr’essi; solamente noi volevamo sapere chi di loro crederà alla vita futura, e chi ne dubiterà. Il tuo Signore sorveglia tutto.

21.  Di’ loro: Chiamate quei che credete esistere oltre Dio. Non hanno verun potere, nè in cielo, nè in terra, neppure per un peso d’un atomo. Non hanno avuto alcuna parte alla loro creazione, e Dio non li ha presi in ajuto.

22.  L’intercessione di chiunque non servirà a nulla, a meno ch’egli ne dia il permesso. Aspetteranno fino al momento in cui il timore sarà bandito dai loro cuori6. Diranno allora: Che cosa Dio ha detto? Si risponderà loro: La verità. Egli è il Sublime, il Grande.

23.  Di' loro: Chi è che vi manda l’alimento dai cieli e dalla terra? Di’: È Dio. Siamo noi sulla strada retta, o in uno smarrimento evidente?

24.  Non vi sarà chiesto conto delle vostre mancanze, e neppure a noi delle vostr’azioni.

25.  Di’: Il nostro Signore ci riunirà tutti, e pronunzierá fra noi a rigor di giustizia. Egli è il giudice supremo, il Sapiente.

26.  Di’: Mostratemi coloro che gli avete dati come socj. Ei non ne ha veruno. È il Possente, il Savio.

27.  Ti abbiamo mandato agli uomini (o Maometto) per annunziare, e minacciare insieme. Ma la maggior parte di essi non lo sa.

28.  Dicono: Quando si manterrà questa promessa? Ditelo se siete sinceri.

29.  Di’ loro: Siete minacciati del giorno in cui non saprete nè avanzare nè retrocedere un istante.

30.  Gl’increduli dicono: Non crederemo nè a questo Corano, nè ai libri mandati prima. Se tu vedrai i malvagi quando saranno condotti dinanzi al loro Signore, si rimprovereranno scambievolmente. I deboli diranno ai potenti: Senza di voi noi saremmo stati credenti.

31.  Ed i potenti risponderanno ai deboli: Vi abbiamo forse noi impedito di seguire la direzione quando vi è stata data? Ne siete colpevoli voi stessi.

32.  E i deboli risponderanno ai potenti: No, sono le vostre insidie d’ogni giorno, e d’ogni notte, quando ci comandavate di non credere in Dio, e di dargli degli eguali. Tutti nasconderanno la loro rabbia alla vista de tormenti. Caricheremo di catene il collo degl’infedeli. Saranno essi compensati diversamente da come hanno agito?

33.  Non abbiamo mandato un solo apostolo ad una città che i ricchi non abbian detto: Non crediamo alla di lui missione.

34.  Dicevamo: Siamo più ricchi in beni, e figli, non toccherà a noi a subire il supplizio.

35.  Di' loro: Il mio Signore versa a larga mano i suoi doni a chi vuole, o li misura; ma la maggior parte degli uomini non lo sa.

36.  Non saranno le vostre ricchezze, nè i vostri figli che vi faran collocare più vicino a noi. Non vi avranno dritto che coloro che credono, e fanno le buone opere; ed avranno una doppia ricompensa in premio delle loro azioni. Essi si riposeranno con sicurezza nelle alte sale del paradiso.

37.  Ma quei che si studiano di distruggere i nostri segni saranno abbandonati al supplizio. [p. 219 modifica]

38.  Di’: Il mio Signore versa a larga mano i suoi doni su quello che gli piace de’ suoi servi, o li misura. Tutto ciò che darete per elemosina ve lo restituirà. Egli dispensa meglio di tutti.

39.  Un giorno vi riunirà tutti, poi domanderà agli angeli: Forse vi adoravano?

40.  Gli angeli risponderanno: Gloria a te, tu sei il nostro protettore, non essi. Eglino adoravano piuttosto i genj; la maggior parte crede in essi.

41.  In quel giorno niuno di voi potrebbe ajutare un altro nè nuocergli. Diremo agl’infedeli: Provate il gastigo del fuoco che trattaste di menzogna.

42.  Quando loro si raccontano i nostr’insegnamenti, dicono: Quest’uomo vuol distorci dalle divinità ch’adoravano i nostri padri. Diranno ancora: Il Corano non è ch’una bugia fabbricata (recentemente). E quando vedono chiaramente la verità, gl’increduli dicono: È pura magia.

43.  Prima di te non avevamo loro dato alcun libro, nè mandato verun apostolo.

44.  Quei che li hanno preceduti accusarono i nostri inviati d’impostura. Essi non hanno ottenuto il decimo di ciò ch’avevamo accordato agli altri, ed hanno egualmente accusati i nostr’inviati d’impostura. Quanto è stato terribile il mio gastigo!

45.  Di’ loro: Vi chiedo una sola cosa. Recatevi ad invocare Dio, due a due o separatamente7, e riflettete bene se il vostro concittadino è indemoniato, ovvero un apostolo mandato per avvertirvi che si avvicina il supplizio terribile.

46.  Di’ loro: Non vi domando alcuna mercede, tenetela per voi. La mia mercede sta a carico di Dio. Egli è testimonio di tutto.

47.  Di’: Dio non manda che la verità ai suoi apostoli. Conosce perfettamente le cose nascose.

48.  Di: La verità è venuta, la bugia non comparirà e non tornerà più.

49.  Di’: Se io sono in errore, lo sono a mio danno; se sono sulla strada retta, si è dietro ciò che m’è stato rivelato dal mio Signore. Egli sente tutto, ed è vicino (per tutto).

50.  Ah! se tu vedessi come tremeranno senza trovare asilo, e come saranno assaliti da vicino, (di modo che non potranno fuggire).

54.  Diranno: Ecco! noi abbiamo creduto in lui. Ma come intendersi da un punto si lontano (quanto la terra)?

52.  Essi non credevano da prima, e ridevano de’ misteri da lungi8.

53.  Vi sarà una distanza immensa fra loro, e ciò che desiderano.

54.  Così fu coi loro simili passati, ch’erano nell’incertezza, mettendo tutto in dubbio.


Note

  1. Saba è il nome di un paese nell’Arabia felice a tre giornate da Sanaa. La regina di questo paese, Balkis, secondo i maomettani, aveva mandato un messaggio a Salomone (ved. cap. 27.) Sul paese di Saba, e la sua lingua ved. gli articoli di Fresnel giornale asiatico.
  2. Fra i lavori eseguiti dai genj, si cita il trono di Salomone, sostenuto da due leoni coricati, e con due aquile al disopra. Quando Salomone saliva sul trono, i leoni stendevano le loro zampe, e quando vi si siedeva, le aquile allargavano le ali per fargli ombra.
  3. Si sono già veduti nei cap. 2 e 27 alcuni dettagli su Salomone. Per i musulmani Salomone è il tipo d’un re savio e potente, e la sua magnificenza è divenuta un proverbio. I commentatori raccontano che Salomone, vedendosi in età molto avanzata, pregò Dio di nascondere la sua morte finchè le sue opere, e gli edifizj intrapresi da lui fossero terminati. Temeva che i genj abbandonassero i lavori subito dopo la sua morte. Dio gradì la domanda di Salomone, e quando venne il momento della sua morte era in ginocchio pregando appoggiato al suo bastone. I genj, credendolo sempre vivo, finirono i lavori.
  4. Bisogna intendere per giardini tutto un paese coperto di giardini.
  5. L’inondazione è una delle principali epoche nell’istoria araba; essa cagionò un’emigrazione di tribù, che da quell’epoca si fissarono tanto in altre parti dell’Arabia, che in Siria; sebbene sia difficile di precisare l’epoca di tal avvenimento, le ricerche di Sacy permettono di riportarla al 2° secolo dopo Gesù Cristo.
  6. Poichè quei che vorrebbero intercedere non ardiranno pronunziare una sola parola prima di averne il permesso da Dio.
  7. Due a due, o uno ad uno, e non in riunione, giacchè si è più facilmente sedotti dal giudizio altrui.
  8. Per misteri, o cose nascoste, bisogna intendere qui la vita futura, la resurrezione, il paradiso e l’inferno.