Corano/Capitolo LXXVI

Capitolo LXXVI

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Maometto - Corano (650)
Traduzione dall'arabo di Vincenzo Calza (1847)
Capitolo LXXVI
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CAPITOLO LXXVI.

l’uomo.

Dato alla Mecca. — 31 Versetti.

In nome di Dio clemente e misericordioso.

1.  È mai passato molto tempo senza che Dio si sia ricordato dell’uomo?1


2.  Abbiamo creato l’uomo dallo sperme che contiene la mescolanza dei due sessi; era per provarlo. Gli abbiamo dato vista ed udito.

3.  L’abbiamo diretto sulla via dritta, ancorchè dovesse essere riconoscente od ingrato.

4.  Abbiamo preparato agl’infedeli catene, collari, ed un rogo ardente.

5.  I giusti beranno tazze piene d’una mescolanza di Cafur.2 [p. 308 modifica]

6.  È una sorgente alla quale beranno i servitori di Dio, la condurranno in canaletti, (dove vorranno)

7.  (1 giusti) che realizzano i loro voti3 e temono il giorno le di cui calamità si estenderanno ben lungi,

8.  Che, quantunque ansiosi essi stessi di cibarsi, danno di che mangiare al povero all’orfano, allo schiavo,

9.  Dicendo: Vi diamo questo alimento per essere accetti a Dio, e non ve ne domanderemo nè ricompensa nè ringraziamento.

10.  Temiamo da Dio un giorno terribile e disgraziato.

11.  Così Dio li ha preservati dalla disgrazia di questo giorno; ha dato splendore alle lor fronti, e li ha colmati di gioja.

12.  Per premio della loro costanza, ha dato loro il paradiso, e vesti di seta,

13.  Dove, appoggiati su de’ cuscini, non proveranno nè (il caldo) del sole, nè il freddo.

14.  Alberi vicini li cuopriranno colla lor ombra, e le loro frutta s’abbasseranno per essere raccolte senza fatica.

15.  Per essi si faran girare de’ vasi d’argento, e tazze come brocche.

16.  Brocche d’argento che empieranno in una data misura.

17.  Vi saranno dissetati con tazze piene di una mescita di zendjebil,

18.  Che forma una sorgente del paradiso detta Selsebil4.

19.  Saranno serviti in giro da fanciulli d’un’eterna gioventù; veggendoli li prendereşti per perle sfilate.

20.  Se tu vedessi ciò, vedresti un soggiorno di delizie che è un vasto regno.

21.  Saranno vestiti con vesti di raso verde, e di broccato, ed ornati con bracciali d’argento. Il loro Signore farà bere loro una bevanda pura.

22.  Tutto ciò vi sarà dato per ricompensa. I vostri sforzi saranno premiati.

23.  T’abbiamo mandato il Corano dall’alto.

24.  Attendi con pazienza i decreti del tuo Signore, e non obbedire ai colpevoli, ed agl’ingrati (increduli).

25.  Ripeti il nome di Dio mattina e sera,

26.  E la notte ancora; adora Dio, e celebra il suo nome tutta la lunga notte.

27.  Questi uomini amano il presente, che passa prontamente, e trascurano il giorno difficile (dell’altro mondo).

28.  Li abbiamo creati, ed abbiam dato loro della forza; se volessimo, potremmo rimpiazzarli con altri uomini.

29.  Ecco l’avvertimento; chi vuole, prenda la strada che conduce verso il suo Signore.

30.  Ma essi non possono volere che quel che Dio vuole, poichè è sapiente e savio.

31.  Abbraccerà colla sua misericordia quei che vorrà; egli ha preparato ai malvagi un supplizio doloroso.

Note

  1. I commentatori spiegano così questo passo: Dio aveva formato l’uomo d’argilla, e l’ha lasciato in questo stato per quarant’anní prima di dargli lo spirito.
  2. Cafur vuol dire in arabo canfora. Se ne mette nelle bevande per rinfrescarle. Qui Cafur è il nome di una sorgente del paradiso. La costruzione di questo passo fa supporre che vi sono in paradiso sorgenti di canfora, da dove se ne prenderà per mescerla al vino. Questo senso è appoggiato dal versetto 17.
  3. Secondo i commentatori, i vers. 7 e 8 s’applicano ad Alj ed alla sua famiglia. Hassan e Hussein, figli di Alj, infermati, Alj e Fatima sua moglie fecero voto di digiunare tre giorni se i figli guarivano. Dal primo giorno (il digiuno presso i musulmani consiste à non mangiare fino alla notte) Alj non avendo di che fare il pane, prese in prestito la farina da un ebreo, e Fatima cosse cinque pani al forno. Ecco che si presenta un povero che chiede da mangiare; gli sono dati i cinque pani, e la famiglia passò la notte senza mangiar nulla; l’indomani il pane preparato è dato ad un orfano, ed il terzo giorno ad uno schiavo. L’angelo Gabriele venne colla rivelazione di questo passo a felicitare Maometto di questa buona opera della sua famiglia.
  4. La parola Zendjebil vuol dire oggi Zenzero, che si suole in Oriente macinare e mescere alle bevande ed ai cibi. Non si può dire se la parola deve tradursi in questo passo per Zenzero, poichè la costruzione della frase fa supporre che il Zendiebil forma come il cafur (versetto 5) una sorgente del paradiso chiamata Selsebil.