Corano/Capitolo LXVIII

Capitolo LXVIII

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Maometto - Corano (650)
Traduzione dall'arabo di Vincenzo Calza (1847)
Capitolo LXVIII
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CAPITOLO LXVIII.

la penna.

Dato alla Mecca — 52 Versetti.

In nome di Dio clemente e misericordioso.

1.  N. Per la penna, e per ciò che scrivono,

2.  Tu non sei, (o Maometto) per grazia di Dio un indemoniato,

3.  Ti è riservata una ricompensa perfetta1.

4.  Tu sei di un carattere sublime.

5.  Tu vedrai, ed essi (gl’infedeli) vedranno

6.  Chi di voi è demente.

7.  Dio sa benissimo chi devia, e chi segue il cammino dritto.

8.  Non obbedire a coloro che trattano di menzogne (le rivelazioni).

9.  Vorrebbero che tu li trattassi con dolcezza; allora essi ti tratterebbero con dolcezza.

10.  Ma tu non ascoltare colui che giura ad ogni momento, e che è disprezzabile.

11.  Non ascoltare il calunniatore, che dice male degli altri,

12.  Che inpedisce il bene, il trasgressore, il colpevole,

13.  Crudele, e di nascita impura,

14.  Quando anche avesse ricchezze, e molti figli.

15.  Quell’uomo che alla lettura dei nostri versetti dice: Sono racconti degli antichi;

16.  Gl’imprimeremo un segno sul naso.

17.  Noi li abbiamo provati (i Mecchesi) come avevamo provati un tempo quei proprietari del giardino quando giurarono che ne raccorrebbero le frutta nell’indomane2.

18.  Giurarono senz’alcuna restrizione3.

19.  Una disgrazia sopravvenne la notte mentre dormivano.

20.  L’indomane il giardino fu distrutto come tutto fosse stato tagliato.

21.  La mattina si chiamavan fra loro:

22.  Andate, ora che è giorno, al vostro campo se volete tagliare (raccogliere) i vostri datteri.

23.  Se ne andavano parlandosi all’orecchio.

24.  Oggi nessun povero entri nel vostro giardino4.

25.  Vi andarono appena giorno, ben decisi (di nulla dare). [p. 297 modifica]

26.  E quando videro ciò che era divenuto il giardino, gridarono: eravamo nell’errore.

27.  Ecco che abbiam perdute le nostre speranze.

28.  Il più ragionevole di loro disse: Non ve l’ho io ripetuto? Perchè non pensavate a Dio?

29.  Lodi a Dio! essi risposero, abbiamo commessa un’iniquità

30.  E si posero a biasimarsi l’uno coll’altro.

31.  Infelici che siamo! noi eravamo malvagi.

32.  Forse Dio ci darà in cambio un giardino migliore di questo: Noi desideriamo ardentemente la grazia di Dio.

33.  Questo è stato il nostro gastigo; ma il supplizio dell’altro mondo sarà più terribile. Ah! se lo sapessero!

34.  I giardini delle delizie attendono gli uomini che temono Dio.

35.  Tratteremo noi egualmente quei che si rassegnano alla volontà di Dio (i musulmani) ed i colpevoli?

36.  Che cosa avete voi per giudicarne in tal modo?

37.  Avete voi qualche scritto ove leggiate

38.  Che otterrete ciò che vorrete?

39.  Riceveste forse da noi un giuramento che ci obblighi per sempre, e fino al giorno della resurrezione, a darvi ciò che crederete conveniente di avere?

40.  Domanda loro: Chi di voi ne è garante?

44.  Hanno forse dei compagni? che li conducano con essi se diranno la verità.

42.  Il giorno in cui le gambe saranno a nudo5, saranno chiamati all’adorazione; ma non avranno forza.

43.  Cogli occhi bassi, ed il viso coperto di vergogna, si chiamavano all’adorazione quando erano sani e salvi, (e non venivano.)

44.  Non mi parlare più in favore di quei che accusano di menzogna questo nuovo Libro. Li condurremo a gradi a gradi alla loro perdita, senza che sappiano (come).

45.  Io accorderò loro una lunga dilazione, poichè il mio strattagemma è solido.

46.  Domanderai loro una ricompensa (per la tua missione)? Ma essi sono carichi di debiti.

47.  Hanno essi la scienza delle cose nascose? le trascrivono essi dal Libro di Dio?

48.  Attendi dunque con pazienza il giudizio del tuo Signore, e non sii come l’uomo del pesce6 che oppresso dal dolore, gridò a Dio.

49.  Se il favore del suo Signore non l’avesse ajutato, sarebbe stato gittato sulla spiaggia arida, e biasimato.

50.  Ma Dio l’aveva preso per suo eletto, e l’ha reso giusto. Poco manca che gl’infedeli non ti scuotano coi loro sguardi quando sentono l’avvertimento, e dicono: È un indemoniato.

52.  No, (il Corano) non è che un avvertimento per l’universo.

Note

  1. Cioè un salario, od una ricompensa che non ti verrà rinfacciata.
  2. Un nomo pio aveva piantato un giardino di alberi di palme; era solito di prevenire i poveri del suo luogo del giorno in cui taglierebbe i datteri; le frutta che cadevano al di fuori dell’albero sotto cui tendeva un lenzuolo, quelle che il vento facea cadere, o che il coltello mancava, erano per i poveri. Dopo la sua morte, i figli, men caritatevoli del padre, decisero un giorno di non prevenire i poveri del quando coglierebbono i datteri, e di tagliarli di buon mattino. Ma la notie un uragano distrusse il loro giardino, e non ne restò più traccia.
  3. Cioè, giurarono di far la raccolta l’indomani, senz’aggiungere: Se Dio vorrà.
  4. Abbiamo rimarcato (cap. 18, vers. 18, 19, e nota) che nella frase araba la persona che fa parte d’una compagnia, invece di servirsi del pronome noi, impiega, parlando ai suoi compagui, il pronome voi.
  5. Cioè, il giorno in cui si prepareranno per un affare grave, che è-il giudizio finale.
  6. Si tratta qui del profeta Gionata divorato dalla balena, noi traduciamo la parola del testo hut per pesce; egli è un nome generico di qualunque grosso pesce.