Commedia (Neumeister)/Paradiso/Canto III

Paradiso - Canto III

../Canto II ../Canto IV IncludiIntestazione 7 agosto 2024 75% Poemi

Paradiso - Canto II Paradiso - Canto IV
[p. 6r modifica]

CANTO III. Ove tratta di quel medesimo cielo della luna et di certi spiriti che li apparvono in esso. et solve qui una questione cioè se l’espiriti che sono in cielo di sotto vorrebbono essere più su ch’elli siano:·

Q
Uel sol che pria d’amor mi scaldò ’l petto

     di bella verità m’avea scoverto
     provando et riprovando il dolce aspetto
Et io per comfessar corretto et certo
     me stesso tanto quanto si convenne5
     levai ’l capo a profferer più erto
Ma visione apparve che ritenne
     ad sé me tanto stretto per vedersi
     che di mia comfession non mi sovenne

[p. 6v modifica]

Quali per vetri trasparenti et tersi10
     o ver per acque nitide et tranquille
     non sì profonde che fondi sien persi
Tornan de’ nostri visi le postille
     debili sì che perla ’m bianca fronte
     non vien men forte alle nostre pupille15
Tal vid’io più facce a parlar pronte
     per ch’io dentro all’error contrario corsi
     a quel c’acese amor tra l’homo e ’l fonte
Subito sì com’io di lor m’accorsi
     quelle stimando specchiati sembianti20
     per veder di cui fosser li occhi torsi
Et nulla vidi et ritorseli avanti
     dritta ne lume della dolce guida
     che sorridendo ardea nelli occhi santi
Non ti maravigliar per ch’io sorrida25
     mi disse appresso il tuo pueril coto
     poi sopra ’l vero ancor lo piè non fida
Ma te rivolve come suole a voto
     vere substanze son ciò che tu vedi
     qui rilegate per manco di voto30
Però parla con esse et odi et credi
     ché la verace luce che gli appaga
     di sé non lascia lor torcer li piedi
Et io a l’hombra che parea più vaga
     di ragionar drizza’ mi et cominciai35
     quasi come huom cui troppa voglia smaga
O ben creato spirito che a’ rai
     di vita etterna la dolcezza senti
     che non gustata non s’intende mai

[p. 7r modifica]

Gratioso mi fia se mmi contenti40
     del nome tuo et della vostra sorte
     ond’ella pronta et con occhi ridenti
La nostra carità non serra porte
     A giusta voglia se non come quella
     che vuol simile ad sé tutta sua corte45
Io fui nel mondo vergine sorella
     et se la mente tua ben sé riguarda
     non mi ti celerà l’esser più bella
Ma riconoscerai ch’i’ son piccarda
     che posta qui con questi altri beati50
     beata sono in la spera più tarda
Li nostri affetti che solo imfiammati
     son nel piacer dello spirito santo
     letitian del su’ ordine formati
Et questa sorte che par giù cotanto55
     però n’è data perché fur negletti
     li nostri voti et voti in alcun canto
Ond’io a llei ne’ mirabili aspetti
     vostri risplende non so che divino
     che vi trasmuta da’ primi concepti60
Però non fui a rimembrar festino
     ma or m’aiuta ciò che tu mi dici
     sì che raffigurar m’è più latino
Ma dimmi voi che siete qui felici
     desiderate voi più alto loco65
     per più vedere o per più farvi amici
Con quel’altre ombre pria sorrise un poco
     da indi mi rispuose tanto lieta
     c’arder parea d’amor nel primo foco

[p. 7v modifica]

Frate la nostra volontà quieta70
     virtù di carità che fa volerne
     sol quel c’avemo et d’altro non ci asseta
Se disiassimo esser più superne
     foran discordi li nostri disiri
     dal voler di colui che qui ne cerne75
Che vedrai non capere in questi giri
     se essere in carità è qui necesse
     et se la sua natura ben rimiri
Anz’è formale ad esto beato esse
     tenersi dentro alla divina voglia80
     per c’una fansi nostre voglie stesse
Et sì come noi semo di soglia in soglia
     per questo regno a tutto il regno piace
     sì com’al re che ’n suo voler ne ’nvoglia
Et la sua volontà è nostra pace85
     ella è quel mar al qual tutto si move
     ciò ch’ella cria o che natura face
Chiaro mi fu allor com’ogni dove
     in cielo è paradiso etsi la gratia
     del sommo ben d’un modo non vi piove90
Ma sì com’elli avien s’un cibo satia
     et d’un altro rimane ancor la gola
     che quel si chiede et di quel si ringratia
Così fec’io con atto et com parola
     per apprender di lei qual fu la tela95
     onde non trasse infino a cho la spuola
Perfetta vita et altro merto incela
     donna più su mi disse alla cui norma
     nel vostro mondo giù si veste et vela

[p. 8r modifica]

Perché infin al morir si vegghi et dorma100
     con quello sposo c’ogni voto accepta
     che caritate a suo piacer conforma
Dal mondo per seguirla giovinetta
     fugimi et nel suo habito mi chiusi
     et promisi la via della sua setta105
Huomini poi al mal più c’a ben usi
     fuor mi rapiron della dolce chiostra
     idio sel sa qual poi mia vita fusi
Et quest’altro splendor che tti si mostra
     da la mia dextra parte et che s’accende110
     di tutto il lume della spera nostra
Ciò ch’io dico di me di sé intende
     sorella fue et così le fu tolta
     di capo l’ombra delle sacre bende
Ma poi che pure al mondo fu rivolta115
     contra suo grado et contra buona usanza
     non fu dal vel del cor già mai disciolta
Questa è la luce della gran gostanza
     che del secondo vento di soave
     generò ’l terzo et l’ultima possanza120
Così parlommi et poi cominciò ave
     maria cantando et cantando vanio
     come per acqua cupa cosa grave
La vista mia che tanto lei seguio
     quanto possibil fu poi che lla perse125
     volsesi a segno di cotal disio
Et a beatrice tutta si converse
     ma quella folgorò nel mio sguardo
     sì che da prima il viso non sofferse

[p. 8v modifica]

Et ciò mi fece a domandar più tardo:·130