Come ritorni, Amor, entro all'afflitto
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Questo testo fa parte della raccolta Opere (Lorenzo de' Medici)/III. Rime
lviii
[Amore ritorna sovrano nell’afflitto cuore.]
— Come ritorni, Amor, entro all’afflitto
cor, che pel tuo partir era tranquillo?
— Io torno nello impresso mio sigillo
fatto nel cor da’ begli occhi trafitto.
— Lasso, io credevo che fussi prescritto,
tanto è che libertá per suo sortillo.
— Non dir cosí, ché ’l primo stral che aprillo,
gli occhi ché ’l trasson v’han sempre relitto.
— Ben sentivo io nel cener fatto il core
pel fuoco che l’umor dagli occhi stilla,
un picciol segno dell’antico amore. —
— Vedrai che quella picciola favilla
in te ecciterá eterno ardore,
colpa e disgrazia della tua pupilla. —