Com'hai tu tant'ardir, brutta bestiaccia
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Che vada a viso aperto, e fuor di giorno,
Volendo il tuo parer mandare attorno
Sopra la seta, e non conosci l’accia?
5O mondo ladro, or ve’ chi se l’allaccia!
Fiorenza mia, va, ficcati ’n un forno,
S’al gran Boccaccio tuo con tanto scorno
Lasci far tanti sfregi in sulla faccia.
Non ti bastava, pedantuzzo stracco,
10Delle Muse e di Febo mariuolo,
Aver mandato mezzo Dante a sacco?
Chè lui ancor, che nelle prose è solo,
Hai tristamente sì deserto e fiacco,
Che d’una lancia è fatto un punteruolo.
15Ma questo ben c’è solo,
Ch’ogni persona saggia, ogni uom che intende,
Ti biasma, e ti garrisce, e ti riprende.
In te, goffo, contende,
Ma non si sa chi l’una o l’altra avanza,
20la presunzïone o l’ignoranza.
Io ti dico, in sostanza,
Che dove della lingua hai ragionato
Tu non intendi fiato, fiato, fiato;
E dov’hai emendato,
25O ricorretto, o levato, od aggiunto,
Tu non intendi punto, punto, punto;
E dov’hai preso assunto
Di giudicar, tu sembri il Carafulla,
E non intendi nulla, nulla, nulla.
30Trovategli la culla.
La pappa, il bombo, la ciccia e ’l confetto,
Fasciatel bene, e mettetelo a letto.
Io ti giuro e prometto,
Se già prima il cervel non mi si sganghera,
35Tornarti di Ruscello una pozzanghera.