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GIOVANNI GUIDICCIONI

183 iv
D
EGNA nutrice de le chiare genti,

Ch’ai dì men foschi trionfâr del mondo,
               Albergo già di dei fido e giocondo,
               4Or di lagrime triste e di lamenti;
               Come posso udir io le tue dolenti
          Voci, o mriar senza dolor profondo
               II sommo imperio tuo caduto al fondo,
               8Tante tue pompe e tanti pregi spenti?
          Tal, così ancella, maestà riserbi,
               E sì dentro al mio cor suona il tuo nome,
               11Ch’i tuoi sparsi vestigi inchino e adoro.
          Che fu a vederti in tanti onor superbi,
               Seder reina, e ’ncoronate d’oro
               14Le glorïose e venerabil chiome?


ANTON FRANCESCO GRAZZINI DETTO
IL LASCA

184 (Contro Girolamo Ruscelli per la
sua edizione del Decamerone)


1503-†1584
C
OM’hai tu tant’ardir, brutta bestiaccia,

Che vada a viso aperto, e fuor di giorno,
               Volendo il tuo parer mandare attorno
               Sopra la seta, e non conosci l’accia?
          5O mondo ladro, or ve’ chi se l’allaccia!
               Fiorenza mia, va, ficcati ’n un forno,
               S’al gran Boccaccio tuo con tanto scorno
               Lasci far tanti sfregi in sulla faccia.


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