Codice cavalleresco italiano/Libro IV/Capitolo IX
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IX.
Posto dei duellanti, distanze, saluto.
Chi dirige lo scontro, nel designare il posto collocherà ciascuno dei combattenti, uno di fronte all’altro, avendo cura di dividere coscienziosamente tra loro lo spazio, il vento e la luce.
Nota. — Vari modi si praticano per far prendere le distanze ai duellanti. Ne accenniamo alcuni.
Due testimoni prendono la prima posizione del saluto e a una distanza tale, tra di loro, che allungando il braccio armato, le punte delle lame si tocchino. Fatto quindi un passo indietro, avranno la distanza che deve esistere tra i due avversari.
Difatti, questi, venendo in guardia e facendo un passo avanti, avranno le armi incrociate e, andando a fondo, potranno ferirsi.
Altra maniera è quella di mettere i duellanti ad una distanza tale che, per toccarsi, sia necessario un passo e la spaccata; ossia a doppia distanza.
Traducendo in cifre questa regola, avremo che, posti in guardia gli avversari, le punte delle armi disteranno sessanta centimetri tra loro.
I due combattenti, posti di fronte, devono mantenere il più rigoroso silenzio. Il direttore del combattimento, se è testimone dell’offeso, oppure un testimone di questi, presenterà le armi al proprio cliente, perchè ne scelga una, e passerà quindi l’altra al testimone della controparte, perchè la consegni all’avversario.
I testimoni prendono posto, come è prescritto nel paragrafo precedente (art. 346 e successivi), e i primi, appena ricevute le armi, saluteranno i padrini e il chirurgo della parte avversaria. Non si saluteranno fra di loro, se il duello, che sta per succedere, fu provocato da offesa gravissima o atroce (Angelini, XIV, 1°).
Il direttore del combattimento mette in guardia i duellanti con il comando a «Signori, in guardia!» e prende con ambo le mani le punte delle armi, stando in mezzo agli avversari (Angelini, XIV, 2°).
Nota. — I padrini sorvegliano attentamente lo sviluppo del combattimento con l’arma nella destra e la punta a terra.
Lasciando libere le punte e ritirandosi con passi retrogradi, il direttore comanda «A loro!»; e s’inizia il combattimento.