LII. — La Peregrinazione

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LII. — La Peregrinazione
LI LIII

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CAPITOLO LII.

LA PEREGRINAZIONE.

Il solitario è sul continente — ove lo chiamarono i suoi amici. — Egli ha lasciato la sua dimora per compiere un dovere verso quella Italia a cui egli ha dedicato l’intiera sua vita. —

Egli deve fare una peregrinazione di propaganda in molte parti della penisola e principiare dal Veneto. —

Lo scopo è d’illuminare sulle elezioni politiche le popolazioni, non solo — ma di seminare il germe dell’emancipazione della coscienza che può portare l’Italia ad un nuovo primato — ad una nuova iniziativa che conduca l’umanità alla distruzione di quel tabernacolo d’idolatria e d’impostura che si chiama Papato — guidandola sulla via della religione del Vero. [p. 312 modifica]

Noi ne seguiremo le orme tra il clamore delle moltitudini entusiastiche — festanti — alla vista dell’uomo del popolo — plaudenti alle sue dottrine d’insofferenza di dominio straniero e di umiliazioni — e soprattutto esultanti alle schiette sue manifestazioni — sulle turpitudini clericali — e sul connubio liberticida tra il Papato — e le volpi di Corte — che governano l’Italia. —

«Io seguo la religione di Dio!» egli dice — non la religione del prete.

«Dio, padre dell’umanità intiera, vuol tutti gli uomini fratelli e felici — i preti dividono gli uomini in cento sette diverse — che reciprocamente si maledicono. —

«Essi attizzano gli uni contro gli altri popoli — a sbranarsi, trucidarsi, distruggersi — e condannano senza pietà alle pene dell’inferno i novecento milioni d’esseri umani che non appartengono alla loro bottega.

«Non seguo la religione del prete — io — perchè il prete degrada Dio — ne fa un essere materiale, passionato — coi difetti stessi che offuscano questo misero insetto chiamato uomo — a cui fa mangiare Dio — lo fa digerire! e poi!.... Anatema all’impostore che si chiama ministro di Dio! — e che così lo deturpa e lo prostituisce! — [p. 313 modifica]

«Il prete che insegna Dio — è un mentitore, poichè nulla egli sa di Dio.

«Egli, sacerdote dell’ignoranza — persecutore della sapienza — insegna Dio! — ma se Dio avesse voluto rivelarsi all’uomo — lo avrebbe fatto ai Kepleri, ai Galilei, ai Newton, — non a questi miserabili adoratori del ventre.

«E fu veramente una scintilla divina, — che illuminò quei grandi nelle vie celesti — quando essi scorsero sotto l’etereo padigitone rotare i mondi — e ne manifestarono alle nazioni attonite — i moti — le leggi — e l’armonia a loro impressa dall’Onnipotente. — Il prete, sacerdote delle tenebre — colpito nelle sue miserie e nelle sue menzogne — trascinò il più grande degli italiani — Galileo sull’altare dell’impostura, e con torture orribili — volle fargli abjurare la grande dottrina del vero!

«Ed i preti passeggiano sulla terra di Galileo — da padroni — e l’Italiano porge le impudiche sue labbra — all’umiliante, vergognoso baciamano!

«La fratellanza umana è impossibile coi preti. —

«Il cattolico danna all’inferno l’umanità non cattolica. — Il dervis — prete dei [p. 314 modifica] turchi — ci chiama infedeli, maledetti — ed eccita le plebi a lapidarci. — Il bonzo e tant’altra canaglia impostora — fa lo stesso. — E voi non potete passeggiare per le vie di Stamboul e di Canton — perchè la vostra vita è messa in pericolo da quei fanatici. —

«La maggior parte delle guerre, e le più sanguinose, furono, e sono fomentate dai preti. —

«La recente guerra di Crimea, ove perirono tante migliaja d’uomini — e dove s’inghiottirono immensi tesori — fu suscitata dai preti — In una chiesa di Gerusalemme chiamata — il Santo Sepolcro — celebravano la messa un prete greco e un prete cattolico. — Un bel giorno quegli oziosi litigarono sulla preminenza — uno volendo dir messa prima dell’altro. — La lite fu portata davanti gli imperatori di Francia e di Russia — ne seguì la guerra — e vi presero parte l’Inghilterra e l’Italia — e se ne ebbe per risultato l’immenso macello. —

«L’Inghilterra è oggi in angustie — per l’insurrezione dell’Irlanda suscitata dai preti — Dio salvi il mondo da una simile insurrezione negli Stati Uniti — ove su trentatrè milioni d’abitanti — quasi la metà è [p. 315 modifica] «di cattolici fanatici e compatti sotto la dittatura d’un vescovo — mentre le altre sette — sono divise e si odiano cordialmente. —

In questa guisa parlava il solitario alle moltitudini che lo richiedevano d’una parola — e le moltitudini applaudivano a quelle verità sacrosante — e piangevano e baciavano le falde del mantello del popolano — e giuravano di essere con lui a qualunque cimento. —

Alla mattina, la maggior parte di quella folla che avea pianto e giurato di seguire i precetti del solitario — era ammassata nel peristilio d’una bottega — ove si vende l’indulgenza di Dio a contanti — ove l’idolatria — sotto le forme della creatura — ha eretto il simulacro vano e mentitore dell’onnipotente. —

Tale è il popolo — e tale sarà forse per molto tempo ancora. — Terribile nelle sue ire — suscita sovente il cataclisma delle rivoluzioni — e più sovente è guidato con un fil di seta dall’impostura e dall’astuzia — quasi sempre da chi è men degno di guidarlo — e tende a profittare del frutto delle sue fatiche e del suo sangue. —

Socrate, Gesù, Rienzi, Masaniello; i Gracchi — tribuni coraggiosi del popolo — [p. 316 modifica] sacrando ad esso la loro vita, son rinnegati e crocifissi! — E la sorte dei tribuni moderni. sarà essa più fortunata? — Che importa! — Cos’è la vita? — tanto sotto il sajo come sotto la rossa camicia può battere la coscienza del giusto!

In fine i Cesari ed i Napoleoni vengono a scialacquare il frutto del cruento eroismo delle nazioni — ma un pugnale — o il tedio delle nequizie — rovescia talora nella polve anche que’ simulacri della grandezza e dell’ingiustizia. —