Catullo e Lesbia/V. Questioni/III. Nascita e morte
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III.
Nascita e morte.
Non è mio intendimento cacciar le gambe fra i difficili spineti della cronologia. Volere stabilire precisamente il giorno in cui nacque e morì il nostro povero Catullo, potrebbe sembrare più che temerità, quando non abbiamo di ciò nessuna indicazione dagli antichi scrittori latini.
La Schwab di fatti, che ad una sottigliezza d’ingegno non ordinaria e ad una copia d'erudizione meravigliosa accompagna una straordinaria pretensione di mettere ogni cosa al suo posto e pronunziare l’ultima parola su tutto, se riesce a distruggere da un canto l’asserzione del Lachmann, che sostiene esser nato Catullo nel 678 e morto nel 708, e corregger dall'altro la nota di Hieronimo, che fissa il giorno fatale del nostro poeta nell'anno quarto dell’Olimpiade CLXXX, vuol dire 57 anni avanti l’èra volgare; quando si tratta di precisare le due date, non può egli stesso esimersi da una specie d’incertezza, che gli fa modestamente chiamare non improbabili le sue congetture, e conchiude la lunga ed intricata disamina con queste parole: Arbitramur igitur G. V. Catullum anno 667/87 natum, et anno 700/54, vel seguenti mortuum esse. 1
Comunque sia, non si può non saper grado allo Schwab d’aver ridotta la quistione ai minimi termini. Che se poi c’è taluno che non si contenta delle due date stabilite dall'erudito e pazientissimo dottore alemanno, e non può vivere in pace e rassegnarsi a morire da cristiano prima d’aver saputo precisamente il giorno e l'ora, in cui aprì e chiuse gli occhi alla luce il nostro Valerio, vada senz’altro all’archivio di stato civile e domandi all’uffiziale di carico i due certificati.
Dea, magna Dea, Cybele Dindymi dea, domina,
Procul a mea tuus sit furor omnis, hera, domo!
- ↑ Quæst. Catull., III.